Roma, interlocutori e idee per rilanciare il mercato immobiliare

- di: Saverio Lattanzi
 
Tanti operatori del settore aspettano la ripresa, ma sono gli operatori stessi a dover trovare soluzioni alternative.
 
Andrea Corati, 44 anni, immobiliarista Romano: è fondamentale muoversi con cautela, le speculazioni degli ultimi decenni e le cubature concesse senza freni hanno fatto dei grossi danni ma Roma è una città poliedrica, unica, con delle contraddizioni macroscopiche ma altrettante opportunità. Riqualificare dovrebbe essere il motto, la strada maestra e Roma Capitale dovrebbe creare una tavola rotonda con tutti gli operatori del settore per instaurare un dialogo e avviare un progetto di cooperazione condivisa. Non si può parlare sempre con i soliti noti e rinunciare ad immettere idee nuove e forze fresche che rappresentano l’unica alternativa all’ingresso di capitali e investimenti.
 
Roma ha avuto un aumento delle transazioni di circa il 4,5%, dalle 43mila del 2017 siamo alle circa 45mila del 2018.
L'andamento dei prezzi è in costante crescita seppur leggera, molto leggera.
È anche vero che gli acquisti sbagliati dello scorso decennio non si perdonano a nessuno.
La città ha bisogno di ordine estetico ed pulizia architettonica, non è possibile lasciare che così tanti palazzi siano in condizioni fatiscenti. Una concertazione tra Roma Capitale e i protagonisti del settore quali immobiliaristi, architetti e urbanisti, ma anche organizzatori di eventi ed istituti di credito, è la ricetta fondamentale per la rinascita della città. I dati delle prenotazioni alberghiere del primo bimestre 2019 parlano di un meno 25%. Si sta scontando la pessima pubblicità sui media e i social che pesa tantissimo sul comparto turistico.
L’impatto che ha chi visita la città, per qualsiasi motivo, deve essere quello di armonia architettonica e piacere estetico, le facciate dei condomini stessi sono un patrimonio fondamentale, perché è quello il corollario a musei e capolavori, la città stessa è un monumento quindi i palazzi, le strade, il verde devono assolutamente essere conservati,  riqualificati e tutelati.
Meglio mille iniziative diverse, sparse per la città, fatte da tanti imprenditori differenti, che pochi grandi progetti.
 
La città ha un suo DNA, in centro come in periferia, dove anche i murales sono opere d’arte da valorizzare, bisogna creare un laboratorio di idee e consentire di “fare impresa” nel rispetto della storia e della dignità di questa città.
 
I costruttori sono un’altra questione, fanno un altro lavoro, bisogna distinguere le professioni.
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