Relazione annuale al Parlamento conferma la crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni

- di: Barbara Leone
 
Si è svolta oggi, alla vigilia della Giornata mondiale contro le droghe, la conferenza stampa di presentazione della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024, inviata ieri ai Presidenti di Camera e Senato. Presenti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano, i Ministri della Salute, Orazio Schillaci, della Giustizia, Carlo Nordio, dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il Viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, e la Sottosegretaria di Stato all’Interno, Wanda Ferro. Nel corso della conferenza stampa è emerso che lo scenario della diffusione e del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia è caratterizzato, nel 2023 (anno di riferimento della maggior parte dei dati contenuti nella Relazione), da trend in aumento: in rapporto sia ai consumi, sia ai reati penali in violazione del “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, sia alla domanda di trattamento.

Relazione annuale al Parlamento conferma la crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni

In particolare, si conferma la crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni rispetto all’anno precedente: quasi 960mila, pari al 39% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza illegale almeno una volta nella vita e oltre 680mila (28%) nel corso dell’ultimo anno. Le percentuali di studenti che riferiscono di aver usato almeno una volta nel corso dell’anno sono: cocaina dall’1,8% al 2,2%, stimolanti dal 2,1% al 2,9%, allucinogeni dall’1,6% al 2% e Nuove sostanze psicoattive dal 5,8% al 6,4%. La cannabis rimane la sostanza più usata dai giovani, ma vede una diminuzione della prevalenza rispetto al 2022 (22,2% contro il 23,7%). Il 2023 è stato caratterizzato da 25 allerte diramate dal Sistema nazionale di allerta precoce del Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) ai centri collaborativi preposti. Le due di grado più elevato, concernenti un rischio concreto di gravi danni per la salute delle persone, hanno riguardato la diffusione del fentanyl illecito, un oppioide sintetico con una potenza oltre 80 volte superiore a quella della morfina, e della xilazina, un potente sedativo solitamente impiegato in veterinaria, usata nel mercato illegale come adulterante. A fronte della diffusione dei consumi fra i giovanissimi si registra un aumento delle operazioni antidroga e dei sequestri da parte delle forze di polizia (rispettivamente, +6% e +17%), con 89 tonnellate di sostanze stupefacenti confiscate in Italia e nelle acque internazionali limitrofe.

Assieme all’aumento dei consumi, si osserva anche quello del coinvolgimento dei minorenni nell’ambito della produzione, del traffico e della detenzione illecita di sostanze stupefacenti: il numero di minorenni denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati penali droga-correlati ha visto un aumento del 10%. In generale, i detenuti tossicodipendenti rappresentano il 29% del totale al 31 dicembre 2023, mentre 3.901 persone sono in carico all’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) per misure alternative alla detenzione.

Nell’ultimo anno, presso i Servizi pubblici e privati (SerD) dedicati alla prevenzione, al trattamento e alla riabilitazione delle dipendenze, presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, sono stati trattati 132.200 pazienti, una parte dei quali ha seguito anche un percorso di cura e riabilitazione presso strutture terapeutiche residenziali e semi-residenziali. In particolare, si è registrato un aumento (dal 51 al 55%) di persone che hanno chiesto di essere prese in cura per cocaina/crack.  Anche gli accessi in Pronto Soccorso droga-correlati, 8.596 in tutto, hanno fatto registrare un aumento del 5% rispetto al 2022; il 12% di questi accessi ha esito in ricovero. I decessi per intossicazione acuta da sostanze stupefacenti rilevati su base indiziaria da parte delle forze di polizia sono stati 227 (in calo rispetto al 2022). Grazie a un progetto attivato dal Dpa con i Tossicologi forensi italiani, sono stati raccolti i dati di 85 province italiane: i decessi droga-correlati nelle indagini forensi nel 2023 sono stati 822 (+5,4% rispetto al 2022), di cui 312 per intossicazione acuta.  Dato positivo: lo scorso anno sono aumentati i progetti di prevenzione, un lavoro di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che vede coinvolti operatori pubblici, principalmente Amministrazioni regionali e Dipartimenti delle dipendenze, e privati, associazioni ed enti del Terzo settore. Sono stati realizzati 289 progetti nelle secondarie di I e II grado, mirati all’incremento di conoscenze e competenze sociali per prevenire l'uso di droghe. Il 49% delle scuole ha organizzato attività di prevenzione delle sostanze, dato in crescita rispetto al 2022, mentre l'81% iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo (che, nel 2023, ha visto vittime il 45% degli studenti). Quasi la metà degli studenti ha partecipato a programmi di prevenzione, mostrando maggiore consapevolezza sui rischi e minor propensione all'uso di sostanze.

Occorre ricordare che le Nuove sostanze psicoattive (Nsp) rappresentano una delle sfide più dinamiche e critiche nel campo delle dipendenze, con una crescente variabilità che rende difficile il loro rilevamento e controllo. Nel corso dell’ultimo anno, il Sistema nazionale di allerta precoce del Dipartimento per le politiche antidroga ha identificato sul territorio 70 Nsp, appartenenti principalmente alle classi dei catinoni (20%), delle arilcicloesilammine (16%), dei cannabinoidi sintetici (13%) e delle benzodiazepine (11%). Questa diffusione continua a creare allarme tra gli operatori del settore: essendo composti sintetici facilmente manipolabili, risultano difficili da rilevare e, non essendo immediatamente classificati nelle liste delle sostanze vietate dalla legge, sfuggono spesso ai controlli. Nel corso del 2023 sono state inserite all’interno delle tabelle ministeriali 48 nuove sostanze stupefacenti. Il consumo di Nsp, in crescita dopo la pandemia, interessa prevalentemente i giovani, più esposti a questo particolare mercato. Nel 2023, riferiscono di averne consumata almeno una nel corso dell’anno 160mila 15-19enni, pari al 6,4% della popolazione studentesca.

Per l’anno 2023, utilizzando i dati del Sistema informativo dipendenze (Sind) del Ministero della Salute, nella Relazione è stato inserito per la prima volta un focus sulla sostanza di primo uso (droga di inizio del percorso della tossicodipendenza) in relazione alla droga primaria per cui i soggetti hanno chiesto il trattamento al SerD. Nella maggior parte, le persone hanno iniziato con le stesse sostanze per cui si sono rivolte al SerD: in particolare, i consumatori di eroina e cocaina, per le quali però una percentuale consistente dei soggetti in cura ha iniziato l’uso di sostanze con i cannabinoidi, rispettivamente il 29,1% e il 30,5%, dimostrando un importante ruolo dei cannabinoidi come sostanze di iniziazione per il passaggio a sostanze ad alto potenziale additivo. Rispetto alle principali sostanze oggetto di trattamento, alcol e tabacco rappresentano invece sostanze di primo uso a prevalenza più bassa ma non trascurabile: l’alcol, per esempio, lo è stata nel 5,1% nei consumatori di cocaina e del 2,2% per quelli di cocaina.

I risultati preliminari dello studio pilota “Famiglie e prevenzione” su “percezioni e competenze dei genitori riguardo al consumo di sostanze psicoattive e alcol da parte dei minori” si basano sui dati raccolti a marzo-aprile 2024 attraverso una survey anonima alla quale hanno partecipato 4.901 genitori di studenti con età tra i 9 e i 14 anni, frequentanti 20 scuole primarie e secondarie di primo grado della Città metropolitana di Roma Capitale. I genitori intervistati si ritengono per oltre il 50% capaci di riconoscere i sintomi derivanti dal consumo delle sostanze legali (alcol e derivati del tabacco) e dei cannabinoidi, mentre meno della metà si dice in grado di riconoscere i sintomi legati all’uso di altre sostanze psicoattive illegali. Riguardo al consumo, si rileva maggior tolleranza verso sostanze legali e cannabinoidi: due genitori su cinque si dichiarano permissivi rispetto a tabacco e sigarette elettroniche e circa la metà ritiene che il consumo di alcol e cannabinoidi vada contestualizzato prima di essere giudicato. Il consumo di altre sostanze illegali è invece reputato assolutamente intollerabile dal 90%.  La maggior parte dei genitori ritiene facilmente accessibili per i propri figli tutte le sostanze considerate. I luoghi all’aperto, come strade e parchi, sono maggiormente indicati come quelli dove reperire sostanze illegali e psicofarmaci, oltre a luoghi più frequentati dai figli come scuole e case di amici, in relazione alle sostanze legali.  Qualora venisse a conoscenza che i propri figli fanno uso di sostanze, la maggior parte dei genitori ricorrerebbe prevalentemente ad attività di informazione e coinvolgimento familiare.

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