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Regionali, urne chiuse alle 15 in Veneto, Puglia e Campania

- di: Anna Montanari
 
Regionali, urne chiuse alle 15 in Veneto, Puglia e Campania

Alle 15 si chiudono le urne in Veneto, Puglia e Campania, tre Regioni che insieme contano circa 11 milioni e mezzo di elettori. I dati parziali sull’affluenza, diffusi nel corso della giornata, confermano una tendenza già emersa nella prima parte del weekend: partecipazione in calo rispetto alla precedente tornata elettorale. La dinamica riflette un clima più incerto, meno mobilitante, segnato da un dibattito pubblico che negli ultimi anni ha risentito di un crescente distacco tra cittadini e politica.

Regionali, urne chiuse alle 15 in Veneto, Puglia e Campania

Lo spoglio inizierà immediatamente dopo la chiusura dei seggi, con le prime tendenze attese dal tardo pomeriggio. Gli apparati dei partiti considerano il dato dell’affluenza un indicatore chiave: in particolare per il centrosinistra in Campania e per il centrodestra in Veneto, dove la capacità di portare al voto il proprio elettorato potrebbe incidere in maniera significativa sull’esito finale.

Si chiude l’era dei tre supergovernatori
A prescindere dai risultati, il voto di oggi segna una svolta politica netta: termina l’era dei tre supergovernatori Luca Zaia in Veneto, Vincenzo De Luca in Campania e Michele Emiliano in Puglia. Tre figure diversissime, accomunate però da un ruolo così centrale da aver modellato il funzionamento delle rispettive Regioni per oltre un decennio.

Zaia ha rappresentato per il Veneto una forma di identità politica forte e radicata, capace di combinare autonomia amministrativa, pragmatismo di governo e popolarità personale. De Luca, con una guida spesso definita “iper-presidenziale”, ha polarizzato l’attenzione nazionale, trasformando la Campania in un laboratorio politico personalissimo. Emiliano, infine, ha costruito un modello che ha mescolato progressismo amministrativo e una forte dimensione territoriale, governando una Regione complessa e strategica per gli equilibri del Mezzogiorno.

La fine contemporanea dei tre cicli apre una fase nuova per ciascuna Regione: non solo una successione di nomi, ma un cambio di paradigma politico e amministrativo.

Veneto: Stefani-Manildo, il dopo-Zaia pesa sul voto
In Veneto la sfida è tra Alberto Stefani per il centrodestra e Giovanni Manildo per il centrosinistra. Una competizione che si svolge inevitabilmente all’ombra di Zaia, figura che negli anni ha consolidato un consenso trasversale difficilmente replicabile. La domanda politica della vigilia era proprio questa: quanto del voto “personale” dell’ex governatore sarà trasferibile al candidato che lo succede?

Stefani punta sulla continuità amministrativa e su un richiamo coerente alle politiche portate avanti dal centrodestra negli ultimi mandati. Manildo prova a intercettare il desiderio di cambiamento nelle aree urbane, facendo leva su temi sociali, territoriali e ambientali.

Campania: Fico contro Cirielli dopo i dieci anni di De Luca
In Campania la contesa è tra Roberto Fico per il centrosinistra ed Edmondo Cirielli per il centrodestra. La Regione arriva al voto dopo due mandati intensi di Vincenzo De Luca, caratterizzati da uno stile di governo molto personale e da un forte protagonismo mediatico. Anche qui l’incognita principale riguarda il trasferimento del consenso: Fico rappresenta una figura di discontinuità rispetto al modello deluchiano, mentre Cirielli punta su un messaggio più politico, sostenuto dall’intero asse nazionale della coalizione di centrodestra.

La Campania è considerata la regione più incerta della tornata: l’affluenza, in calo, rischia di avere un peso rilevante soprattutto nelle aree metropolitane.

Puglia: Decaro-Lobuono, il centrosinistra difende il terreno di Emiliano
In Puglia il centrosinistra si affida ad Antonio Decaro, mentre il centrodestra schiera Luigi Lobuono. Il voto rappresenta un test delicato: la Regione ha attraversato dieci anni di amministrazione Emiliano segnati da una forte personalizzazione della leadership, ma anche da una complessa gestione dei rapporti interni alla coalizione.

Decaro, figura molto radicata nel territorio, tenta di mantenere la Regione nell’orbita progressista. Lobuono prova invece a intercettare il voto di protesta e il disagio delle aree meno integrate nei benefici della crescita degli ultimi anni.

Un voto che ridisegna gli equilibri nazionali
Il risultato finale della tornata non avrà solo un rilievo regionale: ridisegnerà gli equilibri tra governo nazionale e Regioni, influenzerà i rapporti interni alle coalizioni e fornirà ai partiti indicazioni strategiche in vista delle prossime scadenze politiche.

Veneto, Campania e Puglia sono tre laboratori diversi ma simbolicamente forti: la loro convergenza nello stesso giorno elettorale amplifica la portata politica del voto. Le prime tendenze arriveranno nelle prossime ore, ma già ora appare chiaro che siamo davanti a una tornata che segnerà la fine di un ciclo e l’inizio di un altro.

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