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Regionali, accordo nel centrodestra: il Veneto alla Lega, Manovra entro il 15 ottobre

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Regionali, accordo nel centrodestra: il Veneto alla Lega, Manovra entro il 15 ottobre

Il centrodestra ha trovato l’intesa sui candidati per le prossime elezioni regionali, fissate per la fine di novembre e considerate un banco di prova cruciale per gli equilibri interni della coalizione. Il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, convocato nel tardo pomeriggio di ieri, ha sancito non solo la ripartizione delle candidature, ma anche la tabella di marcia per la legge di bilancio 2026, che il governo punta a chiudere entro il 15 ottobre. Un doppio dossier che intreccia le scelte politiche territoriali e le esigenze di finanza pubblica, in vista di un autunno che si preannuncia denso di scadenze.

Regionali, accordo nel centrodestra: il Veneto alla Lega, Manovra entro il 15 ottobre

Dopo settimane di confronto, i leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno raggiunto un compromesso che riconosce alla Lega il Veneto, regione considerata strategica dal Carroccio per consolidare la propria presenza amministrativa. Sarà dunque Alberto Stefani, deputato e già coordinatore veneto del partito, a correre per la presidenza della Regione.
In Campania viene confermata la candidatura di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e figura di punta di Fratelli d’Italia, mentre in Puglia il centrodestra punta su un profilo civico, Luigi Lobuono, a testimonianza della volontà di allargare il bacino di consenso. La definizione delle candidature, pur frutto di una trattativa serrata, è stata presentata dai vertici della coalizione come il segno di una ritrovata compattezza, condizione necessaria per affrontare la sfida delle urne e, in parallelo, sostenere il lavoro dell’esecutivo sul fronte economico.

La manovra da 16 miliardi e l’obiettivo del 15 ottobre
La premier Giorgia Meloni, nel vertice con i capi delegazione e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha ribadito la necessità di chiudere il testo della manovra per il 2026 entro il 15 ottobre. La scadenza non è casuale: precede la riunione di Washington del Fondo Monetario Internazionale, appuntamento nel quale l’Italia intende presentare un quadro di conti pubblici rassicurante e in linea con gli impegni europei.
La manovra, del valore complessivo di 16 miliardi, dovrà conciliare la riduzione del deficit con misure di sostegno alla crescita e alla competitività, in un contesto di rallentamento economico che impone scelte mirate e selettive. L’esecutivo lavora a interventi sul cuneo fiscale, al rinnovo degli sgravi per il lavoro dipendente a basso reddito e a un capitolo di risorse per la transizione energetica, considerata leva strategica per la produttività.

Giorgetti: “Deficit in calo, debito sotto controllo”

Nel suo intervento all’assemblea annuale di Assonime, Giorgetti ha voluto marcare un punto politico sottolineando che il quadro tendenziale dei conti pubblici “è migliore delle attese”. Nel Documento di programmazione finanziaria e di politica di bilancio, il governo prevede una riduzione del deficit di oltre cinque punti e mezzo in quattro anni, partendo dall’8,6% registrato nel 2022.
Il ministro ha parlato di “una traiettoria credibile e sostenibile”, che consente di affrontare la prossima legge di bilancio senza manovre correttive straordinarie, ma con un percorso di graduale consolidamento. Il messaggio, destinato ai mercati e alle istituzioni europee, mira a rafforzare la fiducia sull’affidabilità del debito italiano e a contenere la pressione sullo spread.

Un equilibrio tra politica interna e vincoli esterni
La riunione di Palazzo Chigi ha confermato l’intreccio tra scelte politiche e compatibilità finanziarie. La premier Meloni ha insistito sul fatto che il successo del centrodestra nelle imminenti elezioni regionali rappresenta anche un sostegno politico all’azione di governo in un momento delicato, segnato da un contesto internazionale incerto e da un dibattito europeo sulle nuove regole fiscali.
L’indicazione di un calendario stringente per la manovra è stata accolta come segnale di disciplina istituzionale, volto a evitare tensioni sui mercati e a presentare all’Europa un Paese che rispetta le scadenze e i vincoli di bilancio. La scelta dei candidati per il Veneto, la Campania e la Puglia chiude, almeno sul piano interno, un capitolo di frizioni che rischiava di indebolire la coalizione proprio alla vigilia di decisioni economiche cruciali.

Verso un autunno di scelte decisive

L’accordo raggiunto nel centrodestra e l’impegno a concludere rapidamente la manovra segnano l’avvio di un autunno che si annuncia determinante per la tenuta politica ed economica dell’esecutivo. La sfida sarà duplice: da un lato, confermare la coesione della coalizione sul terreno elettorale; dall’altro, mantenere la rotta di bilancio in un contesto di crescita modesta e di rialzo dei tassi che grava sul costo del debito.
La combinazione tra un percorso di riduzione del deficit, come indicato da Giorgetti, e un’agenda di riforme che punti alla competitività sarà il banco di prova per la credibilità del governo. Il vertice di Palazzo Chigi ha dato il via a questa fase con un segnale di unità politica e di determinazione tecnica, due ingredienti che, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovranno marcare la linea d’azione nei prossimi mesi.

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