Una telefonata a sorpresa tra Donald Trump e Vladimir Putin riaccende il dossier ucraino e prepara un nuovo faccia a faccia tra i due leader “nel giro di un paio di settimane”, a Budapest, “per mettere fine a questa ingloriosa guerra”. Lo ha annunciato lo stesso presidente statunitense alla vigilia dell’incontro alla Casa Bianca con Volodymyr Zelensky, in una giornata densa di simboli e di messaggi incrociati.
Trump annuncia un vertice con Putin a Budapest
“Abbiamo avuto un colloquio produttivo, stiamo facendo grandi progressi”, ha detto Trump, parlando di un dialogo “franco e costruttivo” con il Cremlino. “Abbiamo discusso molto anche di commercio tra Stati Uniti e Russia una volta terminato il conflitto. È tempo di guardare avanti.”
Dal fronte russo, Mosca conferma il contatto definendolo “positivo” e “orientato a una soluzione negoziata”.
Orban: “Budapest pronta ad accogliere la pace”
La scelta della capitale ungherese come sede del vertice non è casuale. Il premier Viktor Orban, da tempo vicino sia a Trump che a Putin, ha accolto l’annuncio con entusiasmo:
“Una grande notizia, siamo pronti a ospitare questo incontro storico”, ha dichiarato, definendo Budapest “ponte naturale tra Est e Ovest”.
Orban, che negli ultimi mesi ha moltiplicato le iniziative diplomatiche in chiave “pacifista”, vede nella mediazione americana un’occasione per riaffermare il ruolo dell’Ungheria come interlocutore privilegiato tra le due sponde del conflitto.
Zelensky a Washington: i Tomahawk in cima all’agenda
Mentre Trump prepara la sua missione europea, Volodymyr Zelensky è arrivato a Washington con una richiesta chiara: ottenere dai nuovi alleati statunitensi l’autorizzazione all’uso dei missili da crociera Tomahawk, armi a lungo raggio che potrebbero spostare gli equilibri sul campo.
Ma il presidente americano, dopo aver lasciato intendere aperture nei giorni scorsi, oggi frena:
“Non possiamo esaurire le nostre scorte”, ha spiegato ai giornalisti, rimarcando che “ogni decisione deve essere presa nell’interesse della sicurezza nazionale americana”.
Il messaggio, destinato tanto a Kiev quanto a Mosca, segna un cambio di tono. Trump sembra voler mantenere il doppio registro: garantire il sostegno all’Ucraina ma senza chiudere la porta a un negoziato diretto con Putin.
Putin: “L’invio dei Tomahawk danneggerebbe la pace”
Da Mosca, il Cremlino ribadisce che l’eventuale fornitura di Tomahawk a Kiev “sarebbe un danno serio alle prospettive di pace”.
Secondo Putin, “l’unica via d’uscita è un cessate il fuoco che tenga conto degli interessi di sicurezza della Russia”.
Il presidente russo avrebbe espresso a Trump “disponibilità a discutere senza precondizioni”, ma anche l’intenzione di “difendere i territori già integrati nella Federazione russa”.
Un negoziato difficile, tra diplomazia e calcolo politico
Il vertice annunciato a Budapest potrebbe rappresentare il primo incontro diretto tra Trump e Putin da quando il leader americano è tornato alla Casa Bianca.
Fonti diplomatiche europee parlano di “un tentativo di apertura, ma anche di una mossa politica interna”, utile a Trump per consolidare l’immagine di negoziatore capace di fermare la guerra dove altri hanno fallito.
A Bruxelles e a Berlino prevale cautela. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha ribadito che “ogni iniziativa di pace deve basarsi sul rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Intanto, Kiev guarda con preoccupazione a un negoziato che rischia di ridisegnare le condizioni del conflitto senza la sua piena partecipazione. “Ogni trattativa che riguarda il destino dell’Ucraina deve coinvolgere l’Ucraina”, ha ricordato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.