• Intesa Nov 24 8501

Prescrizione dei crediti erariali: la Cassazione conferma il termine decennale

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Prescrizione dei crediti erariali: la Cassazione conferma il termine decennale

Con l’ordinanza n. 4385 del 19 febbraio 2025, la Corte di Cassazione ha ribadito che il termine di prescrizione per i crediti erariali è quello ordinario decennale previsto dall’articolo 2946 del Codice Civile. La decisione conferma un orientamento consolidato in giurisprudenza, chiarendo che non è applicabile la prescrizione breve quinquennale prevista dall’articolo 2948 per le obbligazioni periodiche.

Prescrizione dei crediti erariali: la Cassazione conferma il termine decennale

Il contenzioso nasce da un contribuente che ha impugnato un avviso di intimazione dell’Agenzia delle Entrate - Riscossione, sostenendo la prescrizione delle somme richieste. Secondo la difesa, tra la notifica dell’intimazione e quella delle cartelle sottostanti erano trascorsi più di cinque anni, un arco temporale che avrebbe dovuto estinguere il debito tributario.

I giudici di merito hanno accolto la tesi del contribuente, ritenendo che il credito erariale fosse soggetto alla prescrizione quinquennale in quanto assimilabile a un’obbligazione di pagamento periodico. L’Agenzia delle Entrate - Riscossione ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando questa interpretazione e sostenendo che i debiti tributari, una volta definitivi, devono essere considerati obbligazioni autonome e non periodiche.

Il ragionamento della Suprema Corte
La Cassazione ha accolto il ricorso dell’amministrazione finanziaria, ribadendo che l’obbligazione tributaria, pur avendo scadenza annuale, non può essere considerata periodica ai fini della prescrizione. La natura del tributo, infatti, si fonda su valutazioni autonome e distinte per ciascun periodo d’imposta, rendendolo incompatibile con il termine di prescrizione quinquennale applicabile ai pagamenti periodici.

Il principio si applica a tutti i principali tributi, tra cui IRPEF, IRES, IVA e addizionali, che in assenza di una disposizione normativa specifica restano soggetti al termine di prescrizione decennale. La Cassazione richiama inoltre una consolidata giurisprudenza, confermata da precedenti sentenze come la n. 9906/2018 e la n. 25716/2020, che già avevano escluso l’applicazione della prescrizione breve ai crediti tributari.

Implicazioni per contribuenti e amministrazione finanziaria
L’ordinanza della Cassazione rafforza la posizione dell’Agenzia delle Entrate - Riscossione nelle procedure di recupero dei tributi non versati. L’applicazione della prescrizione decennale garantisce allo Stato un margine più ampio per la riscossione e riduce le possibilità per i contribuenti di eccepire l’estinzione del debito per decorso del tempo.

D’altro canto, la pronuncia fornisce maggiore certezza giuridica anche ai contribuenti, stabilendo un quadro chiaro per la gestione del debito fiscale. La definizione di un termine univoco riduce il rischio di contenziosi e uniforma la disciplina delle imposte dirette e indirette, evitando discrepanze interpretative tra i diversi organi giudicanti.

La stabilizzazione della giurisprudenza in materia tributaria
La sentenza si inserisce in un percorso di consolidamento della giurisprudenza tributaria, volto a garantire maggiore coerenza e prevedibilità nell’applicazione delle norme fiscali. La chiarezza sui termini di prescrizione contribuisce alla stabilità del sistema tributario e riduce il numero di ricorsi basati su interpretazioni discordanti.

L’orientamento della Cassazione, già espresso in precedenti pronunce, ribadisce il principio secondo cui i crediti erariali devono essere riscossi entro dieci anni dalla notifica dell’atto impositivo definitivo, confermando una linea giuridica ormai consolidata nel diritto tributario italiano.

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