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Poste potenzia Tim: ingresso al 27,3% e mossa strategica

- di: Bruno Coletta
 
Poste potenzia Tim: ingresso al 27,3% e mossa strategica

Una svolta brillante per il gigante dei servizi italiani.

(Foto: Matteo Del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane).

Nel cuore dei mercati finanziari europei, Poste Italiane ha compiuto una mossa audace che sta riscrivendo gli equilibri nel settore delle telecomunicazioni nazionali. L’11 dicembre 2025 il Consiglio di amministrazione ha deciso di acquisire la quota residua detenuta da Vivendi in Telecom Italia (TIM), portando la propria partecipazione al 27,32% delle azioni ordinarie e consolidando il ruolo di primo azionista del gruppo tlc con oltre 384 milioni di azioni comprate per circa 187 milioni di euro.

Un investimento che va oltre il semplice aumento di quota

La decisione non è un passo casuale: l’operazione supera la soglia rilevante fissata attualmente al 25% per l’obbligo di OPA (Offerta pubblica di acquisto). Tuttavia, Poste intende chiedere a Consob l’esenzione da questa obbligazione, impegnandosi a vendere entro 12 mesi le quote eccedenti rispetto alla soglia, e nel frattempo si asterrà dall’esercizio dei diritti di voto.

Perché non scatta l’OPA

Secondo le norme attuali del Testo Unico della Finanza (TUF) e del regolamento Consob, superare il 25% comporterebbe l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica. Poste, però, punta all’esenzione prevista dall’articolo 106 del TUF, già prevista per situazioni transitorie, con l’impegno a ridurre la quota in eccesso entro un anno.

Strategia industriale: più di una semplice quota

L’aumento di partecipazione va oltre il dato puramente finanziario: la compagnia guidata da Matteo Del Fante mira a rafforzare sinergie operative con TIM, in particolare nelle aree digitali, telecomunicazioni e servizi integrati. Già nei mesi scorsi (marzo 2025) Poste aveva ampliato la sua quota acquistando un 15% da Vivendi, salendo al 24,81% e diventando il principale socio del gruppo.

Tra le iniziative industriali di rilievo si segnala l’accordo per l’integrazione dei servizi mobile di PosteMobile sulla rete TIM previsto per il 2026, e l’offerta congiunta di servizi energetici “Tim Energia powered by Poste Italiane” nei punti vendita. Questo approccio multidisciplinare potrebbe ridurre i costi operativi e incrementare i ricavi per entrambe le aziende.

Vivendi fuori dal board»: la fine di un’era

Con questa operazione, Vivendi esce definitivamente dalla compagine di TIM dopo oltre un decennio di presenza come azionista di rilievo: un capitolo storico che si chiude in un mercato sempre più competitivo e internazionale.

Regole in evoluzione: la soglia unica al 30%

Il contesto giuridico italiano è in fase di revisione: il governo, secondo fonti internazionali, sta facendo avanzare una riforma del TUF per unificare la soglia delle offerte obbligatorie al 30%, che potrebbe rendere più agevole future operazioni di consolidamento per azionisti come Poste.

Cosa ci aspetta nel 2026?

Il completamento della cessione delle azioni eccedenti potrebbe essere influenzato da questa riforma normativa e dalle condizioni di mercato, mentre TIM stessa è attesa prossimamente all’annuncio del nuovo piano industriale, che potrebbe riflettere l’ingerenza più netta del socio di riferimento.

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