Alle 11. 36 del 14 agosto 2018, a Genova cede all’improvviso un tratto di 200 metri del Ponte Morandi, viadotto sul torrente Polcevera, snodo fondamentale per la parte ovest e per il traffico tra Francia e Italia: le vittime sono 43, gli sfollati 566. Una tragedia che la città non potrà mai dimenticare: per le vittime e per gli sfollati, per i due quartieri distrutti e perché ripropose di nuovo l’annoso problema della manutenzione delle infrastrutture. L'11 settembre è attesa la ripresa del maxiprocesso con la conclusione dei controesami dei consulenti di Aspi e Spea: 58 gli imputati. La sentenza di primo grado è attesa non prima della metà del 2025.
Ponte Morandi, la commemorazione a 6 anni dalla tragedia
La commemorazione organizzata in collaborazione con il Comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi, nella Radura della Memoria, sotto l'impalcato del ponte San Giorgio nel quartiere di Certosa, lo stesso che vide il vecchio ponte crollare, con l'impalcato spezzato divenuto simbolo di un'ennesima tragedia italiana, riunisce oggi il mondo delle istituzioni e della politica nel sesto anniversario della tragedia, ribadendo la necessità di accertare le responsabilità di quanto accaduto, come sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi, a Genova. Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese. Le responsabilità devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l'efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia: il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce, infatti, attenuante per quanto accaduto”.
Analogo il significato di quanto espresso dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Memoria, rinascita, giustizia. Sono trascorsi sei anni dalla catastrofe del crollo del Ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 ha sconvolto Genova, la Liguria e la Nazione intera. Oggi onoriamo le 43 vittime di quella tragedia e ci stringiamo, con la mente e con il cuore, ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ci sentiamo un po' tutti genovesi, figli di una città fiera e orgogliosa che è stata moralmente piegata e fisicamente spezzata in due, ma che da allora ha saputo anche rialzarsi e andare avanti. Genova è rinata, più forte e più caparbia di prima. Il Ponte San Giorgio, la cui costruzione ha segnato un modello di efficienza, innovazione e capacità ingegneristica, è uno dei simboli più potenti di questo nuovo corso. Ma quel Ponte ricorda alla Nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario. Rinnoviamo l'auspicio che l'iter giudiziario possa concludersi nel più breve tempo possibile perché Genova, la Liguria e l'Italia aspettano di conoscere la verità processuale su ciò che è accaduto”.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, affida a Facebook la sua riflessione, scrivendo che “Nel sesto anniversario del crollo del Ponte Morandi rinnovo con profondo rispetto e partecipazione, il cordoglio, mio personale e del Senato della Repubblica, per le 43 vittime e le loro famiglie. Le ferite di quel disastro sono ancora aperte, così come saranno per sempre scolpite nella nostra memoria le immagini di una città, Genova, spezzata in due e quel senso di incredulità e rabbia che tutti abbiamo provato in quei drammatici momenti. Questo giorno in cui rinnoviamo il dolore per i caduti, rappresenta anche una importante occasione per riflettere sull'eccezionale esempio di resilienza e impegno che ha portato alla rapida ricostruzione del nuovo Ponte San Giorgio. Un significativo segnale di riscatto per l'intera comunità nazionale”.
“Sei anni fa crollava il Ponte Morandi spezzando le vite di 43 persone. Oggi le ricordiamo con profonda commozione”, scrive sul suo profilo X il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. “Una preghiera per loro e la più sentita vicinanza alle loro famiglie”, conclude.
Il sindaco di Genova Marco Bucci, parlando a margine della cerimonia di commemorazione, ha detto: “Quello che è accaduto quel giorno non verrà dimenticato mai e siamo qui per confermare questo dopo sei anni. Genova non dimentica e non dimenticheremo mai, ma soprattutto il monito per noi è di costruire e costruire bene. Abbiamo tanti investimenti in infrastrutture, non dobbiamo commettere gli errori del passato, dobbiamo costruire bene e costruire infrastrutture, che servono, sicure. Non devono succedere più tragedie di questo tipo. Genova non era in ginocchio quel giorno, l'ho detto due ore dopo la tragedia, lo abbiamo dimostrato e continueremo a dimostrarlo, non ci arrendiamo davanti niente, ma bisogna continuare il cammino e bene e accelerare se si può”. Al cordoglio si è unito il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini che sul suo profilo Instagram ha scritto: “Sei anni fa l'Italia si fermava davanti al crollo del Ponte Morandi a Genova. Una tragedia che contò 43 vittime, alle quali va il nostro pensiero, centinaia di sfollati e tanta rabbia per una situazione che poteva essere evitata. Grazie anche alla commovente capacità di reazione del popolo genovese, quel dramma riuscì però a unire una città, una regione e un intero Paese che, superando ostacoli, burocrazia e lentezze, portò alla costruzione in tempi record di un nuovo Ponte, diventato un modello ingegneristico nel mondo”, ha sottolineato il ministro.
“Non dimenticherò mai il dolore, lo strazio e le lacrime di quei giorni a Genova 6 anni fa. Oggi fa malissimo leggere le parole di una madre che sul Ponte Morandi ha perso un figlio: `I colpevoli sono liberi, l'ergastolo lo abbiamo noi genitori´”. Così il leader M5S Giuseppe Conte sui social. “Alla città di Genova con il nuovo ponte ricostruito in tempi rapidissimi avevamo ridato forza, speranza e fiducia - aggiunge - La ferita più grande però non è rimarginata: sono le 43 vittime, storie di vita e sogni che non ci sono più. Resta il dolore immenso dei loro cari. Per loro serve giustizia contro chi ha colpe e chi ha omesso. Quello che queste persone hanno subito richiede oggi più che mai il massimo sforzo, impegno e concentrazione perché sia resa giustizia”. Nel corso della cerimonia è intervenuta anche Egle Possetti, del Comitato vittime, che nel disastro ha perso la sorella, il cognato e il nipote e che durante la cerimonia ha detto: “è un lutto che ci porteremo dentro tutta la vita. Non è facile andare avanti, ma dobbiamo farlo, nella ricerca della verità. È un nostro dovere verso chi non è più con noi”.