Decaro sul filo: se Vendola resta, niente investitura. L’unità balla ad alta tensione mentre a Bisceglie si accende l’ora x.
(Foto: Antonio Decaro).
Il guanto di sfida pugliese
Il centrosinistra pugliese è in tensione altissima. L’europarlamentare ed ex sindaco di Bari Antonio Decaro è stato indicato dalla coalizione come candidato alla presidenza della Regione. Ma c’è un ostacolo che frena la corsa: Decaro pretende che Nichi Vendola, di Avs ed ex presidente della Regione Puglia, rinunci a correre per un seggio nel consiglio regionale per sentirsi libero di lavorare. Avs, però, non cede e conferma la candidatura di Vendola.
“Non sono né indispensabile, né insostituibile”, ha dichiarato Decaro. Ha inoltre fatto capire che, con Vendola in lista, non si sentirebbe libero e che un suo passo indietro non sarebbe impossibile.
Lo scenario si infittisce
Michele Emiliano, ex governatore e a sua volta interessato a un seggio in Consiglio, ha fatto un passo indietro per favorire l’intesa. Elly Schlein ha ribadito il principio dell’autonomia delle liste degli alleati, evitando forzature. Dal fronte Avs, Nichi Fratoianni ha ripetuto che la candidatura di Vendola non è in discussione.
Intanto nel Pd si ragiona su un piano B. Un sondaggio Yoodata di un mese fa, tornato a circolare, suggerisce che il centrosinistra partirebbe comunque avvantaggiato con diversi profili:
- Antonio Decaro dato vincente al 67%.
- Francesco Boccia al 60%.
- Raffaele Piemontese al 56%.
- Loredana Capone al 57%.
- Mario Turco al 56%.
Nelle ultime ore è emerso anche il nome di Michele Laforgia, sostenuto da M5s e Sinistra italiana nella corsa a sindaco di Bari, poi schieratosi al ballottaggio con il candidato del Pd risultato vincente. In caso di ritiro di Decaro, è stata perfino evocata la suggestione di puntare proprio su Vendola, ipotesi che però non lo attrae.
L’ora x a Bisceglie e lo slittamento tattico
Tutto sembrava dovesse sciogliersi alla Festa regionale dell’Unità a Bisceglie, dove Decaro e Schlein avrebbero dovuto condividere il palco per l’investitura. Invece il braccio di ferro è proseguito: presenza, tempi e formula dell’annuncio sono rimasti in bilico. È stato previsto, per venerdì 5 settembre 2025, un confronto mattutino con i collaboratori più stretti di Decaro prima di una decisione definitiva, con l’ipotesi di tempi supplementari dato che non ci sono scadenze burocratiche immediate.
Il “triangolo da pazzi” e la metafora di Bisceglie
La contesa tra Vendola, Emiliano e Decaro ha assunto i contorni di un “triangolo da pazzi”, con Bisceglie che diventa metafora di una crisi di unità: un luogo-simbolo dove convergono ambizioni personali, identità di partito e la necessità di mantenere un fronte largo credibile di fronte agli elettori.
In questo quadro, Francesco Boccia resta il regista silenzioso: figura spendibile in caso di scarto improvviso. Ma anche Piemontese, Capone, Turco e Laforgia appaiono carte vere, pronte a essere calate se il tavolo dovesse saltare.
Conclusione: attesa febbrile e futuro incerto
Il Pd punta su Decaro, ma i veti incrociati hanno irrigidito la partita. Avs non arretra sulla candidatura di Vendola, rivendicando l’autonomia nella definizione delle liste. Tempo tecnico ce n’è, ma l’incertezza rischia di impastare la campagna. Se Decaro si sfilasse, il campo largo potrebbe ripiegare su Boccia, Piemontese, Capone, Turco o Laforgia, profili già testati dai sondaggi.