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Mattarella a Napoli: pluralismo, scuola e stop al bullismo

- di: Bruno Legni
 
Mattarella a Napoli: pluralismo, scuola e stop al bullismo
Mattarella a Napoli: pluralismo, scuola e stop al bullismo

Tra visite al Santobono e Nisida, il Presidente lancia un messaggio netto: bullismo, social, guerra – la nuova generazione può fare “meglio di noi”.

Una giornata densa e simbolica: Sergio Mattarella (foto) inaugura l’anno scolastico tra una scuola, un ospedale pediatrico e un istituto penale minorile, e ribadisce il cuore del suo messaggio civile: difendere la libertà, valorizzare il pluralismo, costruire comunità. Non un rito, ma un’agenda: scuola, giovani, responsabilità condivisa.

La cerimonia, le visite, la scuola

Alla cerimonia d’apertura presso l’Istituto Gioacchino Rossini, il Capo dello Stato insiste sul ruolo dell’istruzione come motore sociale e civile. La scuola, dice, è “una grande, preziosa seminatrice”ha affermato Mattarella — capace di generare futuro ben oltre i confini dell’aula. Con lui il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, presente anche nelle tappe all’<strong’>Istituto penale minorile di Nisida e all’ospedale pediatrico Santobono.</strong’>

Libertà, opinioni, pluralismo

Il Presidente richiama la centralità del confronto: “La diversità delle opinioni è una ricchezza da difendere”ha scandito Mattarella. Non un optional, ma la sostanza della democrazia italiana, conquistata a caro prezzo. Per questo, la scuola deve restare “luogo dell’apertura”, capace di includere e integrare, contrastando discriminazioni e abbandono.

Bullismo e social: le frontiere dell’educazione

La violenza non è solo fisica: può essere subdola, insinuarsi nei comportamenti e nei linguaggi quotidiani. “Talvolta la violenza si manifesta in modalità meno evidenti… e ci sono i social usati come armi che colpiscono in profondità”ha avvertito Mattarella. L’impegno chiesto a scuola, famiglie e istituzioni è chiaro: prevenire, educare, responsabilizzare.

“Perché esiste la guerra?”: la risposta ai bambini

Al Santobono, un bambino domanda: “Perché nel mondo esiste la guerra?”. La risposta del Presidente è netta e umana: “Purtroppo esiste il male, la violenza. La guerra distrugge tutto, perdiamo tutti. Per questo voi bambini siete così importanti: per far crescere la consapevolezza che occorre allontanare questo pericolo”ha detto Mattarella. E aggiunge un passaggio che è impegno e profezia: “La vostra generazione potrà fare più e meglio della mia”.

Musica, libertà, futuro

A Nisida, dopo un brano rap scritto dai ragazzi, il Capo dello Stato racconta la forza espressiva dei linguaggi contemporanei: “Il rap è nato circa cinquant’anni fa: espressione di protesta. La protesta orienta il futuro”ha osservato Mattarella. La musica, insiste, è libertà, un modo per superare ostacoli e immaginare.

Le piazze e le coscienze

Fuori dalla scuola, a Fuorigrotta, studenti e attivisti manifestano pacificamente per chiedere la fine delle morti a Gaza. Anche Jovanotti, presente a Nisida, prende posizione: “Mi unisco alle piazze che chiedono lo stop alle morti a Gaza”ha dichiarato Lorenzo Cherubini. Il Presidente applaude e ringrazia: “Un grazie gigantesco a Jovanotti”ha detto Mattarella.

Significato e prospettive

Educazione civica concreta: non solo nozioni, ma convivenza e responsabilità. Generazioni in dialogo: gli adulti devono sostenere i più giovani con risorse e fiducia. Istituzioni operative: contrasto al bullismo, riduzione della dispersione, pari opportunità. Realismo sul digitale: strumenti potenti, ma da usare in modo critico per evitare solitudini e omologazioni. Scuola come ponte: le tensioni del mondo entrano nelle aule; lì si imparano linguaggi e mediazioni, non l’odio.

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