Domenico by Luca Adami
Come ogni anno, in autunno si tengono le settimane della moda, che dettano le tendenze per la successiva stagione estiva. Il giro di valzer inizia a New York e si chiude con la Paris Fashion Week, sicuramente una delle più autorevoli a livello non solo europeo, ma soprattutto mondiale. Spente le luci sulle passerelle però, è giunto il momento di mettere ordine e fissare le linee guida sui trend per la Primavera Estate 2019 visti dai front-rows di Parigi ma anche per le strade della città dove fanno la loro sfilata personale blogger e influencer, che con il loro “street style” spesso influenzano la moda molto più delle modelle sulle passerelle. A chiudere la settimana della moda è, come da tradizione, Louis Vuitton. Karl Lagerfeld ed Hedi Slimane (Celine) sono i due estremi in cui si è consumata la settimana di Parigi. Poi, ci sono gli italiani: Maria Grazia Chiuri per Dior, Pierpaolo Piccioli per Valentino e Alessandro Michele per Gucci. A loro il compito di proporre collezioni da comprare, da desiderare, da “instagrammare“. Ma se è ancora nel Belpaese che si realizza la moda, è sempre a Parigi che si fa l’eleganza: un’eleganza fatta di piume e paillettes, di lavorazioni plissettate e dettagli classicissimi come fiocchi e frange, ma anche di tanti altri particolari e caratteristiche che possono essere raccolti in una selezione di almeno 10 tendenze.
La Rete: A Paco Rabanne va il merito di aver creato e dato nuova vita alla maglia metallica, discendente alla lontana dell’antico usbergo medievale. Poi vennero le lavorazioni con le maglie larghe tanto da ricordare la rete dei pescatori. Così da Saint Lurent hanno sfilato top in rete argentata; Dior e John Galliano optano per una versione nera: la prima per abiti, maglie e collant, il secondo per mididress trasparenti e romantici.
Monospalla: Torna anche sulle passerelle parigine l’ossessione per gli abiti monospalla, modello che ha fatto la storia della moda grazie a un celebre abito Valentino indossato negli anni ’60 da Jackie Kennedy. Per la Primavera-Estate 2019, Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood confeziona un modello che sembra realizzato con i tendaggi e le tappezzerie del catalogo dell’asta dell’hotel Ritz. Stampa futuristica per la silhouette morbida di Louis Vuitton, che segue con grazia le forme. Versione ladylike per Alexander McQueen, che sceglie una preziosa stampa floreale, copiata dalla campagna inglese in fiore.
Trasparenze: Tessuti diafani, tulle e chiffon, ma anche sete chiare e impalpabili permettono il gioco malizioso del vedo e non vedo: stemperato da Miu Miu dal rigoroso capospalla in stampa pitonata nera e dal gambaletto nero. Si fa più sensuale da Dior, che sceglie di coprire le nudità con short e collant di rete, abbinando una giacca tono su tono. Saint Laurent, manda in passerella una serie di longdress neri pressoché adamitici.
Corpetti: È merito di Paul Poiret, agli inizi del secolo scorso, aver liberato il corpo delle donne dall’imposizione di corsetti, rivoluzione che Mademoiselle Chanel abbracciò immediatamente. Più tardi, con Jean Paul Gaultier, decontestualizzato e depotenziato il busto è rientrato nel guardaroba femminile. Spesso, fa al sua comparsa sulle passerelle come simbolo di potere come da Alexander McQueen, che non rinuncia però a caricarlo di romanticismo e – quindi – di valenza prettamente politica. È un’armatura glamour da Balmain, per affrontare il mondo; ironico e provocante da Vivienne Westwood.
Patterns floreali: In un mare di stampe floreali, tessuti preziosamente decorati, fanno la loro comparsa patterns più originali e nuove declinazioni. Chanel manda in passerella, accanto al consueto tweed, ombrelloni più o meno grandi, colorati, infiniti; Gucci crea una nuova fantasia con golosissime fragole arancioni.
Spalle XL: Non solo imbottite, come negli anni Ottanta: le spalle si corazzano e ritrovano dimensioni extra large, in vista di un mondo pieno di insidie da affrontare senza paura. Tanti i look in questa ottica proposti da Balmain, che fa indossare alle sue modelle una variante del celebre costume di Grace Jones, anche in versione all silver e spalle aguzze. Più aggraziate invece la declinazione tutta strass dell’abito di Saint Laurent e quella ispirata all’Art Deco di Givenchy, dove dell’armatura resta solo un accenno.
Ventre scoperto: Ventre piatto bene in vista: gli anni Novanta hanno fatto la loro ri-comparsa qua e là con accenni e particolari, pancia scoperta compresa. Indicazione che Alexander McQueen declina in un completo di pelle un po’ da biker. Procace la proposta Chloé, dove la cortissima maglia a poncho si abbina con morbidi pantaloni in stampa con disegno Kashmir. Mugler propone un top riccamente ricamato, da portare su gonne a sigaretta dallo spacco profondo.
Maniche Japan: Tanti gli stilisti che hanno omaggiato i maestri giapponesi degli anni Ottanta come Rei Kawakubo, Yohji Yamamoto e Issey Miyake. Primo a omaggiare la moda del Sol Levante, Balmain con le sue enormi maniche plissettate; maniche che, costanti nelle loro infinite variazioni, sono tornate anche da Gucci, arricchite di un altrettanto gigante fiocco, e da Valentino, all’ombra dell’enorme cappello per proteggere dal sole.
Glitters: Protagonisti indiscussi delle sfilate della Paris Fashion Week sono stati senz’altro loro, i glitter, gli strass, le paillettes. Bagliori lunari su abiti scultorei o fonte di luce che tenta di rischiarare poetiche funeree e decadenti, come quelle di Hedi Slimane da Celine. Glam da millenial per la maglia maxi di Isabel Marant, da portare con summer boots morbidi e altissimi; luccichii regali per lo Givenchy di frange e geometrie disegnato da Clare Waight Keller.
Cargo pants: Larghi e pieni di tasche, rubati negli anni Trenta agli operai, reinterpretati prima dalla moda hip hop degli anni ’90 e poi da Ralph Lauren, hanno costellato diverse passerelle parigine. Funzionali, assumono un aspetto più raffinato da Givenchy che abbina décolleté a punta e body con scollatura profonda. Casual chic da Stella McCartney, dove trovano nuovo estro in volant e zip. Infine da Vivienne Westwood si fanno più sottili, allacciati a vita alta con una frugale e sottilissima cinta nera.