La pandemia ha colpito il mondo del microcredito, specie le donne imprenditrici

- di: Redazione
 
La crisi determinata dalla pandemia - che soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, anche per la carenza di vaccini, provoca ancora un elevato numero di morti e contagiati - sta mettendo in ginocchio, in tutto il mondo, circa 140 milioni di piccoli imprenditori che hanno avuto accesso al microcredito e, di essi, circa l'80 per cento sono donne.

Questa situazione ha scatenato proteste il tutto il mondo contro gli istituti che garantiscono il microcredito, con manifestazioni estreme, come accaduto di recente nello Stato dell'Assam, nel nord-est dell'India, dove migliaia di donne di piccole imprenditrici sono scese in piazza contro quelle che hanno definito le ''molestie'' delle organizzazioni di microcredito. Alcune di loro, al massimo della disperazione, hanno minacciato di uccidersi, dandosi fuoco.

Scena quasi identica ad opere di donne kirghise
(che si sono barricate, con delle taniche di benzina, in un edificio amministrativo che hanno minacciato di incendiare) e srilankesi.
La maggior parte di coloro che hanno avuto accesso al microcredito lavora nel settore informale, che è stato il più duramente colpito dalla crisi provocata dalla pandemia.

Così, senza più introiti, i mutuatari sono caduti in un livello di sovraindebitamento di livello allarmante. Quasi un terzo di questi piccoli imprenditori, secondo alcune ricerche, è stato costretto a prendere in prestito denaro da parenti o usurai, o addirittura a vendere terreni o altri beni per ripagare i propri debiti. Il 43% di loro ha addirittura ammesso di aver ridotto la propria dieta.
Secondo la Banca Mondiale, il 43% delle microimprese di proprietà di donne nell'Africa subsahariana hanno chiuso temporaneamente, contro il 34% di quelle di cui risultato titolari degli uomini.

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