• Intesa Nov 24 8501

Ostia, gli incendi agli stabilimenti e la lunga guerra per il controllo del litorale romano

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ostia, gli incendi agli stabilimenti e la lunga guerra per il controllo del litorale romano
Non sono soltanto due stabilimenti andati in fumo nella notte tra martedì e mercoledì sul litorale di Ostia. Dietro quelle fiamme, che hanno devastato due storici lidi della costa romana, si nasconde un fenomeno più ampio e stratificato: la tensione crescente intorno alla gestione degli stabilimenti balneari, un settore attraversato da decenni da interessi economici, dinamiche opache e, troppo spesso, episodi di violenza e intimidazione.

Ostia, gli incendi agli stabilimenti e la lunga guerra per il controllo del litorale romano

L’arresto di un giovane di 24 anni, che ha confessato di essere l’autore materiale dei roghi, ha chiuso in poche ore il capitolo investigativo immediato, ma ha riaperto una ferita profonda nella comunità locale. Il ragazzo, già noto alle forze dell’ordine per reati minori, ha dichiarato agli inquirenti di aver agito da solo, “per rabbia e per noia”, senza mandanti né legami con la criminalità organizzata. Un gesto apparentemente isolato, ma che si inserisce in un clima teso, dove ogni atto incendiario riporta alla memoria anni di intimidazioni e atti dolosi sul lungomare romano.

Il nodo della gestione del litorale

Ostia non è solo un quartiere periferico di Roma: è anche il simbolo di una lunga battaglia per la legalità e la trasparenza nella gestione di uno dei comparti economici più redditizi della capitale. Il litorale romano, con le sue concessioni balneari, rappresenta da anni un terreno conteso tra imprenditoria locale, amministrazioni pubbliche, clan criminali e cittadini che chiedono accesso libero e trasparente alla spiaggia.

Gli incendi degli stabilimenti arrivano proprio mentre il Comune di Roma, guidato dal sindaco Roberto Gualtieri, ha deciso di accelerare sulla riforma delle concessioni demaniali, avviando la messa a gara delle strutture in concessione per adeguarsi alle norme europee sulla concorrenza. Un processo che incontra forti resistenze, non solo da parte di alcuni concessionari storici, ma anche di gruppi che negli anni hanno visto nel business degli stabilimenti una fonte di potere e di controllo territoriale.

Il segnale del sindaco Gualtieri

La reazione del Campidoglio non si è fatta attendere. Gualtieri ha ribadito che la linea della legalità non cambierà: “Non ci lasceremo intimidire, andiamo avanti con i bandi”, ha dichiarato, confermando che il Comune proseguirà sulla strada della trasparenza e della rotazione delle concessioni. Ma l’incendio ha comunque avuto un impatto forte sull’opinione pubblica, riaccendendo il dibattito sullo stato di salute del litorale romano e sul peso che interessi opachi continuano ad avere in quell’area.

Un contesto segnato da decenni di infiltrazioni


La vicenda degli stabilimenti incendiati si inserisce in un contesto segnato da anni di cronache giudiziarie. Ostia è stata al centro di inchieste che hanno svelato gli intrecci tra la gestione del demanio marittimo e la criminalità organizzata, in particolare con l’ascesa del clan Spada e le infiltrazioni mafiose nelle attività commerciali e imprenditoriali della zona. Anche se l’autore degli incendi di questi giorni avrebbe agito da solo, senza legami diretti con quei circuiti, il gesto riporta alla memoria episodi del passato e alimenta la percezione di un territorio dove le regole faticano ad affermarsi.

Il valore economico e politico degli stabilimenti

Il business degli stabilimenti balneari di Ostia vale milioni di euro ogni anno e costituisce, di fatto, un potere economico e sociale che si traduce anche in influenza politica. La liberalizzazione imposta dalle normative europee minaccia di scardinare un sistema che per decenni si è basato su concessioni prorogate all’infinito, affidamenti diretti e assenza di gare pubbliche.

Non è un caso che ogni tentativo di riforma sia stato accompagnato, negli anni, da episodi di tensione, proteste e – come in questo caso – anche da atti di violenza che rischiano di spaventare chi intende investire sul territorio nel rispetto delle regole.

Ostia come laboratorio di legalità


L’incendio degli stabilimenti, pur se frutto di un gesto isolato, è il sintomo di una tensione che a Ostia non si è mai completamente sopita. Il litorale romano resta un laboratorio a cielo aperto, dove la sfida tra legalità e interessi criminali si gioca ogni giorno sul filo sottile tra turismo, economia e gestione del bene pubblico.

Le indagini proseguiranno per verificare ogni elemento, ma il dato politico è già chiaro: il controllo del litorale resta una partita fondamentale per il futuro di Ostia e per l’intera città di Roma
Notizie dello stesso argomento
Trovati 24 record
Pagina
1
31/03/2025
Maxi blitz contro il gioco d’azzardo illecito: evasi 350 milioni di euro
È una delle più imponenti operazioni degli ultimi anni contro il gioco d’azzardo illecito ...
31/03/2025
Drone sospetto sorvola il Centro di Ricerca UE di Ispra: indaga l’antiterrorismo
Le autorità hanno aperto un’indagine per spionaggio politico e militare dopo che un drone ...
31/03/2025
Quando una bravata ti costa la vita: la tragedia di Verona e il disagio nascosto dei nostri ragazzi
Quando una bravata ti costa la vita: la tragedia di Verona e il disagio nascosto dei nostr...
31/03/2025
Mattarella: Ramadan turbato da violenze inaccettabili, serve un impegno contro l’estremismo
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato in occasione della celebrazion...
31/03/2025
Accoltellamento a Frascati, sedicenne grave: la violenza che cresce nelle strade dei ragazzi
Un ragazzo di sedici anni lotta tra la vita e la morte in un letto d’ospedale, dopo essere...
Trovati 24 record
Pagina
1
  • Intesa Nov 24 720