Il metallo prezioso balza in vetta, spinto dall’incertezza globale e dallo stallo politico negli USA.
Perché l’oro ha superato i 4.000 dollari l’oncia
Nelle prime contrattazioni asiatiche dell’8 ottobre 2025, l’oro ha infranto una barriera storica: 4.001,11 dollari per oncia, per la prima volta nella storia. Questo exploit si inserisce in un contesto globale segnato da forti tensioni politiche ed economiche, compresi uno stallo di bilancio negli Stati Uniti e una crisi politica in Francia.
I futures sull’oro per consegna a dicembre hanno fatto da apripista, imprimendo la spinta decisiva al mercato: già il giorno prima avevano sfondato quota 4.000 nel mercato Comex di New York, salendo fino a 4.006 USD. Tale salto indica che gli investitori, spaventati da scenari incerti, stanno rifugiando capitali nel metallo giallo, visto come porto sicuro nei momenti di instabilità.
Le cause del rally: un mix esplosivo
Stallo politico e paralisi americana
Il protrarsi dello shutdown negli Stati Uniti – che congela parte delle attività federali – alimenta l’incertezza sugli indicatori economici e pesa sul sentiment globale. Senza dati ufficiali sul PIL, sull’occupazione e su altri driver chiave, gli investitori inseguono asset “rifugio”.
Tensioni geopolitiche e fragilità europea
La crisi politica francese e le crisi interne in altri paesi europei indeboliscono la fiducia nei mercati continentali. Il risultato: capitali che migrano verso alternative più stabili come l’oro.
Attese di tagli dei tassi Fed
Molti operatori prevedono che la Federal Reserve statunitense abbasserà i tassi nei prossimi mesi per stimolare l’economia stagnante. Tassi più bassi riducono il costo opportunità del possesso di oro (che non rende interessi), rendendolo più appetibile rispetto a titoli a reddito fisso.
Domanda ufficiale e flussi su ETF
Le banche centrali continuano ad acquistare oro per diversificare le riserve, mentre gli ETF auriferi registrano afflussi consistenti. Goldman Sachs ha aggiornato le sue stime, portando il target per dicembre 2026 a 4.900 USD/oncia, basandosi sull’ipotesi che tali afflussi siano strutturali e non temporanei.
Quali scenari per l’oro nei prossimi mesi
Alcuni analisti vedono l’oro dirigersi verso quota 5.000 dollari se dovessero concretizzarsi tagli consistenti ai tassi della Fed o se si accentuassero le pressioni sul dollaro. Altri avvertono che il rally potrebbe subire correzioni se il mercato percepirà che l’ottimismo sui tassi è eccessivo o se tornassero segnali positivi dall’economia americana. È probabile che la volatilità resti elevata, con spostamenti bruschi in risposta a dati macroscopici, atti politici o decisioni delle banche centrali.
Cosa significa per chi investe
L’oro può entrare come componente difensiva in un portafoglio ben bilanciato, ma non dovrebbe dominare la strategia. Per chi non può o non vuole acquistare un’oncia fisica, le alternative includono ETF, fondi auriferi o strumenti “tokenizzati” legati al prezzo dell’oro. Occorre monitorare il contesto macro: i dati sull’inflazione, le mosse della Fed, gli sviluppi politici USA/Europei influenzeranno la traiettoria dei prezzi.
Il punto
L’oro che supera i 4.000 dollari l’oncia non è soltanto un titolo sensazionalistico: è uno specchio dell’ansia che attraversa mercati e governi. Mentre i flussi affluiscono verso il bene rifugio per eccellenza, il rischio è che il metallo resti comunque esposto alle oscillazioni dei fondamentali finanziari. Chi entra ora deve farlo con consapevolezza e sangue freddo.