Coronavirus, OMS: "I nazionalismi non prevalgano sui vaccini"

 
Stando a quanto detto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la pandemia da Coronavirus è ufficialmente entrata in una nuova fase, in particolare per quanto riguarda l'età media delle persone che ne stanno portando avanti il contagio.
A dirlo è il direttore dell'ufficio del Pacifico Occidentale dell'OMS, Takeshi Kasai, che in una conferenza stampa ha analizzato i cambiamenti della malattia e dei profili che stanno contraendo il virus in queste settimane.

"La pandemia sta cambiando" - ha spiegato Kasai - "perché a pilotarne sempre di più la diffusione in questo periodo sono le persone che hanno 20, 30 o 40 anni. Il problema è che molti di essi sono asintomatici e quindi non sanno di essere infetti, ciò aumenta la possibilità di contagiare le persone più vulnerabili".

A confermare questo punto ci sono anche i dati registrati in Italia fino alla settimana dell'11 agosto, con il rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità che mostra come l'età mediana dei nuovi casi accertati da Coronavirus si aggiri attorno ai 35 anni.

La pandemia in questi giorni sta salendo con forza nel Mediterraneo orientale e nel sudest asiatico, mentre nel continente europeo e in quello americano l'aumento dei casi da Covid-19 è stabile. Le buone notizie arrivano invece dall'Africa, dove c'è un calo di circa il 27% dei contagi rispetto alla settimana scorsa.

Ovviamente però c'è da attendere l'arrivo del vaccino, che sarà l'unico vero modo per porre fine alla pandemia. Di questo ha parlato il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, toccando l'argomento dei due progetti sperimentali approvati in Russia e Cina su cui la comunità scientifica internazionale ha sollevato diversi dubbi: "Con l'arrivo di nuove cure, farmaci e vaccini è importante che non si ripetano gli stessi errori: dobbiamo evitare che i nazionalismi prevalgano sui vaccini. La distribuzione dopo averlo trovato sarà divisa in due fasi, nella prima sarà data proporzionalmente a tutti i paesi per ridurre il rischio mentre nella seconda l'assegnazione sarà discussa calcolando le situazioni nazionali di rischio e vulnerabilità. Nessuno sarà al sicuro finché non lo saremo tutti".
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