Consumi, la crescita è lenta. Sangalli: "Serve una politica fiscale più coraggiosa"

 
Come era purtroppo lecito aspettarsi, l'economia italiana fa fatica a riprendersi dopo il durissimo shock iniziato lo scorso marzo con il lockdown e con le altre misure decise dal Governo per contrastare la pandemia da Coronavirus.

A sottolineare quanto la situazione sia ancora molto complicata è arrivata l'ultima analisi congiuntura da parte di Confommercio, che ha dipinto un quadro difficile per giugno in particolare nel campo dei consumi da parte degli italiani.

La fine del lockdown ha permesso una lieve crescita ma il recupero si dimostra ancora molto difficile con i consumi che (nonostante la risalita permessa dalla riapertura di gran parte degli esercizi commerciali) mantengono un calo di circa il 15,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. In totale la riduzione dell'intero secondo trimestre rispetto all'anno passato è stata del 29,7%, cifra che per le domande di servizi arriva fino al 54,2%.

Stando al rapporto di Confocmmercio "la ripresa delle attività di giugno ha portato a un ovvio rimbalzo congiunturale, dovuto in particolare al mese precedente, ma il motore commerciale del paese continua a muoversi a ritmi parecchio contenuti. I comportamenti in materia di consumo da parte delle famiglie italiane sono ancora prudenti, con l'indicatore dei Consumi che cala del 15,2%, dato meno negativo del trimestre precedente ma ben lontano dai livelli registrati prima della pandemia".

L'unico settore che si distanzia da questi dati è quello alimentare, che nei mesi del lockdown è cresciuto in maniera molto importante per poi tornare a livelli stabili. Per gli altri invece la situazione è grave: "La filiera turistica solitamente concentra una grande fetta del fatturato nei mesi estivi, la differenza fra il quadro usuale e quello attuale è abissale, stessa cosa per settori come quello automobilistico e di moda, da sempre vitali per il nostro paese".

A tal proposito sono arrivate le parole di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio: "La volontà di ripartire c'è anche grazie al coraggio di imprenditori che si mettono in gioco nonostante la situazione incerta, ma le perdite di reddito e guadagni sono ingenti e serve incentivare la ripresa dei consumi. Per questo la strada obbligata per ridare ossigeno alle imprese e salvare l'occupazione sarebbe una politica fiscale più coraggiosa".
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