Covid-19: l'economia francese ha già perso 120 miliardi

- di: Diego Minuti
 

Le otto settimane di lockdown decretate dal governo guidato da Edouard Philippe hanno causato perdite ingentissime all'economia francese, che, secondo l'Osservatorio delle condizioni economiche (Ofce), possono essere stimate, ad oggi, intorno ai 120 miliardi di euro, 40 dei quali pesano sulle imprese.

Il rinvio del pagamento degli oneri sociali, i prestiti garantiti dallo Stato e gli ammortizzatori sociali a favore dei disoccupati hanno sostanzialmente permesso di superare le settimane di blocco senza scatenare perturbazioni sociali. Ma quando si tratta di numeri, di questi numeri, lo shock è immediato. 

I 120 miliardi di perdite sono, ha commentato l'economista Eric Heyer, ''un importo colossale, che potrebbe comportare, nelle settimane e nei mesi a venire, fallimenti aziendali'', con le conseguenti ricadute sul piano sociale.

La misure governative stanno aiutando, per ora, le aziende, ma secondo Loïc Belleil, presidente del tribunale commerciale di Nantes, ''l'onda (negativa, ndr) arriverà nei prossimi mesi. Interesserà tutti i settori, in particolare le società con contratti internazionali, che sono inevitabilmente indeboliti"

Questo ritardo è spiegato anche dai cicli di produzione, dice Jérôme Gernais, presidente della Camera di commercio e dell'industria di Indre: “Non dobbiamo lasciarci ingannare dalle aziende che hanno continuato a lavorare durante questi due mesi di confinamento: dovevano fare fronte a precedenti ordini'', il cui elenco si esaurirà presto, aprendo la crisi reale.

Lo stesso Bruno Le Maire, Ministro dell'Economia e delle Finanze, non ha voluto nascondere l'evidenza e, in una intervista rilasciata questa mattina ad Europe 1, ha detto, senza tergiversare, "Ci saranno fallimenti e "licenziamenti". 

Tra gli esperti delle società di consulenza specializzate in riconversioni aziendali o ristrutturazioni questo timore è ampiamente condiviso. 

"I file che stiamo attualmente trattando sono di aziende che erano in difficoltà prima della crisi e sarebbero comunque crollate", osserva Cédric Colaert, co-fondatore della società di consulenza finanziaria e operativa Eight Advisory. ''Ma il prossimo periodo sarà fondamentale"

Gli fa eco Arnaud Marion, specialista nella gestione delle crisi, secondo il quale sarà cruciale il periodo tra giugno e settembre, quando tutti i sistemi di supporto come il lavoro di breve durata saranno disattivati . Ma il picco delle tensioni dovrebbe essere raggiunto tra settembre e dicembre, con conseguenti ripercussioni nel prossimo anno.

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