NFP: a luglio creati solamente 114 mila nuovi posti di lavoro, tasso disoccupazione al 4,3%

- di: Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 
L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di luglio, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 114 mila nuovi posti di lavoro, dato ben inferiore alle attese del consensus (+175k nuovi impieghi) e crescita più bassa da dicembre 2020. Il tasso di disoccupazione sale al 4,3% (aspettative al 4,1%).

Riviste al ribasso le cifre dei mesi scorsi (-29 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di maggio è stato rivisto al ribasso di 2 mila unità a +216k, quello di giugno al ribasso di 27 mila a +179k.

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,7%. I salari medi salgono dello 0,2% m/m (consensus +0,3%, mese precedente +0,3%). I salari sono saliti del 3,6% a/a (consensus +3,7%, mese precedente al +3,9% a/a).

Tante ombre nel mercato del lavoro. Rischi di recessione?

Le cifre sul mercato del lavoro di luglio hanno evidenziato numeri molto negativi per il mese appena trascorso, una crescita molto debole di nuovi impieghi che non si vedeva da dicembre 2020 e un tasso di disoccupazione che è salito a sorpresa al 4,3% (attese al 4,1%). Queste cifre suggeriscono che la Federal Reserve ha probabilmente aspettato troppo prima di modificare le proprie strategie monetarie. Gli investitori incominciare a scontare i rischi di un forte rallentamento dell’economia USA e di una possibile recessione per il 2025.

Il crollo dei rendimenti dei bond sul mercato lasciano pensare che la FED possa perfino pensare di fare un taglio del costo del denaro più significativo rispetto ai 25 bps scontati fino a qualche ora fa. Secondo il CME FedWatch Tool lo scenario più probabile è il taglio di 100 bps del costo del denaro entro fine anno. Crediamo che sarà necessario aspettare anche i dati su inflazione (in particolare indice core PCE) prima di avere certezze sulle prossime mosse della FED. In questo momento aumentano le possibilità che la FED possa tagliare i tassi nei 3 prossimi meeting (settembre, novembre, dicembre).

La reazione dei mercati è stata violenta soprattutto sui mercati valutari con un crollo del dollaro. L’eurodollaro è salito quasi fino a 1,09.

Male anche l’azionario statunitense che comincia a scontare i rischi di un forte rallentamento della crescita economica. Gli indici USA risentono anche delle deboli trimestrali di ieri sera (in particolare Intel -25% e Amazon -9%).
Tags: nfp
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