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Aerei russi e droni, la Nato alza il livello dello scontro

- di: Bruno Coletta
 
Aerei russi e droni, la Nato alza il livello dello scontro
Jet di Mosca intercettati vicino all’Alaska e al Baltico. Droni chiudono lo spazio aereo danese. Berlino vuole usare i beni russi congelati, Trump e Rutte minacciano abbattimenti. Zelensky avverte il Cremlino.

Il braccio di ferro tra Mosca e l’Occidente ha vissuto nelle ultime ore un’escalation che ha coinvolto cielo e diplomazia. Quattro jet russi sono stati intercettati nei pressi dell’Alaska dal North American Aerospace Defense Command, mentre caccia Nato hanno bloccato cinque aerei militari russi nei pressi dello spazio aereo lettone. Contemporaneamente, in Danimarca lo scalo di Aalborg è rimasto chiuso per ore a causa della presenza di droni non identificati, spingendo Copenaghen a rivolgersi direttamente all’Alleanza Atlantica.

Le reazioni dure di Mosca

L’ambasciatore russo in Francia, Alexey Meshkov, ha lanciato un avvertimento senza precedenti: “L’eventuale abbattimento di un aereo russo da parte della Nato significherebbe guerra”. Una minaccia che conferma il nervosismo del Cremlino dopo le ripetute violazioni aeree segnalate nelle ultime settimane, tra Estonia, Polonia e Romania. Mosca ha inoltre negato ogni responsabilità sugli avvistamenti di droni in Danimarca e Norvegia, definendo le accuse occidentali “strumentalizzazioni politiche”.

Trump e Rutte: pronti a colpire

Il presidente statunitense Donald Trump, in un bilaterale con Recep Tayyip Erdogan alla Casa Bianca, ha dichiarato: “I Paesi Nato devono abbattere i jet russi che violano il nostro spazio aereo”. Una posizione subito sostenuta dal segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte: “Se fosse necessario, sono totalmente d’accordo con Trump”. L’ex premier olandese ha poi ribadito la linea di Washington, sottolineando che la Nato e gli Usa lavorano ogni giorno “per proteggere il fianco orientale e sostenere l’Ucraina”.

Zelensky: i russi sappiano dove sono i rifugi

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato da Axios, ha mandato un messaggio diretto al Cremlino: “I leader russi farebbero bene a sapere dove sono i rifugi”. Zelensky ha aggiunto di aver chiesto a Trump nuovi sistemi d’arma a lungo raggio, garantendo che Kiev non colpirà mai i civili ma che, se la Russia continuerà a bombardare infrastrutture ucraine, la risposta sarà mirata a siti strategici russi. “Se ci attaccano, risponderemo. Trump sostiene il diritto di colpire le infrastrutture energetiche russe”, ha affermato.

Berlino cambia linea: usare i beni congelati

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha sorpreso l’opinione pubblica con una presa di posizione netta. In un editoriale sul Financial Times, ha invitato l’Unione europea a sbloccare i beni russi congelati per finanziare l’assistenza militare a Kiev. Una mossa che, secondo Berlino, potrebbe garantire fino a 140 miliardi di euro e dare un segnale chiaro di “deterrenza economica” a Putin. Il vicecancelliere Lars Klingbeil ha ribadito: “Putin dovrà pagare per la distruzione causata dalla guerra”.

Danimarca sotto pressione: lo spettro dei droni

L’incursione di droni sull’aeroporto di Aalborg, il secondo stop in pochi giorni dopo quello di Copenaghen, ha spinto la premier Mette Frederiksen a non escludere il coinvolgimento di Mosca. Tuttavia, il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen ha precisato che al momento “non ci sono prove dirette contro la Russia”. Intanto Copenaghen ha annunciato l’acquisto di nuove tecnologie anti-drone e la possibilità di invocare l’articolo 4 del Trattato Nato, che prevede la consultazione tra i membri in caso di minaccia alla sicurezza.

Europa divisa, ma il fronte si compatta

Se Donald Tusk ha accusato Trump di “scaricare sull’Europa la responsabilità della guerra”, i governi di Germania, Francia e Regno Unito hanno inviato un messaggio diretto a Mosca. Fonti diplomatiche riferiscono che, in un incontro a Mosca, gli ambasciatori occidentali hanno avvertito che ulteriori violazioni aeree saranno considerate “azioni deliberate” e risponderanno con “tutte le forze necessarie”. Una postura che, a detta di osservatori militari, avvicina l’Europa a un livello di scontro mai visto dal 1989.

Putin rilancia sul nucleare

Mentre il conflitto si inasprisce, Vladimir Putin ha annunciato al Global Atomic Forum di Mosca l’avvio della produzione in serie di piccole centrali nucleari, terrestri e galleggianti. Un messaggio con duplice valore: rassicurare l’opinione interna sulla capacità tecnologica russa e avvertire l’Occidente che la sfida non sarà solo militare, ma anche energetica.

Lo scenario resta incandescente. Con droni che mettono in crisi la sicurezza civile europea, caccia che sfiorano i cieli Nato e dichiarazioni di guerra mai così esplicite, la partita tra Mosca e l’Occidente rischia di precipitare in una spirale pericolosa. E l’Europa, pur divisa tra cautela e fermezza, sembra ormai costretta a fare i conti con una guerra che non è più confinata in Ucraina, ma che minaccia direttamente i suoi cieli.

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