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Musk furioso con l’Europa dopo la multa: “L’Ue va abolita”

- di: Vittorio Massi
 
Musk furioso con l’Europa dopo la multa: “L’Ue va abolita”

Una sanzione tecnica diventa un caso politico mondiale.

(Foto: Elon Musk).

La Commissione europea ha inflitto a X (ex Twitter), di proprietà Elon Musk, una multa da 120 milioni di euro. Secondo Bruxelles la piattaforma avrebbe violato il Digital Services Act attraverso tre elementi considerati critici: acquisto del blue check senza verifica reale, scarsa trasparenza sul sistema pubblicitario e mancato accesso ai dati per i ricercatori.

La scelta dell’Europa ha un peso politico enorme: non è solo un provvedimento amministrativo, ma la prima applicazione muscolare del nuovo quadro normativo digitale europeo. Il messaggio è chiaro: le piattaforme non possono più considerarsi zone extraterritoriali prive di responsabilità pubblica.


Musk contrattacca: abolire l’Unione europea

La risposta dell’imprenditore è stata immediata e durissima. Musk ha dichiarato che l’Unione europea andrebbe abolita e che la sovranità dovrebbe tornare integralmente ai singoli Stati. Un’affermazione che ha trasformato uno scontro regolamentare in un confronto ideologico sulla natura del potere digitale.

Il nodo della questione è semplice ma esplosivo: la rete deve essere regolata da istituzioni democratiche oppure lasciata al libero mercato? Chi garantisce davvero la libertà di espressione? I governi o le piattaforme che controllano l’algoritmo della conversazione globale?


Bruxelles ribatte: trasparenza, non censura

La Commissione Ue ha risposto specificando che l’obiettivo non è limitare il dibattito pubblico ma costruire un ambiente digitale più sicuro e verificabile. Per l’Europa la regolazione non è un freno all’innovazione, è il presupposto per un ecosistema tecnologico sostenibile e non manipolabile.

Il badge di verifica deve indicare identità reale, non essere uno status acquistabile. La pubblicità politica deve poter essere consultata e studiata. I ricercatori devono poter accedere ai dati per analizzare disinformazione, algoritmi e meccanismi di propagazione dei contenuti.


Perché questa vicenda sta cambiando la storia della rete

La multa avvia un precedente. Se una piattaforma come X deve rispondere alle regole europee, anche gli altri colossi digitali potrebbero subire lo stesso trattamento. Da Google a Meta, fino ai futuri sistemi di intelligenza artificiale generativa, nulla sarà più intoccabile.

Lo scontro ha una dimensione geopolitica. L’Europa punta su diritti, trasparenza, responsabilità pubblica. Gli Stati Uniti hanno storicamente difeso un modello più liberista, guidato dal mercato e dall’iniziativa privata. Due visioni del mondo stanno emergendo con nitidezza opposta.

Se il digitale è il nuovo territorio politico globale, questo è il suo primo vero confine.


Cosa può accadere adesso

  • X ha 60 giorni per eliminare il sistema di verifica considerato ingannevole.
  • Ha 90 giorni per adeguare la trasparenza pubblicitaria e aprire i dati alla ricerca indipendente.
  • In caso contrario, la piattaforma potrebbe subire sanzioni aggiuntive e limitazioni operative in Europa.
  • Il precedente giuridico potrebbe espandersi ad altre big tech, creando due modelli digitali globali: uno regolato, uno deregolato.

La domanda finale

Chi governerà il futuro della rete?

Gli Stati sovrani, tramite regolazione condivisa? Le aziende private, con libertà assoluta e algoritmica? Oppure nascerà un nuovo equilibrio, ancora tutto da scrivere?

Questa multa è solo l’inizio di una battaglia più lunga e più grande. La posta in gioco non sono solo profili utente o regole tecniche: è la forma stessa della libertà digitale nel mondo. 

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