Mediobanca e l'offerta Mps: uno scontro che va oltre le banche

- di: Bruno Coletta
 
Mediobanca ha preso una posizione netta contro l’offerta pubblica di scambio (Ops) avanzata da Monte dei Paschi di Siena (Mps), definendola “ostile” e “fortemente distruttiva di valore”. Il consiglio di amministrazione della banca milanese, riunitosi il 28 gennaio, ha impiegato tre ore per respingere l’offerta, criticandone sia il valore industriale che quello finanziario, e sottolineando i rischi per la propria identità e modello di business.

La risposta di Mediobanca
Secondo quanto emerso dal comunicato ufficiale, il cda di Mediobanca ritiene che l’operazione sia priva di un razionale industriale, in quanto metterebbe a rischio il focus strategico su settori a elevato valore aggiunto come il wealth management e l’investment banking. L’operazione, sostiene Piazzetta Cuccia, potrebbe generare un deterioramento significativo della base clienti e delle competenze interne, con il rischio di un esodo di risorse umane verso concorrenti, in particolare banche estere.
In aggiunta, l’Ops non prevede significative sinergie operative, data l’assenza di sovrapposizioni nelle reti distributive delle due banche. L’analisi di Mediobanca evidenzia anche difficoltà nella valutazione del valore intrinseco di Mps, complicata da elementi come le ingenti attività fiscali, i contenziosi legali in corso per un valore di 3,3 miliardi di euro e una concentrazione geografica limitata al Centro-Sud Italia.

La questione Generali e gli azionisti di peso
Oltre agli aspetti tecnici dell’Ops, Mediobanca ha sottolineato la "potenziale disomogeneità" di interessi tra i suoi principali azionisti, Delfin (19,4%) e Francesco Gaetano Caltagirone (5,5%), rispetto agli altri soci. Entrambi sono legati a rilevanti partecipazioni incrociate in Generali, che rappresenta una delle vere poste in gioco della vicenda. La partecipazione del 13% di Mediobanca in Generali è infatti considerata cruciale per il valore della banca milanese, costituendo circa il 40% del suo contributo agli utili.

Il calo in borsa e le reazioni del mercato
Il giorno successivo all’annuncio, la Borsa ha reagito negativamente: Mediobanca ha chiuso in calo del 4,4%, mentre il titolo Mps ha perso il 2,4%. Gli analisti interpretano queste flessioni come segnali di incertezza sul successo dell’operazione e sulla sostenibilità del progetto industriale proposto da Siena.
Fonti vicine a Mps, citate da diversi media, hanno respinto le critiche, affermando che “la natura industriale della business combination è talmente ovvia che la stessa Mediobanca ha incluso da tempo attività di credito al consumo nel proprio perimetro”. Secondo queste fonti, il peso delle attività di investment banking e wealth management sul bilancio di Mediobanca sarebbe inferiore a quanto dichiarato, contribuendo solo al 35% degli utili, mentre Compass e Generali rappresentano rispettivamente il 30% e il 40%.

Il ruolo della Bce e le prossime mosse
Essendo l’operazione di rilevanza sistemica, la Banca Centrale Europea (Bce) avrà un ruolo centrale nel valutarne gli aspetti regolamentari e di capitalizzazione. Il target minimo del 66,7% fissato per l’Ops corrisponde alle soglie che potrebbero essere richieste da Francoforte per autorizzare l’acquisizione.
Nel frattempo, il patto di consultazione di Mediobanca, che sostiene l’attuale management, ha visto la partecipazione di Finprog, società della famiglia Doris, con l’apporto di ulteriori 1,88 milioni di azioni. La quota complessiva vincolata al patto è così salita all’11,62%.

Uno scontro che va oltre le banche
Dietro lo scontro tra Mediobanca e Mps si intravedono dinamiche più ampie legate agli equilibri del sistema finanziario italiano. La partita non riguarda solo il futuro di Piazzetta Cuccia, ma anche il controllo di Generali, il più grande gruppo assicurativo italiano. Il prossimo futuro vedrà non solo una battaglia tra piani industriali, ma anche un confronto tra strategie di potere che potrebbero ridefinire gli assetti del settore bancario e assicurativo in Italia.
La questione resta aperta e ricca di sviluppi, con gli occhi puntati su Mediobanca, Mps, e sulle autorità di vigilanza europee.
(Nella foto l’AD di Mediobanca, Alberto Nagel)

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