La svolta in assemblea che fa vivere il risiko
L’assemblea di Mediobanca ha sancito una svolta decisiva: i soci hanno respinto il piano dell’amministratore delegato Alberto Nagel per acquisire Banca Generali. La proposta è stata bocciata con un verdetto limpido: 35 % di voti favorevoli, contro un fronte compatto composto dal 10 % di contrari e un pesante 32 % di astenuti — tra cui spiccavano i gruppi Delfin (20 %) e Caltagirone, oltre agli enti previdenziali, fondi istituzionali e Unicredit.
La partecipazione ha superato il 78 % del capitale sociale, sufficiente per rendere la decisione inequivocabile e far decadere ufficialmente l’offerta su Banca Generali. Nagel non l’ha mandata giù: ha accusato i grandi soci di agire per “conflitti di interesse”, facendo prevalere logiche legate ad altre attività italiane (Mps e Generali) rispetto agli interessi di Mediobanca, ha attaccato Nagel.
Il no spalanca l’“autostrada” a Mps
Con la strada difensiva ormai chiusa, Monte dei Paschi di Siena ha lanciato la propria Ops su Mediobanca — già avviata a luglio e in scadenza l’8 settembre 2025. Il fronte degli analisti osserva che ora “la strada di Mps è diventata un’autostrada”: con il sostegno dei grandi soci (Caltagirone e Delfin) che controllano quasi il 30 % del capitale, raggiungere la soglia minima del 35 % appare alla portata, mentre l’obiettivo maggiore — 50 % o perfino 66,67 % — galvanizza il mercato.
Il voto di ieri non soltanto ha spalancato l’autostrada a Mps, ma ha anche eliminato l’ostacolo tecnico — e strategico — che Nagel sperava potesse proteggere Mediobanca da un’acquisizione ostile.
Caltagirone e Delfin: azionisti tattici definiscono il gioco
La scelta di astensione e opposizione da parte di Delfin e Caltagirone è stata determinante, e si inserisce in una strategia più ampia. Questi gruppi, già saldamente posizionati in Mps e Mediobanca — e con interessi importanti in Assicurazioni Generali — sembrano muoversi con consentito fine: favorire l’Ops di Siena e, al contempo, consolidare la propria influenza dentro Generali, la cassaforte assicurativa italiana.
“Questa sconfitta di Nagel apre la stagione dell’attivismo azionario su Generali” e segna la fine di un’era in cui Mediobanca si presentava come bastione della finanza insider italiana — un patrimonio che ora è destinato a trasformarsi, osservano commentatori di mercato.
Un agosto di colpi: da Illimity a Popolare di Sondrio, e ora Siena su Milano
Non è un’estate come le altre: Bper ha chiuso con successo l’Opas sulla Popolare di Sondrio (80,7 %), Banca Ifis ha conquistato il 92,5 % di Illimity, segnando l’uscita di quest’ultima da Piazza Affari, e adesso tocca a Mps su Mediobanca aprire la partita forse più cruciale.
Il risultato sui mercati è chiaro: l’indice bancario del FTSE MIB ha segnato un notevole +72 % nell’ultimo anno, contro il +30 % dell’indice generale, a testimonianza dell’ottimismo verso un settore in fermento.
Cosa ci aspetta nelle prossime settimane?
Mps seguirà l’opera fino alla scadenza dell’Ops l’8 settembre: tutto sarà deciso negli ultimissimi giorni, tra possibili ritocchi dell’offerta e sprint finale.
Per i grandi soci (Delfin e Caltagirone), il traguardo non è solo Mediobanca: guardano a Generali, con rinnovata ambizione e influenza.
Il Governo e la Bce restano osservatori attivi, pronte ad intervenire in caso di ridisegni troppo bruschi dello scenario nazionale.
Un colpo startegico
Il no di ieri all’offerta su Banca Generali è stato un colpo strategico che ha tolto ogni freno a Mps: la strada verso il controllo di Mediobanca è ora un’autostrada luce verde. Caltagirone e Delfin, posizionati strategicamente, si preparano a scrivere il futuro anche a Trieste e oltre. È il trionfo del risiko bancario italiano, e siamo solo agli inizi.