Foto: Rino Gaetano, allestimento della mostra al Museo di Roma in Trastevere | Courtesy Zetema
A Firenze Kiev nelle fotografie di Massimo Listri
Un grande teatro, completamente vuoto, fa capolino tra lussuosi saloni delle feste fermatisi prima dell'ultimo ballo, tra opere d'arte velate, sacchi di sabbia. Una guerra senza protagonisti e senza sangue, in una Kiev insolita, sbuca dalle immagini del fotografo fiorentino Massimo Listri.
Sono alcuni degli scatti al centro della mostra Firenze - Kyiv e ritorno a cura di Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento di Firenze, in corso fino all’8 marzo a Firenze, nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio.
Massimo Listri ha raggiunto Kiev, ma non ha fotografato i morti, i feriti, le rovine, non ha voluto documentare l'orrore. Il suo reportage riguarda piuttosto alcuni dei maggiori siti del patrimonio storico artistico e architettonico della capitale ucraina proiettando sentimenti di morte attraverso la compassione per quanto di bello ha costruito il popolo ucraino nei secoli.
Roma omaggia Rino Gaetano
Al Museo di Roma in Trastevere documenti, foto, cimeli artistici, la raccolta dei dischi, video, strumenti musicali, abiti di scena come l’accappatoio indossato durante il Festivalbar all’Arena di Verona, ma anche la sua collezione di cappelli ricordano Rino Gaetano.
L’occasione è la mostra a cura di Alessandro Nicosia e Alessandro Gaetano, la prima dedicata al grande cantautore che con la sua voce ruvida e l’ironia tagliente ha saputo graffiare società e politica senza mai nascondersi dietro etichette e maschere.
Promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il percorso è anche un invito a ripercorrere i testi attraverso i quali, da Gianna a Ma il cielo è sempre più blu, tra sberleffi e battute caustiche, il cantautore di Crotone additava l’eterna crisi dell’Italia.
Castel Gandolfo 1944
Era il 25 gennaio 1944 quando migliaia di sfollati cercarono di sfuggire ai bombardamenti americani sui Castelli Romani trovando riparo negli spazi della Santa Sede a Castel Gandolfo, dove l’allora direttore delle Ville Pontificie, Emilio Bonomelli, decise di aprire i cancelli.
A 80 anni dal bombardamento alleato che il 10 febbraio del 1944 colpì la villa estiva di Propaganda Fide, nelle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, provocando oltre cinquecento vittime tra i profughi rifugiati, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ricorda quel drammatico momento con la mostra “Castel Gandolfo 1944”.
A raccontare ai visitatori del Palazzo Papale di Castel Gandolfo, le vicende di quella straordinaria accoglienza, tra assistenza e cure prestate agli sfollati, è la mostra storico-documentaria “Castel Gandolfo 1944”, allestita negli spazi del Palazzo Papale di Castel Gandolfo, a cura di Luca Carboni dell’Archivio Apostolico Vaticano.
Immagini fotografiche, filmati storici, oggetti d’epoca, interviste ai sopravvissuti ripercorrono la quotidianità di questa nuova “città di profughi” accampati nelle stanze, nelle scale, tra le rovine archeologiche del criptoportico della Villa di Domiziano, accanto a documenti inediti ritrovati sepolti tra le carte dell’Archivio delle Ville Pontificie.
Al MANN arrivano i Bronzi di San Casciano
Fino al 30 giugno il MANN – Museo archeologico nazionale di Napoli accoglierà la mostra Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano.
Il pubblico potrà ammirare le statuette bronzee, gli ex voto e le migliaia di monete rinvenute nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena.
Questi straordinari reperti, giunti fino a noi preservati nell'acqua calda, mostrano importanti iscrizioni in etrusco e latino e permettono di ricostruire i rituali e i culti delle divinità venerate nel grande santuario termale del Bagno Grande.
La mostra rappresenta quindi un’importante occasione per ammirare questi tesori restituiti dalla terra e dall'acqua e vivere l'esperienza unica del contatto visivo ed emozionale con testimonianze di un passato in cui il mondo romano e quello etrusco si riconoscevano attraverso riti sacri legati al termalismo e alla purificazione del corpo e dello spirito. In occasione dell’esposizione dedicata ai bronzi di San Casciano, il MANN inaugura anche nuove sale appena restaurate, destinate ad ospitare le mostre temporanee del Museo.