Un lancio di pietre, bottiglie e tensioni politiche in crescendo a pochi giorni dalle elezioni
(Foto: una ricostruzione con l'intelligenza artificiale dell'attacco al presidente argentino Milei).
Il giorno dell’assalto: tra pietre e bottiglie
Il presidente argentino Javier Milei, nel pieno della campagna elettorale per le elezioni legislative del 7 settembre (provinciali) e del 26 ottobre (di medio termine), è stato costretto a fuggire precipitosamente da un evento pubblico a Lomas de Zamora (provincia di Buenos Aires) dopo che alcuni manifestanti gli hanno scagliato contro pietre, bottiglie e altri oggetti.
Milei, che era in piedi nella rete della parte posteriore di una pick-up, insieme alla sorella e capo di gabinetto Karina Milei, è stato evacuato d’urgenza dalle guardie del corpo. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito, come confermato dal portavoce Manuel Adorni su X.
Reazioni e accuse incrociate
Subito dopo l'incidente, il governo ha scaricato la colpa sui militanti kirchneristi, accusandoli di orchestrare l’attacco tra i sostenitori del presidente. Adorni ha dichiarato che gli oppositori hanno “lanciato pietre spiegando il vuoto delle loro idee”.
La ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, ha puntato il dito contro il “Kirchnerismo”, ovvero l’ala dell’opposizione guidata dall’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner, tuttora influente politicamente nonostante la condanna e il divieto elettorale.
Scandalo in famiglia: tangenti, audizioni, tensione
Il caso ha il fiato sospeso: il caos attorno a Milei è amplificato dallo scandalo di corruzione che coinvolge la sorella Karina Milei. Indagini e registrazioni trapelate mostrano un presunto meccanismo di tangenti all’interno dell’Agenzia per i Disabili (ANDIS), dove Karina avrebbe percepito una quota del 3% su ogni contratto, secondo l’ex avvocato Diego Spagnuolo.
Milei ha negato tutto, annunciando azioni legali contro Spagnuolo: “Tutto è una menzogna”, ha detto, promettendo che la giustizia farà chiarezza.
Ripercussioni politiche ed economiche
L’episodio alimenta la già crescente polarizzazione politica. Le immagini della violenza, diffuse a livello nazionale, arrivano quando il consenso di Milei appare in flessione: sondaggi segnalano un aumento della disapprovazione e un calo vicino al 40% in alcune rilevazioni.
Il fragile equilibrio economico – con tassi d’inflazione ridotti ma costi sociali e disoccupazione in salita – rischia di essere compromesso da questa nuova ondata di tensioni, con reazioni negative dei mercati, calo dei bond e un clima di instabilità.
Dentro e fuori la politica: un quadro esplosivo
L’incidente di Lomas de Zamora non è un fatto isolato: è l’ultimo atto di una campagna segnata da mobilitazioni di piazza, contrasti sul decreto omnibus e proteste antigovernative già nel 2024.
Ora, con lo spettro della corruzione familiare e l’attacco fisico subito in pubblico, la presidenza di Milei affronta una prova cruciale, e le prossime settimane potrebbero definire il destino del suo progetto “ultra-liberista”.
I punti salienti
- 27 agosto 2025: a Lomas de Zamora, l’auto di Milei bersagliata da pietre e bottiglie; lui e la sorella ne escono illesi.
- Reazione del governo: accuse agli oppositori legati al Kirchnerismo; “la politica lancia pietre perché manca di idee”, ha affermato Adorni.
- Scandalo corruttivo in corso: Karina Milei sospettata di aver percepito tangenti tramite ANDIS; Milei nega e promette denunce.
- Effetti politici ed economici: consenso in calo, sondaggi negativi, tensione sui mercati.