Indagine Miodottore: "Sindrome del Grinch, ne soffre più di un italiano su due"

- di: Barbara Bizzarri
 
La meraviglia delle Feste, la dolcezza del Natale, l’allegria di essere tutti vestiti a festa a casa dei parenti? Macché. Da un’indagine di Miodottore, società del Gruppo DocPlanner, leader mondiale della sanità privata che connette i pazienti con medici specialisti, medici di medicina generale, centri medici e ospedali come IRCCS Humanitas, IEO, Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Raffaele, Ospedale Israelitico, Gruppo Mantova Salus e Gruppo GVM, sembrerebbe invece che gli italiani non ne possano più di pranzi e cene ad alta densità familiare e outfits da sfoggiare con il parentado. A Natale si formano due schieramenti: c’è chi lo ama, come il 42% degli italiani, i veri amanti del Natale, che diventano felici in modo contagioso; poi ci sono quelli che “ci vediamo all’Epifania”, vuoi perché fanno parte degli indecisi che oltre alla lista dei regali hanno sempre appresso anche quella dei pro e dei contro delle festività (40%) o perché non riescono proprio a sopportare lo spirito natalizio che si respira in ogni angolo (18%); e chi è un po’ Grinch (58%), ma in fondo quasi tutti sono più stressati del solito, tanto che lo “stressometro”, per il 78% degli italiani, si impenna proprio a Natale: a prescindere dallo schieramento cui si appartenga, dunque, quello che è certo è che questo periodo dell’anno è una fonte di stress per la maggior parte degli italiani, proprio quando i panettoni svettano fieri nei supermercati e le Christmas carols più famose risuonano in ogni dove.

Miodottore: "Sindrome del Grinch, ne soffre più di un italiano su due"

Ma quali sono i fattori che scatenano una sorta di “sindrome del Grinch”? Dall’indagine di MioDottore emergono due macro categorie di stress che accompagnano il Natale: da un lato un vissuto privato e connesso alla sfera familiare, dall’altro la vita professionale. In questo periodo, infatti, quasi 2 italiani su 5 (39%) attribuiscono il malessere a una situazione familiare delicata che non permette loro di godere appieno delle feste, e una percentuale simile (36%) soffre quei “parenti serpenti” con i quali è obbligato a condividere la stessa tavola. Anche l’avvicinarsi della fine dell’anno lavorativo genera ansia, tanto che il 39% degli intervistati lamenta una maggiore preoccupazione causata dai numerosi impegni sul luogo di lavoro, come bilanci, scadenze e pianificazioni per il nuovo anno.

Se le questioni familiari e il sovraccarico professionale turbavano il Bel Paese anche quando parole come “distanziamento sociale” e “assembramenti” non facevano parte del gergo comune, rispetto al 2019 è cresciuta la percentuale di chi si dichiara stressato dalla socialità allargata tipica delle feste. Così, forse perché preoccupati da una nuova ondata pandemica (15%) o perché amanti di un Natale più intimo (25%), il turbinio di aperitivi pre-natalizi, cene aziendali e brindisi assieme ai compagni di palestra fa entrare in ansia il 36% degli italiani, il 16% in più rispetto al 2019.

E non finisce qui: sebbene quasi la metà degli intervistati (47%) si dica felice nel rivedere i propri cari in occasione delle festività, le abbuffate interminabili infastidiscono non solo la digestione, tanto che un italiano su due (49%) si siede a tavola sperando che il pranzo o il cenone di turno finisca presto. Tra chi scalpita sulla sedia, c’è un pure quel 10% che spera di eludere anche quest’anno tutte quelle domande scomode sulla propria vita sentimentale e un 5% che domanda ai commensali se le pietanze siano di loro gradimento, augurandosi che nessuno muova una critica. Difatti, dallo studio di MioDottore sembra che lo chef dei pranzi di Natale viva una vera e propria ansia da prestazione, a tal punto che chi li apprezza lo fa proprio perché non è lui il padrone di casa (15%) né il cuoco dell’occasione (20%). Le riunioni, familiari o non che siano, sono poi un’altra fonte di stress: chi pensa che fare shopping e indossare una mise impeccabile possa in qualche modo rilassare gli italiani, sbaglia di grosso. Se è vero che oltre la metà trova entusiasmante andare alla ricerca dell’outfit perfetto per gli appuntamenti mondani di dicembre, il vero sogno del cassetto italico è sfoggiare un look “da casa”. A far gola non è tanto un completo elegante o un abito di lustrini e neanche quel maglione con le renne che fa subito di Natale. In realtà, il dress code preferito dal 49% degli italiani è quello che lo ha accompagnato durante tutta la quarantena: pantofole ai piedi, pigiama o tuta addosso e, soprattutto, nessuno pronto a elargire consigli stilistici non richiesti.
Tags: salute
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