L’Italia è entrata nel 𝐩𝐢𝐞𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨 𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐫𝐧𝐚𝐥𝐞. Nelle ultime settimane si registra un 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐠𝐢, accompagnato da 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐧𝐬𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐞𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢, in particolare 𝐟𝐞𝐛𝐛𝐫𝐞 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐭𝐚, 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐬𝐚𝐭𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐞 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐢.
Influenza, Italia nel pieno del picco invernale: aumentano contagi, pressione sui PS
Una situazione che sta avendo ricadute dirette sull’organizzazione della sanità territoriale e che si traduce in un 𝐢𝐧𝐜𝐫𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐚𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨, soprattutto nelle grandi aree urbane.
L’andamento epidemiologico mostra una 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐯𝐢𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐚, favorita dalle condizioni climatiche stagionali, dalla ripresa delle attività sociali dopo le festività e da un generale abbassamento delle difese immunitarie. A destare maggiore attenzione tra i medici è la 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢, che in molti casi si prolunga per diversi giorni, rendendo più lento il recupero e alimentando la percezione di una forma influenzale particolarmente aggressiva.
Uno degli elementi distintivi dell’attuale stagione è rappresentato dalla 𝐟𝐞𝐛𝐛𝐫𝐞 𝐞𝐥𝐞𝐯𝐚𝐭𝐚, che spesso supera i 39 gradi e si manifesta in modo improvviso. A questa si associano 𝐭𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐞𝐜𝐜𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐭𝐞, cefalea e una 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐟𝐟𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨 che limita le normali attività quotidiane anche dopo la fase acuta. Un quadro che, pur rientrando nell’evoluzione tipica dell’influenza stagionale, viene vissuto come più severo, soprattutto dalle fasce più fragili della popolazione.
La conseguenza immediata è una crescente pressione sulle strutture di emergenza. I 𝐩𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 registrano un aumento degli accessi, in particolare nelle ore serali e nei fine settimana, con operatori sanitari chiamati a gestire un elevato numero di pazienti con sintomi influenzali. Una dinamica che rischia di incidere sui tempi di attesa e sulla capacità di risposta ai casi realmente urgenti.
A richiamare alla necessità di un uso appropriato dei servizi sanitari è anche il Ministero della Salute, che invita i cittadini a 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐢𝐧𝐠𝐮𝐞𝐫𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐮𝐧 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐦𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐨. Nella maggior parte dei casi, spiegano gli esperti, la patologia può essere gestita a domicilio attraverso una terapia sintomatica e con il supporto del medico di base, evitando il ricorso improprio ai pronto soccorso.
Centrale resta il tema dell’uso corretto dei farmaci. L’influenza è una 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐭𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐨𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐞 𝐯𝐢𝐫𝐚𝐥𝐞 e, come ribadito anche dall’Istituto Superiore di Sanità, 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐛𝐢𝐨𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢 se non in presenza di complicanze batteriche accertate. Un impiego non appropriato non accelera la guarigione e contribuisce invece al fenomeno dell’antibiotico-resistenza.
Particolare attenzione viene raccomandata per 𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐧𝐢, 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐟𝐫𝐚𝐠𝐢𝐥𝐢 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐩𝐚𝐭𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐞 𝐜𝐫𝐨𝐧𝐢𝐜𝐡𝐞. In questi casi, una febbre persistente o un peggioramento improvviso delle condizioni generali rendono opportuna una valutazione clinica approfondita.
Secondo gli specialisti, l’intensità dell’attuale 𝐬𝐭𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚𝐥𝐞 è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui una 𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐢𝐟𝐨𝐫𝐦𝐞, che ha favorito una diffusione rapida del virus su tutto il territorio nazionale.
Le raccomandazioni degli esperti restano improntate alla responsabilità individuale. 𝐑𝐢𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞 𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐬𝐞 𝐚𝐜𝐮𝐭𝐚, rispettare i tempi di recupero e adottare comportamenti preventivi di base può contribuire a 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐮𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 nelle settimane del picco.