Meloni in Algeria con una agenda che non parla solo di energia

- di: Redazione
 
Se le prime uscite internazionali di Giorgia Meloni sono state soprattutto in ambito di incontri dell'Ue o di eventi con la partecipazione di più capi di Stato o di governo, la missione ad Algeri è il primo vero banco di prova per le ambizioni del presidente del Consiglio di sapere far fare al Governo, e quindi all'Italia, un salto di qualità sul delicato scenario della politica estera. L'Algeria, per l'Italia e quindi per Giorgia Meloni, è anche una verifica di quel che altri prima di lei hanno fatto (come l'ex presidente del consiglio, Mario Draghi) e capire sino a che punto il nostro Paese può proporsi come ottimo ed affidabile partner, anche se non necessariamente privilegiato.

Meloni in Algeria con una agenda che non parla solo di energia

Le problematiche che si troveranno sul tavolo, nel corso della missione, sono complesse e non solo legate a quelle importantissime dell'energia. Da quando la Russia ha scatenato la sua guerra contro l'Ucraina, sperando che tutto si risolvesse in poche settimane e che il mondo avrebbe dovuto giocoforza prendere atto del fatto compiuto, l'Italia ha dovuto cercare altri interlocutori, altri Paesi che le consentissero di affrancarsi dal guinzaglio energetico (trasformatosi in un cappio) di Mosca. Lo ha trovato nell'Algeria, con la quale l'Italia ha rapporti ultradecennali che non sempre hanno saputo capitalizzare il patrimonio di cui possiamo vantarci. Giorgia Meloni, quindi, parlerà con i suoi interlocutori di energia, come scontato, ma probabilmente esplorerà le possibilità che l'Italia possa aumentare esponenzialmente la sua presenza economica nel Paese nordafricano.

L'Algeria ha una struttura amministrativa fortemente centralizzata, così come le politiche energetiche che sono condizionate dalla scelte delle aziende di Stato che determinano la vita quotidiana dei milioni di algerini che vivono soprattutto per un sistema sociale che cerca di redistribuire equanimemente le immense ricadute delle esportazioni di idrocarburi (petrolio e gas).
Fatte le debite proporzioni, se l'Eni (anche Descalzi è in Algeria) in Italia è importante, la sua omologa algerina, la Sonatrach, è un centro di potere, con cui tutti, cercando di fare affari con l'Algeria, devono fare i conti.

Ma la visita di Meloni ha altri obiettivi, soprattutto politici. Perché l'Algeria è una potenza regionale (soprattutto dal punto di vista militare) e costituisce anche un avamposto contro l'espansione del terrorismo armato di matrice islamica, che ribolle nelle regioni dell'Africa sub-sahariana, dalle quali partono quotidianamente migliaia di disperati che vogliono arrivare con ogni mezzo in Europa. Stabilizzare politicamente (anche solo nel ruolo di sentinella) la fascia 'nera' al confine del Sahara avrebbe ricadute enormi, non solo per l'Italia. Per questo bisogna dare fiducia all'Algeria, che sta ancora cercando disperatamente di chiudere la pagina della presidenza di Abdelaziz Bouteflika e del clima di diffusa corruzione che la sua corte - in cui imperavano familismo e rapacità - aveva sparso per l'intero Paese.
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