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Meloni ad Addis Abeba per il vertice Onu sul cibo: "Con l'Africa, non per l’Africa"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Meloni ad Addis Abeba per il vertice Onu sul cibo: 'Con l'Africa, non per l’Africa'

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, per copresiedere il terzo vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, uno degli appuntamenti internazionali chiave per ridefinire le strategie globali contro fame, malnutrizione e insicurezza alimentare. L’incontro, organizzato in collaborazione con la FAO, l’Unione Africana e il governo etiope, riunisce capi di Stato, istituzioni multilaterali, attivisti e rappresentanti della società civile. Il summit arriva in un momento cruciale, segnato da instabilità geopolitica, crisi climatica, rincaro dei prezzi agricoli e crescenti diseguaglianze tra Nord e Sud del mondo.

Meloni ad Addis Abeba per il vertice Onu sul cibo: "Con l'Africa, non per l’Africa"

Il governo italiano partecipa al vertice portando il modello del Piano Mattei, la strategia promossa da Meloni per costruire una nuova alleanza con l’Africa basata su co-sviluppo, partenariati paritari e investimenti nei settori chiave, dall’energia all’agricoltura. “Non siamo qui per dare lezioni, ma per ascoltare e collaborare – ha detto Meloni aprendo i lavori –. Con l’Africa, non per l’Africa: vogliamo costruire insieme soluzioni durature per garantire a tutti il diritto al cibo”. Il piano, presentato come un’alternativa ai modelli neocoloniali, punta a rafforzare la capacità produttiva locale e l’autonomia alimentare, investendo in filiere sostenibili, formazione tecnica e tutela ambientale.

Crisi alimentare e cambiamento climatico al centro
Durante il vertice è stato ribadito come la crisi alimentare globale, acuita dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni sul Mar Rosso, stia colpendo con particolare durezza i Paesi africani. In Etiopia, nel Corno d’Africa e nel Sahel, milioni di persone vivono in condizioni di emergenza alimentare, tra carestie, siccità e instabilità politica. Secondo la FAO, solo nell’Africa subsahariana oltre 280 milioni di individui soffrono insicurezza alimentare grave. Il vertice punta a rafforzare le politiche pubbliche a sostegno dei piccoli agricoltori, dei sistemi locali di approvvigionamento e delle pratiche resilienti ai cambiamenti climatici.

L’incontro con Abiy Ahmed e i nuovi progetti italiani

Meloni ha incontrato il primo ministro etiope Abiy Ahmed per rilanciare la cooperazione bilaterale su energia, infrastrutture e agricoltura. L’Italia ha annunciato un pacchetto di investimenti in Etiopia da 150 milioni di euro nei prossimi tre anni, destinati soprattutto a progetti di sviluppo rurale e gestione delle risorse idriche. Tra gli accordi siglati, anche un piano per la digitalizzazione dei mercati agricoli e il rafforzamento della filiera del grano locale. Meloni ha sottolineato la necessità di “dare un futuro ai giovani africani nei loro Paesi, creando lavoro, opportunità, dignità”.

Una sfida globale che riguarda anche l’Europa
La presidente del Consiglio ha ricordato come la sicurezza alimentare sia una questione globale che tocca anche l’Europa. I cambiamenti climatici stanno già mettendo sotto stress la produzione agricola nel Mediterraneo, mentre l’instabilità in Africa contribuisce ai flussi migratori verso il Nord. “La sovranità alimentare – ha detto – è parte integrante della stabilità geopolitica. E senza una gestione condivisa del cibo, non ci sarà equilibrio duraturo tra i continenti”. Il governo italiano ha chiesto che l’Europa aumenti i fondi destinati alla cooperazione agricola e che gli investimenti siano vincolati a reali trasferimenti di competenze e tecnologie.

Dall’Etiopia al G20: verso una nuova agenda alimentare

Il vertice Onu di Addis Abeba rappresenta una tappa importante anche in vista della presidenza italiana del G7 nel 2025. Meloni ha annunciato che uno dei temi centrali dell’agenda sarà proprio il nesso tra sicurezza alimentare, migrazioni e crisi climatica. Il modello proposto da Roma punta a un equilibrio tra pragmatismo geopolitico e principi etici, con l’obiettivo di trasformare l’approccio all’Africa da emergenziale a strutturale. “Non basta distribuire aiuti – ha detto – bisogna costruire sistemi che funzionino da soli, che siano sostenibili, giusti e inclusivi. È tempo di voltare pagina”.

Le reazioni della comunità africana e internazionale
La partecipazione italiana è stata accolta con interesse e cauta fiducia dai rappresentanti africani, molti dei quali chiedono però che le promesse si traducano in risultati tangibili. Alcuni leader hanno espresso il timore che il Piano Mattei possa restare un contenitore vuoto se non sostenuto da impegni vincolanti e finanziamenti adeguati. Da parte delle agenzie Onu è arrivato un apprezzamento per il ruolo propositivo dell’Italia, ma anche un invito alla coerenza: “Il tempo dei proclami è finito – ha detto il direttore generale della FAO –. Serve azione, coraggio, responsabilità condivisa”.

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