Mediobanca: nel 2021 Prada la più grande azienda di moda per ricavi, poi Luxottica e Calzedonia
- di: RCor
Nel 2021 le prime venti aziende di moda hanno rappresentato da sole oltre la meta' del fatturato aggregato. Al primo posto per ricavi si e' confermata Prada (3,4mld) che ha preceduto Luxottica Group (3,2mld), consolidata dalla multinazionale EssilorLuxottica, e Calzedonia Holding (2,5mld). Seguono Moncler e Giorgio Armani con un giro d'affari di 2mld ciascuno. E' quanto emerge dal rapporto di Mediobanca. La redditivita' segnala una dinamica calante: l'ebit margin e' sceso dal 12,1% del 2019 al 10,6% del 2021, dopo l'impatto dirompente della crisi quando si era fermato al 4,5%. Il comparto pelli, cuoio e calzature riporta i margini piu' soddisfacenti (15,7% nel 2021), seguito dall'occhialeria (12,3%). Abbigliamento e gioielleria sono gli unici due settori produttivi ad aver migliorato i margini nel triennio, superando i livelli pre-crisi. I prodotti di alta qualita' continuano a premiare la redditivita', con l'alta gamma a chiudere il 2021 con un ebit margin del 10,8%, il 46% al di sopra dei valori dei produttori mass market (7,4%). Il podio per redditivita' vede al primo posto Fendi (32,8%), davanti a Renato Corti (29,5%) e Gingi (29,2%, principale marchio Elisabetta Franchi). Sono rimbalzati del 46,4% sul 2020 gli investimenti che hanno superato dell'8,9% i livelli pre-crisi (330 milioni in piu' sul 2019). Fra le aziende produttive, nel comparto della gioielleria la crescita e' stata anche piu' consistente (+189,1%). Sul fronte patrimoniale, le aziende della moda hanno rafforzato la propria struttura finanziaria (debiti finanziari sul capitale netto al 40,8% nel 2021 dal 56,8% del 2019), con i produttori di occhiali, abbigliamento e tessuti a distinguersi come i piu' capitalizzati. La liquidita' e' salita a livello aggregato dal 38,6% dei debiti finanziari nel 2019 al 55,3% nel 2021. Per le aziende produttive si segnala l'aumento del numero di imprese attribuibili alla fascia investment grade, la cui incidenza e' passata dal 79,9% nel 2019 all'87,2% nel 2021