Anche se le diplomazie continuano il loro lavoro sotterraneo per giungere ad un cessate il fuoco, non si fermano le operazioni militari di Israele. Ieri un bombardamento israeliano, secondo quanto riferito dall'agenzia palestinese Wafa, ha causato la morte di almeno 27 persone, la maggior parte delle quali sfollate, nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza. Intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu insiste nell'affermare che l’obiettivo della campagna a Gaza, che è distruggere Hamas, richiede un’incursione di terra delle forze israeliane a Rafah, dove si rifugiano 1,5 milioni di palestinesi.
Medio Oriente, Netanyahu insiste: "Bisogna distruggere Hamas"
Un obiettivo che il leader israeliano ribadisce nonostante gli inviti che giungono da tutto il mondo per evitare una nuova carneficina che metta a rischio gli sforzi di pace. Il ministro degli Esteri britannico David Cameron, dopo avere premesso che è urgente un cessate il fuoco per il rilascio degli ostaggi israeliani e l'ingresso degli aiuti, ha detto che per giungere ad un cessate il fuoco permanente devono essere soddisfatte molte condizioni, tra cui lo smantellamento delle infrastrutture di Hamas e della partenza dei suoi leader da Gaza.
L'esercito e le forze di sicurezza israeliane continuano intanto l'operazione, lanciata lunedì scorso, contro l'ospedale Al Shifa, a Gaza City, il più grande della Striscia e uno dei pochi centri ancora operativi.
Secondo le informazioni fornite dall'Idf, l'operazione è costata la vita a ''90 terroristi'', ,mentre esercito e forze di sicurezza hanno ''interrogato più di 300 sospetti nel complesso" e "e altri 160 sospetti sono stati trasferiti in territorio israeliano per ulteriori interrogatori".
Continuano, intanto, i negoziati tra Israele e Hamas, con l'obiettivo di raggiungere una tregua di almeno 40 giorni durante la quale gli ostaggi israeliani potranno essere rilasciati in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi e sarà consentito il libero ingresso degli aiuti umanitari a Gaza.
Il Ministero degli Esteri canadese, da parte sua, ha confermato che Ottawa sospenderà le esportazioni di armi verso Israele dopo che il Parlamento ha approvato una mozione non vincolante con la stessa richiesta nel quadro dell'offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza. La decisione è stata definita ''deplorevole'' dal ministro degli Esteri di Israele, Israel Katz.
"È deplorevole - ha scritto in un messaggio Katz - che il governo canadese stia facendo un passo che mina il diritto di Israele all'autodifesa contro i terroristi di Hamas. (...) La storia giudicherà severamente l'attuale azione del Canada".
La mozione del Parlamento canadese, promossa dal New Democratic Party, è stata approvata con 204 voti favorevoli, 117 contrari.