Medio Oriente: Netanyahu dice no al cessate il fuoco

- di: Redazione
 
Mentre continuano incessanti le notizie sul fronte militare in Medio Oriente, in una conferenza stampa, su cui aleggiava l'emozione per il video in cui tre donne, rapite nell'attacco del 7 ottobre da un kibbutz e ancora in mano ad Hamas, lo accusavano di non fare nulla per la loro liberazione, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riaffermato che Israele ''non accetterà la cessazione delle ostilità con Hamas'' come hanno fatto ''gli Stati Uniti (…) dopo il bombardamento di Pearl Harbor o dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre''. Durante l'incontro con i media stranieri, il primo ministro ha detto che cessare il fuoco significherebbe cedere alla ''barbarie'' di Hamas.

Medio Oriente: Netanyahu dice no al cessate il fuoco

''C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra'', ha detto citando la bibbia. Secondo Netanyahu, l’esercito israeliano sta avanzando “metodicamente” nella Striscia di Gaza, mentre ''l’IDF ha esteso il suo ingresso via terra nella Striscia di Gaza''.
Questa mattina, in una nota congiunta, l'esercito israeliano e l’intelligence interna affermano di aver ucciso Nissim Abu Ajina, ''che guidò gli attacchi al Kibbutz Erez e al Moshav Netiv Hathara''.
L'IDF e lo Shin Beth hanno dichiarato di avere ucciso Nissim Abu Ajina ieri sera, in un raid aereo la sera. L'uomo è stato presentato come il comandante del battaglione Beit Lahya della divisione settentrionale di Hamas, "che ha guidato gli attacchi mortali il 7 ottobre contro il Kibbutz Erez e il Moshav Netiv Haasara''. Nella dichiarazione di Ajina si ricorda il passato al comando dell' "aeronautica di Hamas'' e la sua partecipazione ''allo sviluppo delle capacità di droni e parapendio dell'organizzazione terroristica''.

Sul fronte umanitario, l'organismo del Ministero della Difesa israeliano che supervisiona le attività civili nei Territori palestinesi ha reso noto che ieri sono entrati nella Striscia 39 camion, portando a 156 il numero totale di quelli entrati nell'enclave palestinese dall'inizio delle ostilità.
Ma, come ha detto Philippe Lazzarini, capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l'UNRWA, ''i pochi convogli autorizzati via Rafah non sono nulla in confronto ai bisogni degli oltre 2 milioni di persone intrappolate a Gaza'', chiedendo un ''cessate il fuoco umanitario immediato, che è diventato una questione di vita o di morte per milioni di persone''.
Le forze israeliane hanno riferito di aver colpito le infrastrutture di Hezbollah in Libano nella notte tra lunedì e martedì . Il primo ministro libanese, Najib Mikati, da parte sua, ha assicurato che sta facendo del suo meglio per ''impedire che il Libano entri in guerra''.

Hamas sostiene che più di 8.300 persone, in maggioranza civili e quasi la metà bambini, sono state uccise dai bombardamenti israeliani dall'inizio della guerra. Più di 1.400 persone sono morte, soprattutto civili, durante l'attacco perpetrato dal movimento islamico palestinese in Israele il 7 ottobre.
Intanto l'ospedale turco-palestinese di Gaza è stato colpito da un attacco aereo. Il suo direttore, il dottor Sobhi Skeik, ha riferito che due stanze al terzo piano dell'ospedale sono state parzialmente distrutte, con il danneggiamento del sistema di distribuzione dell'ossigeno e dell'approvvigionamento idrico dell'edificio. L'ospedale è specializzato nel trattamento del cancro. Secondo la direzione, attualmente ospita dai 100 ai 150 pazienti, 200 membri dello staff e 100 sfollati.

La Mezzaluna Rossa palestinese riferisce di “incessanti attacchi di artiglieria e aerei nel quartiere Tal-Alhwa a Gaza, dove si trova l’ospedale Al-Quds”, nota l’organizzazione su X. “L’edificio trema e i civili sono sfollati così come il personale è preda di paura e panico”, avverte la Mezzaluna Rossa.
Secondo la Mezzaluna Rossa, oltre ai pazienti, il complesso ospedaliero ospita 14.000 persone che hanno cercato rifugio lì per sfuggire agli attacchi israeliani. Israele ha ripetutamente accusato Hamas di utilizzare gli ospedali per nascondere armi o combattenti. Il movimento islamico palestinese lo ha categoricamente negato.
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