Lucano: il buon samaritano può stracciare le leggi?

- di: Redazione
 
Di esempi di persone che hanno visto nel prossimo un fratello (senza guardare il colore della sua pelle o il censo) ne abbiamo parecchi. Il buon samaritano è forse quello che maggiormente è scolpito nella nostra memoria ed è giusto che sia così. È a questa figura che pensiamo se guardiamo alle vicende di Mimmo Lucano, la cui condanna pesantissima - tredici anni di reclusione, a fronte di una richiesta del pm di sette anni e undici mesi - ha generato reazioni quasi univoche nello stigmatizzare la sentenza del tribunale di Locri.

Lucano, come abbastanza comprensibile, è rimasto sconvolto sentendo la voce del presidente del collegio giudicante bollarlo come colpevole, e la sua reazione di sbigottimento è assolutamente comprensibile anche perché sino all'ultimo si era detto convinto di non avere fatto nulla per cui essere condannato.

Lasciamo a lui ed ai suoi avvocati il tempo di metabolizzare lo schiaffo e di aspettare le motivazioni della sentenza, che comunque il suo collegio di difesa ha stigmatizzato. Ci si consentano però delle riflessioni sul dopo verdetto. che in molti hanno commentato probabilmente da digiuni di diritti e comunque ritenendosi in grado di potere giudicare l'operato dei giudici, non conoscendone l'analisi dei fatti che li hanno convinti della colpevolezza di Lucano.

Mimmo Lucano è stato condannato a 13 anni di reclusione

Anche se la condanna resta pesantissima, c'è sempre da considerare che essa è conseguenza di un giudizio che, sino a prova del contrario, si è basato essenzialmente sui fatti e appare scontato che Lucano abbia giostrato, da sindaco, su flussi di denaro usandoli sempre a fin di bene, ma con destinazioni diverse da quelle che ne giustificavano l'erogazione. Semplici artifici contabili, che però la legge non consente.

Così come è scontato che - se abbiamo capito - lui non ha avuto ricadute personali (ovvero soldi o altro) se non la soddisfazione di avere dato a disperati e reietti, provenienti spesso dall'inferno di un conflitto, una nuova opportunità. Avendo fiducia nella giustizia - da cittadini non potremmo fare altrimenti -, dobbiamo però esprimere qualche dubbio sulla scelta fatta da Lucano, a distanza di pochissimo tempo dalla lettura della sentenza, di sostenere che dietro il verdetto si agitano due figure, un "uomo politico di razza" e un "magistrato molto importante". In questo modo è caduto - al netto della sua disperazione di uomo che si sente innocente e che è stato condannato - nell'usurato modello di chi deve trovare, ai suoi guai, responsabilità di altri.

In una terra che spesso (e a torto) viene etichettata come omertosa, Lucano è incorso nell'errore di lanciare un messaggio e questo, da chi ha fatto della limpidezza dei contenuti morali della sua "missione", non lo si può accettare. E poi i tanti commentatori "in fatto e diritto", pur se del secondo poco o nulla sanno, saltano con disinvoltura un caposaldo della nostra giustizia che considera una persona colpevole solo dopo che siano stati percorsi i diversi gradi di un giudizio. C'è da scommettere che il tenore della sentenza d'appello sarà molto diversa da quella del tribunale di Locri, soprattutto nella quantificazione della condanna che è ingiustificata ancorché pesantissima agli occhi di chi crede in Mimmo Lucano; imposta dall'analisi approfondita dei fatti di causa per chi qualcosa di diritto penale mastica.

Che poi ci sia chi definisce aberrante la sentenza senza conoscerne le motivazioni fa parte del gioco delle parti della politica dove se "A" dice una cosa, "B", che è il suo nemico, deve dire l'esatto opposto. Comunque, dalle imminenti elezioni regionali in Calabria, dove Mimmo Lucano ha deciso di partecipare schierandosi con il sindaco uscente di Napoli e aspirante presidente della giunta calabrese Luigi de Magistris, l'ex primo cittadino di Riace uscirà vincente perché appare scontato che l'onda emotiva che lo sta sostenendo avrà effetti anche nell'urna. Anche se l'interdizione dai pubblici uffici, inflitta a Lucano pende sul suo capo.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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