Liliana Segre e la memoria che non si spegne: al via la proiezione del film
- di: Cristina Volpe Rinonapoli
La memoria è una fiamma che deve restare accesa, sempre. Eppure, come ogni fuoco, ha bisogno di essere alimentata, anche contro il vento dell’indifferenza. Questo è il messaggio che emerge con forza dal film "Liliana" di Ruggero Gabbai, un’opera che restituisce la voce della senatrice a vita Liliana Segre e ci invita a riflettere sul peso della storia.
Dal 20 al 22 gennaio, Liliana sarà proiettato in sette sale milanesi e in 220 sale italiane, grazie all’iniziativa della casa di distribuzione Lucky Red. Il lungometraggio ripercorre l’esperienza della Shoah attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta, portandoci al famigerato Binario 21 e raccontando il ritorno alla vita dopo il lager. Gabbai non è nuovo a questo tipo di narrazione: già in passato aveva firmato docufilm su Liliana Segre, ma qui si percepisce un’urgenza narrativa che travalica i confini dello schermo.
Liliana Segre e la memoria che non si spegne: al via la proiezione del film
Nata a Milano nel 1930 in una famiglia ebraica, Liliana Segre aveva solo 8 anni quando, a causa delle leggi razziali fasciste, fu espulsa da scuola. Nel gennaio del 1944, a soli 13 anni, venne deportata ad Auschwitz-Birkenau insieme al padre, che non sarebbe mai tornato. Liliana fu una delle poche bambine a sopravvivere al campo di sterminio: al momento della liberazione pesava solo 32 chili.
Il ritorno a casa fu segnato dal silenzio. Per decenni non parlò di ciò che aveva vissuto, custodendo un dolore che sembrava impossibile da condividere. Ma dagli anni ’90, Segre iniziò a raccontare la sua storia, diventando una delle voci più autorevoli nella lotta contro l’antisemitismo e il razzismo. Nel 2018, è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riconoscendone l’impegno civico e il ruolo fondamentale come testimone della Shoah.
Il Cinema Orfeo: una storia milanese
Il Cinema Orfeo, situato in Viale Coni Zugna 50 nei pressi della Darsena, è una delle sale storiche di Milano. Inaugurato nel 1936, venne danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e riaperto nel 1949, vantando all'epoca lo schermo più grande della città. Nel corso degli anni, l'Orfeo ha ospitato non solo proiezioni cinematografiche, ma anche concerti di artisti di fama internazionale, tra cui Gerry Mulligan, Dizzy Gillespie, James Brown e Tina Turner.
Il documentario Liliana: un ritratto intimo
Il documentario Liliana, diretto da Ruggero Gabbai, offre un ritratto intimo e profondo della senatrice a vita Liliana Segre. La pellicola ripercorre la sua testimonianza legata all’arresto, alla deportazione e allo struggente ultimo addio al padre. Il film si basa su accostamenti, rimandi e contrasti tra il racconto storico e il ritratto contemporaneo di una delle donne più importanti del panorama italiano.
A raccontarla sono le voci delle persone a lei vicine: i figli, i nipoti e personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Mario Monti, Geppi Cucciari, Fabio Fazio ed Enrico Mentana. Anche i carabinieri della scorta contribuiscono a delineare una Liliana più familiare e privata.
Il film è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, ricevendo applausi commossi dal pubblico. La sua uscita nelle sale italiane è prevista dal 20 al 22 gennaio, con una proiezione speciale il 27 gennaio in occasione del Giorno della Memoria.
La controversia e la riflessione
A novembre, il Cinema Orfeo aveva rifiutato di proiettare il film Liliana, suscitando polemiche. Il gestore, Felice De Santis, aveva espresso timori legati a possibili contestazioni, dichiarando: "Non sono antisemita, ho paura delle contestazioni pro Palestina. Se mi danneggiano il locale, chi mi ripaga?".
Ora, quell’esercente ha fatto marcia indietro: Liliana sarà proiettato anche lì, in una sorta di riparazione simbolica. Alla presentazione del film al Teatro Dal Verme lo scorso novembre, il sindaco di Milano Beppe Sala aveva definito Liliana “la vera guida morale della città”.
Questa vicenda ci ricorda che la memoria, per vivere, ha bisogno di spazi e di voci. Come scrisse Primo Levi, sopravvissuto ad Auschwitz: "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario". Anche oggi, in un’epoca segnata dal revisionismo e dall’indifferenza, Liliana Segre ci invita a tenere viva la coscienza, perché «il sonno della ragione genera mostri».