Nel cuore di Roma, città che da sempre rappresenta un crocevia di immagini, suggestioni e narrazioni cinematografiche, prende il via un evento destinato a lasciare il segno: Custodi di sogni – I tesori della Cineteca Nazionale. Un titolo che non è solo un omaggio alla funzione archivistica e curatoriale delle cineteche, ma che sottende una riflessione più profonda sulla natura stessa del cinema come atto di conservazione e, insieme, di reinvenzione del reale.
Custodi di sogni: il festival che celebra il cinema tra memoria e futuro
Organizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia e fortemente voluto da Steve Della Casa, il festival si terrà dal 31 marzo al 6 aprile, coinvolgendo tre luoghi simbolici della città: il CSC, la Casa del Cinema e lo Spazio SCENA, con ingresso gratuito.
Cinema come atto di resistenza culturale
Il concetto alla base di questo festival non si esaurisce nella celebrazione della memoria cinematografica, ma si allarga a una riflessione più ampia sulla conservazione delle immagini in movimento come forma di resistenza culturale. In un’epoca dominata dalla fluidità del digitale e da una sovrapproduzione audiovisiva spesso effimera, il restauro diventa un atto politico oltre che estetico: salvare un film significa salvarne la poetica, i codici espressivi, le stratificazioni storiche e sociali che esso porta con sé.
In questo senso, il programma della rassegna si articola come un percorso dialettico tra il passato e il presente, tra il lavoro invisibile delle cineteche e il desiderio di nuove generazioni di cineasti e studiosi di riscoprire le radici del proprio linguaggio. Tra le proiezioni più attese, spicca la presentazione del Fondo Claudio Caligari, un omaggio a uno degli autori più anticonvenzionali e intensi del cinema italiano, con un incontro in cui parteciperanno Giorgio Tirabassi e Simone Isola. Caligari, con il suo cinema crudo e profondamente umano, rappresenta un esempio di resistenza autoriale, e il suo inserimento in questa rassegna ne sottolinea il legame con la dimensione dell’indipendenza artistica e della memoria collettiva.
Riscoprire il cinema dimenticato
Ma il festival non si limita al cinema italiano: tra i momenti di maggiore rilievo, spicca la proiezione di The Story of William Tell di Jack Cardiff, il leggendario film mai completato con Errol Flynn, restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. Un’opera che si inserisce nella lunga storia dei film incompiuti, quei lavori interrotti per motivi produttivi o politici che, nel loro stesso essere frammenti, testimoniano la fragilità dell’industria cinematografica e il carattere effimero dell’atto creativo.
Un altro elemento di grande interesse è la sezione dedicata alla riscoperta di Elvira Notari, pioniera del cinema italiano e prima regista donna del nostro Paese. Il cinema di Notari, legato al realismo popolare e alle radici del melodramma napoletano, rappresenta un caso emblematico di cancellazione storica: per decenni dimenticata, oggi torna finalmente al centro del dibattito critico grazie a un attento lavoro di recupero e contestualizzazione.
A questa volontà di restituire alla memoria collettiva figure e opere dimenticate si lega anche la presentazione dei cortometraggi sperimentali di Dacia Maraini, che introdurrà personalmente le sue opere al pubblico. Un’occasione preziosa per esplorare un lato meno noto della sua produzione artistica e per comprendere come la sperimentazione linguistica e narrativa abbia attraversato il suo percorso.
Una madrina d’eccezione e incontri con il cinema del presente
Ad accompagnare questo viaggio nella memoria sarà Liliana Cavani, madrina del festival, testimone e protagonista di una stagione del cinema italiano in cui l’impegno intellettuale e la sperimentazione formale andavano di pari passo. Il suo sguardo sulla storia, la sua capacità di interrogare il passato per illuminare il presente, la rendono una figura centrale per comprendere il senso ultimo di questa manifestazione.
A proposito della sua esperienza al Centro Sperimentale, Cavani ha ricordato: «Il CSC era un posto bello perché si parlava solo di cinema. C’erano professori bravissimi che ci hanno fatto scoprire correnti come l’espressionismo e ci hanno fatto studiare film che non si vedevano normalmente. E negli anni della formazione ho conosciuto amici come Bellocchio - che al CSC studiava Recitazione – e Raffaella Carrà.»
Accanto a lei, interverranno personalità del calibro di Vittorio Cecchi Gori, erede di una tradizione produttiva che ha segnato decenni di cinema italiano, Riccardo Rossi e il trasformista Arturo Brachetti, la cui arte fonde teatro e cinema in una dimensione metalinguistica che ben si sposa con il tema del festival.
La visione della Presidente Gabriella Buontempo
L’evento si inserisce in un anno particolarmente significativo per il CSC, come ha sottolineato la Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Gabriella Buontempo: "Celebrare i 90 anni del CSC significa non solo guardare al passato con rispetto, ma anche proiettarci nel futuro con determinazione. Il nostro compito è valorizzare il patrimonio straordinario della Cineteca Nazionale e portarlo sempre più a contatto con il pubblico."
Buontempo ha anche annunciato nuove collaborazioni per il futuro: "Abbiamo in programma di espandere la nostra attività con una nuova sede della Scuola Nazionale di Cinema a Cagliari, specializzata sulla musica per il cinema e l’audiovisivo. Inoltre, vogliamo rafforzare il legame con enti museali e realtà regionali per rendere il nostro lavoro sempre più accessibile e diffuso."
Formazione e nuove prospettive
Ad arricchire la rassegna sarà anche una riflessione sul ruolo del CSC nella formazione dei nuovi talenti. Come ha sottolineato il Direttore della Scuola Nazionale di Cinema, Adriano De Santis: "Siamo felici di contribuire a questo grande evento, che sarà un momento di formazione e approfondimento per tutti i nostri allievi. Tra qualche settimana pubblicheremo il nostro bando di selezione, aprendo le porte delle nostre aule a migliaia di aspiranti allievi."
E ha aggiunto: "Dal mese di aprile rinforzeremo le attività di formazione in ambito PNRR con nuovi master e corsi dedicati alla recitazione, al doppiaggio e alla produzione cinematografica."
Custodi di sogni: un festival necessario
Custodi di sogni si propone dunque come un evento necessario, non solo per il pubblico di appassionati e studiosi, ma per l’intero ecosistema cinematografico italiano. Se il cinema è un linguaggio capace di attraversare il tempo, è fondamentale che ci siano spazi di riflessione che lo salvaguardino e lo rilancino verso nuove forme espressive.
L’obiettivo del festival non è solo far rivivere capolavori restaurati, ma sottolineare l’importanza delle cineteche come depositi di immaginario e luoghi di dialogo tra epoche diverse. Perché il cinema, come ogni forma d’arte, ha bisogno di memoria per poter continuare a sognare.