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Lavoro povero in Europa: una persona su sette guadagna troppo poco. La situazione nei vari Paesi UE

- di: Matteo Borrelli
 
Lavoro povero in Europa: una persona su sette guadagna troppo poco. La situazione nei vari Paesi UE

Indagine Eurostat: Nel 2022, il 14,7% dei lavoratori dipendenti nell’Unione Europea (UE) percepiva un salario basso, in diminuzione rispetto al 16,2% registrato nel 2018. In Italia, la percentuale di lavoratori a basso salario si attesta all’8,8%, inferiore alla media europea. 

Definizione di lavoratore a basso salario
Un lavoratore a basso salario è definito come colui che guadagna due terzi o meno della retribuzione oraria lorda mediana nel proprio paese.

Disparità di genere
Le donne sono più frequentemente rappresentate tra i lavoratori a basso reddito rispetto agli uomini: il 17,1% delle lavoratrici contro il 12,6% dei lavoratori maschi. Nel 2018, queste percentuali erano rispettivamente del 18,2% e del 12,5%. 

Impatto dell’età
I giovani sotto i 30 anni sono particolarmente vulnerabili ai bassi salari, con una quota del 25,2% che rientra in questa categoria. Per le fasce d’età più avanzate, le percentuali diminuiscono: 12,1% tra i 30 e i 49 anni e 13,4% per gli over 50. 

Influenza del livello di istruzione
Il livello di istruzione influisce significativamente sulla probabilità di percepire un salario basso: il 27,5% dei lavoratori con un basso livello di istruzione rientra in questa categoria, rispetto al 17,5% di quelli con un livello medio e al 4,8% di quelli con un alto livello di istruzione. 

Variazioni territoriali
Le percentuali di lavoratori a basso reddito variano notevolmente tra i paesi dell’UE. Le quote più elevate sono state osservate in Bulgaria (26,8%), Romania (23,9%), Lettonia (23,3%), Grecia (21,7%), Estonia (21,2%) e Cipro (20,0%). Al contrario, meno del 10% dei dipendenti in Portogallo (1,8%), Svezia (4,1%), Finlandia (6,5%), Italia (8,8%), Slovenia (9,4%) e Francia e Danimarca (9,7%) rientrano nella categoria dei lavoratori a basso salario. 

Politiche europee per salari minimi adeguati
L’Unione Europea ha adottato la Direttiva 2022/2041 il 19 ottobre 2022, stabilendo nuove norme per promuovere salari minimi adeguati e garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose. La direttiva non prescrive un livello specifico di salario minimo, ma mira a promuovere la contrattazione collettiva e a migliorare l’accesso alla tutela garantita dal salario minimo per tutti i lavoratori.   

 Indagine Eurostat - L’indagine è stata condotta da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea, che ha raccolto e analizzato i dati relativi ai lavoratori a basso reddito nei paesi membri. I dati fanno riferimento al 2022 e confrontano la situazione con il 2018.


Situazione in Italia
In Italia, il 10,8% degli occupati è sotto la soglia di rischio povertà, rispetto a una media UE dell’8,8%. Inoltre, il nostro paese è l’unico nell’area OCSE in cui il salario medio annuale è diminuito (-2,9%) nell’ultimo trentennio (1990-2020), mentre in Germania è cresciuto del 33,7% e in Francia del 31,1%. 


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