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Lambrusco, vendemmia 2025 anticipata e di qualità ma con -17% di uve tra Modena e Reggio

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Lambrusco, vendemmia 2025 anticipata e di qualità ma con -17% di uve tra Modena e Reggio

Si è chiusa con un anticipo record di quasi due settimane la vendemmia 2025 nell’area del Lambrusco, tra le province di Modena e Reggio Emilia. Un’annata dal profilo qualitativo eccellente, ma segnata da una contrazione della produzione del 17% rispetto al 2024, secondo i dati diffusi dal Consorzio Tutela Lambrusco. Considerando le sole varietà di Lambrusco, la riduzione media si attesta intorno al 12%, con punte più accentuate per il Grasparossa e il Sorbara.

Lambrusco, vendemmia 2025 anticipata e di qualità ma con -17% di uve tra Modena e Reggio

La raccolta, iniziata già a fine agosto nelle zone più calde, si è conclusa nella prima metà di ottobre: una tempistica che conferma la tendenza alla precocità delle ultime campagne, condizionate da un clima sempre più irregolare e da estati contraddistinte da forti escursioni termiche.

Calo produttivo, ma uve di qualità eccellente

“L’andamento climatico dei primi mesi dell’anno ha accelerato la maturazione delle uve”, spiega Claudio Biondi, presidente del Consorzio Tutela Lambrusco. “Le forti escursioni termiche, sia in primavera che nelle settimane precedenti la vendemmia, hanno favorito una concentrazione aromatica straordinaria, con uve di ottima qualità e profumi particolarmente spiccati”.

Sul fronte produttivo, aggiunge Biondi, “il calo medio del 12% varia a seconda delle varietà. Per il Grasparossa e il Sorbara la contrazione è più marcata, mentre altre tipologie hanno mantenuto rese più stabili. Nonostante ciò, la sanità delle uve è risultata eccellente, grazie anche alla gestione irrigua controllata nei vigneti più esposti”.

Le cause climatiche del calo
Secondo le rilevazioni del Consorzio, la minore produzione è il risultato di una combinazione di fattori climatici:

una ridotta allegagione primaverile, dovuta alle piogge abbondanti e alle temperature irregolari; i picchi termici dell’estate, che hanno influito sul peso medio dei grappoli e sulla capacità vegetativa delle viti.

“La combinazione di questi elementi –
sottolinea Biondi – ha determinato un raccolto più contenuto, ma con parametri qualitativi di assoluto rilievo. Le uve hanno mostrato un equilibrio acido-zuccherino ideale e un colore intenso, elementi che lasciano presagire una vinificazione di alto livello”.

La vendemmia più precoce dal 2017
Dal punto di vista agronomico, il 2025 verrà ricordato come una delle annate più precoci degli ultimi decenni. Se in passato la vendemmia si chiudeva abitualmente nella terza settimana di ottobre, quest’anno la raccolta è terminata già entro la prima metà del mese.

“Per il Lambrusco –
osserva il Consorzio – si tratta della raccolta più scarsa dal 2017, ma anche di una delle più equilibrate sotto il profilo qualitativo. Le prime fermentazioni in cantina stanno confermando un profilo organolettico coerente con la tipicità del territorio e una struttura armoniosa”.

Un vitigno resiliente di fronte al cambiamento climatico

Le prime lavorazioni indicano fermentazioni regolari e mosti di ottimo equilibrio, preludio a vini di grande freschezza e coerenza territoriale. “Il Lambrusco continua a dimostrarsi un vitigno resiliente, capace di adattarsi alle condizioni climatiche più estreme – conclude Biondi –. La sfida per i prossimi anni sarà garantire stabilità produttiva attraverso una gestione agronomica più mirata e sostenibile, capace di coniugare qualità e continuità”.

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