Kamala Harris già a lavoro, riprende copioso il flusso delle donazioni

- di: Redazione
 
Giusto il tempo di vedere e ascoltare le prime reazioni all'annuncio di Joe Biden e avere incassato il suo endorsement quale candidata alla Casa Bianca, e Kamala Harris si è subito messa a lavorare per mettere a punto la macchina politica e organizzativa della sua campagna.
Bisognerà attendere che la nomination segua il corso formale - passando quindi per la convention democratica -, ma tutto lascia pensare che si tratti di un passaggio scontato. Intanto già ieri Kamala Harris, dopo molte telefonate con Biden prima dell'annuncio del presidente e quindi dopo la pubblicazione della lettera da lui inviata agli americani, Kamala Harris, dicono fonti del suo staff, è rimasta al lavoro per dieci ore filate.
E lo ha fatto telefonando a oltre 100 leader di partito, membri del Congresso, governatori, leader sindacali e di organizzazioni per i diritti civili e di advocacy.

Kamala Harris già a lavoro, riprende copioso il flusso delle donazioni

In ciascuna di queste chiamate, hanno detto le fonti citate dai media accreditati alla Casa Bianca, Harris ha chiarito di essere estremamente grata per l'appoggio del presidente, ma che ha intenzione di impegnarsi duramente per guadagnarsi la nomination democratica a pieno titolo.
Intanto, anche se manca l'ufficialità demandata al consiglio direttivo, l'United Auto Workers Union - il potente sindacato nazionale dei lavoratori metalmeccanici - sembra volere proseguire nell'appoggio al candidato democratico che era stato già garantito a Joe Biden. Il presidenze, nei mesi scorsi, durante il braccio di ferro dell'UAW con le case automobilistiche, si era schierato decisamente accanto ai lavoratori. Niente di ufficiale, ma tutto lascia pensare che anche Kamala Harris sarà supportata dall'UAW. Un suo portavoce, annunciando una decisione nei prossimi giorni, ha detto che ''il vicepresidente Harris è stato un alleato e un campione della UAW e dell'intera classe operaia, e siamo entusiasti di sconfiggere Donald Trump e la classe dei miliardari alle urne questo novembre".

E' intanto ripreso con vigore il flusso delle donazioni a favore della campagna del candidato democratico alla Casa Bianca. Nelle ultime ore, per l'esattezza nelle prime due dopo l'annuncio di Trump, i democratici affermano di aver raccolto 46,7 milioni di dollari: "Il più grande giorno di raccolta fondi del ciclo 2024".
ActBlue, la piattaforma di raccolta per piccoli donatori, in una dichiarazione ha detto che questi ultimi ''sono motivati e pronti ad affrontare questa elezione".

Un importante endorsement a Kamala Harris è arrivato dal governatore della California, Gavin Newsom, che le ha espresso ha espresso il suo sostegno, definendola - lei che è stata senatore e procuratore generale del Golden State - ''dura. Impavida. Tenace''. ''Con la nostra democrazia in gioco e il nostro futuro in gioco, nessuno è più adatto della vicepresidente americana, Kamala Harris, per portare avanti il caso contro la visione oscura di Donald Trump e guidare il nostro Paese verso una direzione più sana", ha aggiunto Newsom. L'appoggio del governatore della California è significativo poiché il nome di Newsom era stato fatto negli ultimi giorni come possibile sostituto di Biden nella corsa alla Casa Bianca, impegno che forse il governatore ha ritenuto prematuro in questa fase della sua carriera politica.

Altri importanti protagonisti della società americana hanno dato il loro appoggio ad Harris. Come i comitati di azioni politica AAPI Victory Fund, il Collective PAC e il Latino Victory Fund, che rappresentano gli elettori neri e ispanici.
"Combatteremo con tutte le nostre forze affinché lei diventi la prima donna sud asiatica e nera a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti", hanno affermato in una nota i portavoce dell'AAPI Victory Fund.
Ma la probabile candidatura di Kamala Harris ha provocato la durissima reazione dei gruppi anti-aborto che hanno contestato alla vicepresidente il sostegno alla libertà di scelta delle donne. National Right to Life, un importante gruppo contro l'interruzione delle gravidanze, ha rilasciato una dichiarazione criticando Harris.
In un durissimo commento la presidente di National Right to Life, Carol Tobias, si legge: ''Kamala Harris è radicalmente pro-aborto e considera sacrificabili le vite dei preziosi bambini non ancora nati... Ha girato il Paese promuovendo l'aborto illimitato e criticando le leggi statali protettive che sostengono le donne e i loro bambini non ancora nati".
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