Intesa Sanpaolo, Fondazione Symbola e Unioncamere presentato il rapporto "Coesione è Competizione"

- di: Daniele Minuti
 
È stato presentato oggi da Ermete Realacci e Gian Maria Gros-Pietro, presidenti della Fondazione Symbola e di Intesa Sanpaolo, il report "Coesione è Competizione. Nuove geografie della produzione del valore in Italia", realizzato insieme a Unioncamenre in collaborazione con Aiccon, Ipsos e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.

Lo studio si è voluto concentrare con le nuove sfide che l'Italia dovrà affrontare dati i cambiamenti del mondo e dell'economia, fra cui rientrano i nuovi modelli di sfruttamento delle risorse, l'uso delle competenze diffuse, l'accesso all'informazione e ai finanziamenti oltre che il loro rapporto con tecnologia e digitale. E come le imprese che si concentrano sulla coesione ottengano vantaggi in campi diversi.

"Le imprese coesive"
- si legge nel rapporto - "esportano di più (il 58% contro il 39% delle non coesive), fanno più eco-investimenti (il 39% contro il 19% delle non coesive, investono di più per migliorare prodotti e servizi (il 58% contro il 46% delle non coesive) e adottano maggiormente misure legate al Piano Transizione 4.0 (il 28% contro l’11% delle non coesive). Anche in previsione, le imprese che investiranno in processi e prodotti a maggior risparmio energetico, idrico e/o minor impatto ambientale nel triennio 2021-23 è sempre maggiore nel caso delle imprese coesive (26% a fronte di 12%)".

In esse è anche più marcata la capacità di rapportarsi col mondo culturale (il 26% delle imprese coesive intraprende questo percorso, mentre nelle altre la percentuale cala all'11%): nel 2020, le imprese coesive valutate tra le imprese manifatturiere con addetti compresi tra 5 e 499 "incidono per il 37%, quota che tradotta in valori assoluti è di quasi 49.000 imprese. Con un aumento rispetto al precedente rapporto, nel quale il valore si attestava al 32%".

Passi avanti anche sul bilanciamento di genere, con una crescita delle donne nei Cda delle società quotate (da 170 nel 2008 a 811 di oggi) e nei collegi sindacali (crescita del 38,2% in 7 anni). La coesione rappresenta per le imprese una chance di accrescere appartenenza e soddisfazione nei dipendenti in modo da rafforzare le relazioni di filiera e distrettuali, ma non solo. Anche per competere in un mercato che premia sempre più condotte virtuose.

"L’eterogeneità della distribuzione delle imprese coesive a livello di economie regionali è ancora piuttosto marcata" - conclude il report - "con quasi il 70% delle imprese localizzato al Nord. Oltre il 50% è concentrato in tre regioni: Lombardia (26,3%), Veneto (13,6%) ed Emilia-Romagna (13,4%). È sempre il Nord a contraddistinguersi per una maggiore incidenza delle imprese coesive sul tessuto produttivo locale. Nel rapporto si rileva inoltre una relazione positiva tra benessere economico e presenza di imprese coesive: le regioni in cui l’incidenza di imprese coesive è più elevata sono anche le regioni in cui si riscontra un Pil pro capite più elevato. Ma la diffusione delle imprese coesive è fortemente associata non solo al benessere economico, ma anche al benessere sociale e ambientale dei diversi territori. Un differenziale di prezzo che in media è del 10% in più a favore delle imprese coesive".

Il presidente Realacci ha commentato: "La coesione è un dovere morale ma anche un fattore produttivo formidabile, specie in Italia, come dimostra lo studio. Anche per questo l'Ue ha indirizzato le risorse del Next Generation EU e larga parte del bilancio comunitario 2021-27 per rilanciare l’economia su coesione e inclusione, transizione verde e digitale, col traguardo posto di azzerare le emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050. Una sfida di enorme portata che chiede unità all'Italia e vede protagoniste le imprese".

Dello stesso avviso Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo: "Il rapporto mostra l’efficacia dell’approccio coesivo: in questo periodo la collaborazione tra enti diversi ha portato risultati straordinari in campo economico, sociale e soprattutto della sanità. Intesa Sanpaolo crede nel valore della vita di comunità e in questa direzione vanno gli oltre 400 miliardi di euro di erogazioni a medio-lungo termine che la Banca destina a imprese e famiglie in ambiti strettamente collegati al Recovery Plan come transizione ecologica e digitale, infrastrutture, trasporti, progetti di rigenerazione urbana, a supporto del Pnrr".

Il Segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, ha concluso: "Anche in anno di pandemia, le PMI hanno mostrato attenzione alla dimensione sociale, alle comunità territoriali e alle fasce più deboli. Infatti, non solo è cresciuto il numero delle imprese coesive ma un numero molto maggiore di imprese ha adottato strategie rivolte a un incremento della sostenibilità sociale e ambientale e a iniziative per venire incontro alle esigenze delle fasce deboli. Emerge anche che le imprese più sono coesive più sono competitive e riescono a sfruttare al meglio le loro potenzialità".

Il report completo è consultabile qui.
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