Pomodoro cinese venduto come italiano in UK: Coldiretti chiede etichetta obbligatoria sull’origine

- di: Barbara Leone
 
Il Made in Italy rischia di essere messo in discussione dall’invasione di prodotti cinesi presentati come italiani. È quanto emerge da un’inchiesta della BBC, che ha portato alla luce la vendita in Gran Bretagna di tubetti di concentrato di pomodoro etichettati come italiani ma contenenti, in realtà, pomodori cinesi. Un caso che ha acceso il dibattito sull’importanza dell’etichettatura obbligatoria dell’origine, strumento ritenuto essenziale per difendere il vero prodotto italiano e tutelare i consumatori. Secondo Coldiretti e Filiera Italia, l’industria cinese del pomodoro ha registrato una crescita vertiginosa: nel 2024 si stima che la produzione raggiungerà 11 milioni di tonnellate, rispetto agli 8 milioni del 2023 e ai 6,2 del 2022. Questa rapidità potrebbe portare la Cina a superare gli Stati Uniti come primo produttore mondiale.

Pomodoro cinese venduto come italiano in UK: Coldiretti chiede etichetta obbligatoria sull’origine

Nonostante il consumo interno di derivati del pomodoro in Cina sia limitato a 1 kg pro capite all’anno (contro i 22 kg degli europei), l’eccesso di produzione sembra diretto ai mercati occidentali. Nel 2024, le importazioni di semilavorati di pomodoro dalla Cina nell’Unione Europea sono raddoppiate, superando le 100.000 tonnellate. Tale quantità equivale, in termini di pomodoro fresco, al 10% della produzione complessiva dell’Ue.

Oltre alle questioni di origine, l’industria del pomodoro cinese è finita sotto i riflettori per presunte violazioni dei diritti umani. Il 90% del concentrato cinese destinato all’esportazione proviene dallo Xinjiang, regione nota per lo sfruttamento del lavoro delle minoranze uigure. A maggio, Coldiretti aveva già lanciato l’allarme in Italia con un presidio al porto di Salerno per protestare contro l’arrivo di un carico di concentrato cinese, trasportato lungo la China-Europe Railway Express. Il concentrato di pomodoro cinese non solo solleva dubbi etici, ma rappresenta una minaccia per la competitività del prodotto italiano. L’Italia – osservano Coldiretti e Filiera Italia – ha normative rigorose sulla qualità e la provenienza, che rischiano di essere vanificate dalla presenza sul mercato europeo di prodotti spacciati per italiani ma provenienti da altre realtà. Per affrontare questa sfida, Coldiretti e Filiera Italia chiedono l’introduzione dell’obbligo di indicazione di origine su tutti i prodotti alimentari commercializzati nell’Ue. L’Italia, ad esempio, ha già reso obbligatoria l’indicazione della provenienza sui derivati del pomodoro, ma è necessario un ulteriore passo avanti a livello comunitario.

Occorre estendere a tutta l’Europa il divieto di utilizzare concentrato di pomodoro per la produzione di passate, avvertono Coldiretti e Filiera Italia, sottolineando l’importanza di proteggere i consumatori e il marchio Made in Italy. Un impegno ribadito anche nell’intesa con l’Anicav, l’associazione delle industrie conserviere italiane. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, Coldiretti ha lanciato una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare. Perché, concludono le associazioni, etichettare correttamente l’origine dei prodotti non è solo una questione di trasparenza ma di giustizia per produttori e consumatori.
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