L'innovazione secondo Toyota

- di: Massimiliano Ricci
 




Andrea Carlucci, dal 1998 in Toyota e dal 2014 amministratore delegato.
Una gestione all’insegna del coraggio nelle scelte alla ricerca di una continua innovazione.



Tanti i risultati conseguiti finora e tanti gli obiettivi da raggiungere. Qual è il bilancio in Italia?
Ogni cambiamento presuppone una scelta iniziale coraggiosa. Finora questo coraggio è stato premiato: Toyota è il primo marchio al mondo e stabilmente primo o secondo costruttore come corporation. L’azienda nasce in Giappone e diventa Motor Company negli anni 30, in precedenza si trattava di un’azienda leader nel settore tessile.  Oggi, abbiamo raggiunto all’incirca le 10 milioni di vetture vendute all’anno nel mondo e l’azienda impiega circa 370.000 persone, raggiungendo importanti certificazioni assegnate alle società che ottengono gli standard più alti nell’ambito delle Human Resources, in primo luogo tramite un’analisi delle condizioni di lavoro offerte ai propri dipendenti.

Molti sono i temi cari alla vostra azienda e fra questi vi è sicuramente la mobilità e, da questo punto di vista, Toyota è davvero all’avanguardia.
Nell’anno passato il Comitato Olimpico Internazionale, con sede a Losanna, ha deciso di inserire tra i top sponsor la categoria mobilità, con un accento particolare sulla sostenibilità di tale categoria. Per noi la mobilità sostenibile è l’occasione per portare l’azienda a raggiungere un livello ancora superiore: da questa idea, nasce la Nuova Prius Toyota, prima ibrida-elettrica, simbolo della nascita dell’ibrido nel mondo (avvenuta nel 1997) e delle politiche anti-inquinamento. Un modello che funge da precursore a tutte le Toyota hybrid che verranno in futuro, assicurando un minor consumo e, di conseguenza, un maggior rispetto per l’ambiente. Continuiamo, infatti, ad essere un’azienda leader nella protezione ambientale e, proprio per questo, abbiamo raggiunto un patto all’interno della corporation per una politica di riduzione, non solo di ciò che produciamo, ma anche su dove produciamo i livelli di CO2.

Toyota, anche grazie allo sport, comunica messaggi significativi. Quali risultati avete raggiunto in merito?
Lo sport è il modo più facile per comunicare i nostri obiettivi. Pensiamo di intraprendere un percorso tale in cui l’azienda non è solo mobilità, ma anche movimento, ed in questo lo sport ha un ruolo fondamentale. L’obiettivo primario è quello di dare maggiore visibilità allo sport paralimpico: a proposito di questo, lunedì 11 dicembre, nella nostra sede in Via Kiiciro Toyoda a Roma, abbiamo organizzato una manifestazione alla quale prenderanno parte anche il presidente del Coni Giovanni Malagò ed il presidente nazionale del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli. Saranno presenti anche 8 atleti olimpici e paralimpici dell’Italia Team con Beatrice Vio testimonial dell’evento. Un’occasione per dimostrare quanto sia centrale la filosofia sportiva per la nostra azienda, che è stata ed è anche sponsor dei giochi olimpici e paralimpici. Un ulteriore momento importantissimo e particolarmente significativo per la nostra azienda saranno le Olimpiadi di Tokyo nel 2020.

Un tema fondamentale, anche per lo sport, è l’intelligenza artificiale. Quali idee avete sviluppato in questo senso?
È in corso una diatriba su quali siano i parametri da utilizzare in tema di intelligenza artificiale applicata alla mobilità, la cosiddetta ‘authonomous driving’. C’è un’idea di base che esistono 5 livelli fra i quali la frenata automatica e la guida assistita, oltre alla vettura che comincia ad indirizzare la guida del cliente. In più, vi è una sostanziale differenza in guida autonoma fra la guida in autostrada e la guida in città: oggi, i test che principalmente si svolgono in Germania e Giappone, sono legati all’autostrada in quanto, per fare guida autonoma, c’è la necessità di infrastrutture all’avanguardia, come, ad esempio, mappe 3D molto precise, dove il livello di approssimazione non può essere di 10 metri circa come avviene per i comuni navigatori, ma deve essere di centimetri. Ci sono anche altri protocolli sui quali l’Unione Europea sta lavorando. In futuro, la macchina si guiderà da sola: oggi non esiste una tecnologia così avanzata che consenta all’auto di decidere autonomamente in un contesto complesso e non lineare, come può essere il traffico nelle nostre città. Stiamo sviluppando un’intelligenza artificiale che cerca di replicare i funzionamenti del cervello umano.
In California abbiamo fondato Toyota Research Institute, un istituto impegnato nella ricerca avanzata sulla robotica applicato alle vetture ma non solo, con a capo Gill Pratt, proveniente dal dipartimento di sicurezza americano, considerato il genio della robotica stessa.
Abbiamo recentemente lanciato una nuova iniziativa a livello mondiale del Gruppo Toyota, chiamata Start Your Impossibile, per coinvolgere tutti nella creazione di una società sostenibile: il concetto di mobilità è molto più ampio rispetto al mondo delle automobili.
Robotica significa, infatti, pensare anche ad un’assistenza per le persone che ne necessitano, ed è qui che subentra anche un tema culturale molto interessante da affrontare: il miglioramento delle condizioni di vita a fette intere di popolazione grazie all’idea, nello sport, come appunto nella vita quotidiana, di superare le proprie incertezze e le proprie impossibilità. Immaginiamo cosa potrebbe avvenire con l’assistenza agli anziani in una nazione, come il Giappone, tra le più longeve del mondo, o l’aiutare concretamente la libertà di movimento di un atleta paralimpico. Molti, infatti, sono gli atleti che già oggi utilizzano le nostre nuove tecnologie per migliorare le proprie prestazioni. Siamo in grado, quindi, di offrire ogni tipo di mobilità.

La mobilità ad idrogeno comincia ad affacciarsi anche in Europa. Quale livello avete raggiunto?
Toyota ha commercializzato la prima auto ad idrogeno prodotta in serie, si chiama Mirai che in giapponese significa futuro. Oggi, ci sono circa 5.000 Mirai che girano nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti e nel Giappone. Anche in Europa la richiesta è aumentata negli ultimi tempi, ma purtroppo i dati rimangono sempre inferiori rispetto alle altre parti del mondo, soprattutto in molti casi a causa dell’inadeguatezza delle infrastrutture. Recentemente, abbiamo anche presentato il nuovo autobus a idrogeno, chiamato SORA (acronimo di Sky-Ocean-River-Air), il primo autobus idrogeno prodotto in serie dalla Toyota.

Diffondere l’utilizzo delle auto ibride è uno dei passi necessari per ridurre le emissioni inquinanti. Quali segnali sono arrivati dal mondo istituzionale?
Per adeguarsi alle direttive europee sulla qualità dell’aria anche l’Italia ha cominciato ad introdurre l’esenzione del bollo per chi decide di comprare una vettura ibrida. Nelle otto regioni (Basilicata, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto) più la provincia di Bolzano, dove sono presenti queste agevolazioni, l’incremento di vendite è stato considerevole. L’Europa è il secondo mercato mondiale per la vendita di vetture ibride e finalmente la filosofia dell’ibrido è arrivata anche in Italia, segnale importante per poter migliorare la vita di tutti, a partire proprio dai nostri clienti. Un pezzo di mondo può e deve essere migliorato.

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