Innovazione e ricerca al servizio di medici e pazienti

- di: Germana Loizzi
 

Formazione medica e innovazione, le chiavi del progresso secondo Raffaele Stefanelli, Amministratore Delegato di Boston Scientific Italia, tra le aziende leader nella produzione di dispositivi per procedure minimamente invasive.

Che cosa significa essere tra i leader di questo settore?
Boston Scientific è nata nel 1979, ha quasi 40 anni di vita e ha una sua peculiare caratterizzazione nella  produzione e sviluppo di dispositivi per “procedure minimamente invasive”. È stata un pioniere in tale settore, già allora ritenuto il futuro di tanti interventi, procedure ospedaliere e chirurgiche, soprattutto nell’ambito cardiologico e del sistema vascolare. Boston Scientific si occupa di diversi settori anche se  ha una presenza rilevante soprattutto nella  cardiologia interventistica, nella quale gli interventi non sono eseguiti a cielo aperto e, quindi, non con tecniche chirurgiche ma con modalità  minimamente invasive.  Ad esempio, attraverso l’utilizzo dei canali sanguigni del paziente, si arriva a diagnosticare problematiche cardiache o comunque di tipo vascolare. Laddove idonee, queste procedure offrono vantaggi per i pazienti in termini di sicurezza e, per l’ospedale, in termini organizzativi e di riduzione dei costi.
L’azienda è leader a livello mondiale nei settori in cui opera, con un fatturato di poco più di 8 miliardi di dollari. Investe tantissimo, come tutte le aziende del settore, nella “Innovazione” che rappresenta la parola chiave per consolidare le posizioni nel mercato  e  sviluppare un business che sia anche a vantaggio del paziente.  E’ anche la competitività, come in tutti i settori ad alta tecnologia, che porta le aziende a rinnovarsi  costantemente. Un dispositivo medico, mediamente, dura tra i 18 e i 36 mesi, dopo di che viene aggiornato.
In Italia siamo presenti con circa 350 dipendenti, abbiamo un fatturato di 200 milioni di euro, in un settore meno noto rispetto a quello farmaceutico ma strategico nel contesto della Sanità moderna e molto dinamico.

Quale tra i settori in cui Boston Scientific opera ritiene avere maggiori potenzialità?
Da diversi anni Boston Scientific sta adottando una politica di rafforzamento di tutti i settori in cui opera. Naturalmente ci sono i settori di punta, dove ai dispositivi “tradizionali” dal mercato consolidato si affiancano vere e proprie innovazioni tecnologiche: il defibrillatore sottocutaneo (S-ICD), una delle soluzioni più avanzate per prevenire la morte cardiaca improvvisa, è un prodotto innovativo che – pur non avendo ancora un livello di mercato e una remunerazione pari a quelli tradizionali – riceve dall’azienda un’attenzione importante perché fa parte di quei prodotti e dispositivi del futuro;  si lavora più su di essi piuttosto che su quelli oramai consolidati nel mercato. Per fare un paragone, è come un farmaco innovativo rispetto all’aspirina. Inoltre, e non è un aspetto di poco conto, questo dispositivo è l’unico del suo genere presente nel mercato ed è una soluzione terapeutica proposta esclusivamente da Boston Scientific.

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo, non solo nei paesi occidentali ma anche in quelli in via di sviluppo, al contempo l’aspettativa di vita è in aumento. Che peso dà alla ricerca e allo sviluppo? Che traguardi si prefigge di raggiungere da qui ai prossimi anni?
La mission di Boston Scientific è di continuare a essere leader nel settore,  ciò significa innovare e stare al passo con i tempi. Non esagero nel dire che se non si innova, si muore. Nel 2016 l’azienda ha investito il 13% del proprio fatturato a livello globale; considerando che è superiore agli 8 miliardi, 1 miliardo di dollari è stato investito nella Ricerca e Sviluppo. Tale importo è pari al totale investito dal settore nel suo insieme in Italia, dove la mancanza di politiche finanziarie incentivanti rende difficile la crescita di realtà nazionali, salvo piccole start-up che vengono poi acquisite dalle multinazionali.

Come sono i rapporti con le Istituzioni? Ritiene vi sia sufficiente collaborazione?
La collaborazione sta migliorando sicuramente, negli ultimi anni c’è una maggiore attenzione al settore anche se non è ancora adeguata per gli obiettivi che ci siamo prefissati La nostra associazione di categoria (Assobiomedica) e noi come aziende siamo più ascoltate e maggiormente coinvolte nelle decisioni prese centralmente, ma spesso la programmazione a medio e lungo termine è fondamentale per garantire la sostenibilità del sistema. Purtroppo su questo aspetto si lavora poco, perché la visione generale di chi governa il sistema, sia politico che economico, si pone obiettivi a breve termine. Quindi si stanno facendo dei passi ma non sono sufficienti; per fare un esempio: nei prossimi anni ci sarà un boom legato all’arrivo dei “baby boomers” degli anni 60 che saranno ormai una generazione di persone anziane e necessiteranno di assistenza e cure mediche. E questo incremento richiederà una politica di gestione sostenibile della cronicità per la quale ad oggi ancora non abbiamo una soluzione strutturata e uniforme sul territorio.

Che cosa ci può dire del programma di formazione “Educare”?
E’ un programma aziendale, corporate, sul quale l’azienda crede molto. Boston Scientific svolge un compito di formazione della classe medica da sempre. Non è una novità. Il settore funziona così ed è un modo per creare “awareness” anche sulle tecnologie, che non sempre sono di facile utilizzo. Non è come prescrivere un farmaco. Si parla di alta tecnologia, di tecnologie destinata alla salute delle persone e, molto spesso, a salvare la vita dei pazienti. Quindi il rafforzamento delle attività di formazione, soprattutto dei medici, rappresenta una strategia dell’Azienda indispensabile per supportare gli sviluppi futuri del settore attraverso l’introduzione di tecnologie d’avanguardia. Presso il centro di formazione di Milano (Institute for Advancing Science) ci sono dei simulatori che servono proprio a “riprodurre” tante procedure che vengono effettuate con i nostri dispositivi. E’ un settore sul quale punta l’azienda e che la classe medica ha già mostrato di apprezzare moltissimo.
Molte città europee dove Boston Scientific è presente sono oggetto di investimenti nel settore della formazione. Il Centro di Milano è stato inaugurato nel mese di giugno ed è destinato a diventare uno dei principali  Hub europei di Boston Scientific. A fine ottobre abbiamo calcolato di avere già formato, in questa sede, sia  direttamente che a distanza, 800 medici. Rispetto al passato abbiamo registrato un notevole incremento. La formazione è una strategia fondamentale per migliorare la conoscenza e la competenza della classe medica e dei giovani medici nell’utilizzo di tecnologie che – pur diventando sempre più complesse da gestire – registrano impatti importanti e positivi sul paziente e sul sistema.

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