È durato un’ora e mezza l’interrogatorio di Giancarlo Tancredi, ex assessore milanese coinvolto nell’inchiesta urbanistica che ha portato la Procura di Milano a indagare su presunti episodi di corruzione legati a grandi progetti edilizi nella zona nord della città. Tancredi, accompagnato dai suoi legali, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari, sostenendo con fermezza la sua “estraneità a qualsiasi meccanismo corruttivo”. L’interrogatorio si è svolto in un clima teso ma collaborativo, con il politico deciso a chiarire la propria posizione dopo settimane di pressione mediatica.
Inchiesta urbanistica a Milano, Tancredi: “Estraneo ai fatti”. Sei rinvii a giudizio per il progetto Park Towers
Parallelamente, è stato sentito anche l’ex presidente della Commissione comunale per il paesaggio, Giovanni Marinoni, che ha scelto di non rispondere alle domande del giudice ma ha depositato una memoria difensiva. Nel documento, Marinoni ha negato l’esistenza di qualsiasi “sistema corruttivo”, respingendo l’idea che vi fosse una regia occulta capace di indirizzare le decisioni urbanistiche del Comune. Il suo silenzio in aula viene letto come una strategia processuale, in attesa di poter fornire elementi più circostanziati nelle fasi successive del procedimento.
Park Towers al centro delle indagini
Il progetto Park Towers, uno dei primi grandi interventi edilizi privati approvati negli anni recenti a Milano, è finito sotto la lente della magistratura per presunti favoritismi nell’iter autorizzativo. Sei persone sono state rinviate a giudizio con accuse che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta, passando per l’abuso d’ufficio. Secondo gli inquirenti, dietro alcune scelte tecniche e urbanistiche si celerebbero pressioni politiche e accordi non formalizzati tra dirigenti pubblici e imprese private. Le indagini, tuttavia, non hanno ancora prodotto elementi definitivi e le posizioni dei soggetti coinvolti restano tutte da accertare nel merito.
Un’indagine che scuote Palazzo Marino
L’inchiesta ha avuto un forte impatto anche sul piano politico, scuotendo l’attuale amministrazione milanese. Pur non coinvolgendo figure dell’attuale giunta, il caso ha riportato alla luce le fragilità storiche nella gestione dell’urbanistica cittadina. I progetti di rigenerazione urbana, che rappresentano una delle colonne portanti del Piano di Governo del Territorio (PGT), sono ora oggetto di maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media. La giunta ha annunciato una revisione dei processi autorizzativi, per rafforzare i controlli interni e garantire maggiore trasparenza.
Attesa per la prossima udienza
I prossimi passaggi giudiziari si concentreranno sull’analisi dei documenti acquisiti, tra cui email, relazioni tecniche e verbali di sedute della Commissione paesaggio. Le difese puntano a dimostrare che le scelte contestate erano frutto di valutazioni tecniche e non di pressioni indebite. La Procura, invece, ritiene di avere elementi sufficienti per sostenere l’esistenza di una rete informale di scambi e favori. L’udienza preliminare che dovrà decidere sull’eventuale rinvio a giudizio complessivo per tutti gli imputati è attesa entro l’autunno. La posta in gioco, per Milano, è anche la credibilità delle sue politiche di sviluppo urbano.