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Imprese, segnali di rallentamento nelle aspettative: Bankitalia rileva minore ottimismo su vendite, export e occupazione

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Imprese, segnali di rallentamento nelle aspettative: Bankitalia rileva minore ottimismo su vendite, export e occupazione

Dopo mesi di resilienza, il clima di fiducia delle imprese italiane mostra segnali di raffreddamento. È quanto emerge dall’ultima Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita condotta da Banca d’Italia, che evidenzia un peggioramento delle previsioni a breve termine su vendite, esportazioni e occupazione, soprattutto nei comparti industria e servizi, mentre le costruzioni restano in terreno positivo.

Imprese, segnali di rallentamento nelle aspettative: Bankitalia rileva minore ottimismo su vendite, export e occupazione

Nel trimestre in corso, il saldo tra le attese di espansione e quelle di contrazione delle vendite è sceso a 18 punti percentuali, contro i 25 registrati nella precedente rilevazione. In controtendenza l’edilizia, dove il saldo è salito da 33 a 38 punti, segnale di una domanda ancora sostenuta da investimenti pubblici e Pnrr.

Export più debole, pesa il rallentamento del terziario

Le esportazioni si confermano un punto di fragilità del quadro economico: le imprese segnalano un peggioramento del saldo medio, in particolare nei servizi, dove il valore positivo si riduce di 15 punti, scendendo a 4. Più stabili le attese nell’industria, dove il saldo resta fermo a 18 punti percentuali, ma con indicazioni di maggiore incertezza legate alla domanda estera.

Il dato riflette un contesto di commercio mondiale in frenata e la persistenza di tassi d’interesse elevati nei principali mercati di riferimento. La combinazione tra costi del credito e rallentamento globale continua a comprimere i margini delle imprese esportatrici, soprattutto nei settori a più alta intensità energetica o nei servizi legati alla logistica e al turismo d’affari.

Occupazione in frenata, specialmente nei servizi

Sul fronte dell’occupazione, le attese si fanno più caute. L’aumento previsto della forza lavoro si ridimensiona sensibilmente rispetto alla scorsa indagine, con un saldo positivo ridotto a 6 punti percentuali nell’industria (da 10), 7 nei servizi (da 18) e 14 nelle costruzioni (da 25).
Il dato conferma la fase di prudenza nelle assunzioni, dopo il forte recupero occupazionale del biennio 2023-2024. Le imprese segnalano soprattutto ritardi nella domanda interna e un maggior controllo dei costi in vista della prossima manovra economica e dell’adeguamento contrattuale in diversi comparti.

Tra cautela e resistenza
Nel complesso, l’indagine di Bankitalia suggerisce che le aspettative di breve periodo restano positive, ma con un tono più moderato rispetto alla prima metà dell’anno. L’industria resiste, pur in un quadro di domanda meno dinamico; i servizi scontano la normalizzazione dei flussi turistici e l’effetto ritardato della stretta monetaria; l’edilizia continua invece a beneficiare della coda dei bonus edilizi e delle grandi opere infrastrutturali.

Il sentiment più prudente si inserisce in una fase in cui il Pil italiano mostra segnali di stagnazione e la fiducia delle imprese tende a convergere verso livelli coerenti con una crescita debole.
La sfida dei prossimi mesi, per le imprese e per la politica economica, sarà mantenere la tenuta dell’occupazione e sostenere la domanda interna, in un contesto europeo che resta incerto e con una politica monetaria ancora restrittiva.

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