Da Fico a Grand Tour, il "parco definitivo" di Farinetti

- di: Redazione
 

Archiviato “Fico”, Oscar Farinetti si lancia nell’avventura di “Grand Tour Italia”, il “parco definitivo” bolognese da 50 mila mq inaugurati domani 4 settembre e che aprirà i battenti il giorno seguente dalle 11 alle 23. Il nome della nuova creatura del fondatore di Eataly echeggia il caratteristico viaggio in Italia ottocentesco, d’obbligo per i rampolli delle famiglie altolocate: stavolta si tratta di un viaggio enogastronomico, come illustra il totem all’ingresso, circondato da pannelli che riportano immagini dei 60 siti italiani patrimonio dell’Unesco e che pone in primo piano i portici bolognesi cui Grand Tour fa riferimento anche all’interno, dove ogni regione italiana è celebrata con la sua osteria, lo spazio vendita di prodotti tipici, e uno spazio per la promozione turistica. Sono 23 ristoranti in tutto, un laboratorio per le sfogline, insieme alle novità date dalla libreria “I capolavori” gestita dalla Scuola Holden, uno spazio espositivo per la fotografia curato da Earth Foundation, con i grandi nomi della agenzia Magnum, e dalla pista dei go kart che prende l’area del market, dove restano le Poste italiane per chi vuole spedire i propri acquisti. Un format che “dovrà essere esportabile” per “raccontare l’Italia e la biodiversità in un contesto di divertimento per tutta la famiglia”.

Da Fico a Grand Tour, il "parco definitivo" di Farinetti

Gettati alle ortiche gli eccessi un po’ kitsch di “Fico” la parola d’ordine è sobrietà, tanto che giovedì non è prevista un’inaugurazione ufficiale con vip e taglio di nastro: “Verrà solo il sindaco Matteo Lepore, che stimo, a pranzo”, ha detto, aggiungendo: “Verrà chi vuole. Se si mangia bene, si viene e si torna. I prezzi delle osterie sono tutti abbordabili”, a fronte di materie prime che non possono sfigurare con i marchi Eataly e Slow Food, mentre i due ristoranti affidati allo chef stellato Alberto Bettini prevedono una spesa più alta. Uno di questi, la Trattoria Bolognese, è quello che, con la possibilità di allargarsi a mille posti, accoglierà gli ospiti dell’area congressi.

Il viaggio in 5mila passi, secondo il claim, si svolge fra trattorie con pochi coperti e pochi piatti ma la Fileja con la ‘nduja si mangia sotto il portico della Calabria, l’Amatriciana nel Lazio, mentre il Parmigiano si compra in Emilia-Romagna dove anche la mortadella ha un suo spazio: la rosetta farcita, accompagnata da un bicchiere di Lambrusco costerà 5 euro. “Faremo molti eventi, presentazioni di libri, spettacoli, tour guidati e degustazioni con esperienze gratuite per anziani e bambini” annuncia Farinetti, e si inizia il 12 e il 19 settembre quando Grand Tour Italia ospiterà due lezioni di filosofia tenute da Matteo Saudino, alias BarbaSophia, professore youtuber.

Ci saranno i Giovedì Letterari, incontri con autori all’ora dell’aperitivo dalle 19 in poi. In occasione dell’apertura, durante le prime due settimane dal 5 al 15 settembre i corsi come “pasta e pizza” o “abc del vino” saranno gratuiti. Grand Tour sarà aperto da giovedì a domenica dalle 11 alle 23 e punta a turisti italiani e stranieri: Farinetti, dopo che ha investito 15 milioni rilancia: “Se i bolognesi vogliono dirmi qualsiasi cosa io sono qui, ne parliamo davanti a un bicchiere di vino. Non ho mai preso soldi pubblici e non devo rendere conto a nessuno”.

Intanto la scommessa sarà vinta se Grand Tour Italia, quando nel 2026 sorgerà a fianco lo stadio provvisorio e la linea del tram sarà completato, fatturerà 30 milioni e conterà una media di 1,5 milioni di presenze l’anno. In attesa del tram, l’imprenditore sottolinea che il parcheggio c’è oppure ci si arriva con il bus 35, mentre una navetta partirà dall’autostazione sabato e domenica. E a proposito dei costi, Farinetti sottolinea: “Rispetto a prima sono dimezzati, trimezzati, e tutti i menù saranno esposti. Diciamo così: con 25 euro si mangerà da dio”.

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