Il video manipolato sul Venezuela rivela l’implosione dell’hard power Usa. Con il vertice Xi-Putin-Modi, l’India scivola lontano da Washington mentre l’Europa resta prigioniera del suo ceto dirigente mediocre.
Una bufala in formato missile
Donald Trump ha diffuso un video che mostrerebbe un’imbarcazione venezuelana colpita da un missile statunitense nei Caraibi, con undici presunti membri del gruppo criminale Tren de Aragua eliminati. Peccato che, come ha denunciato il ministro della Comunicazione venezuelano Freddy Ñáñez, “quel filmato è stato generato dall’intelligenza artificiale” e rappresenti “un inganno costruito per alimentare la guerra”. Siamo di fronte a una fake news di Stato: muscoli digitali al posto dei fatti, propaganda al posto della credibilità.
Il cortile di casa non obbedisce più
Se l’obiettivo era riaffermare il vecchio “cortile di casa”, il risultato è l’opposto: l’America Latina guarda altrove. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha ribadito che “la regione non sarà teatro delle guerre altrui”, mentre governi moderati prendono le distanze da Washington. È la fotografia di una perdita irreversibile di influenza, accelerata da minacce spettacolari e teatrini digitali.
Il vertice di Pechino, la vera stretta di mano
Mentre a Washington si gonfia il petto con un video manipolato, a Pechino Xi Jinping cammina fianco a fianco con Vladimir Putin e Narendra Modi. La stretta di mano tra i tre leader vale più di cento discorsi: con quell’intesa l’India scivola lontano dall’orbita americana e si consolida un asse che redistribuisce potere, mercati e tecnologie in chiave multipolare.
Hard power, dazi e ricatti: il suicidio americano
L’illusione trumpiana si regge su dazi punitivi, minacce agli alleati, ricatti commerciali e dispiegamenti militari sbandierati sui social. Non costruisce alleanze, produce isolamento. Come molti analisti hanno notato, l’America ha barattato il suo soft power — università, cultura, diplomazia — con la coercizione. Il risultato è un paradosso: “America First” si è trasformata in “America Alone”.
L’Europa dei 27 nanetti
E l’Europa? Piegata ai dazi, incapace di una risposta strategica. È la “Europa dei 27 nanetti”, ostaggio di un ceto dirigente mediocre che perde un’occasione storica dietro l’altra: dalla difesa autonoma alla politica industriale, fino al rapporto con l’Asia. Le opinioni pubbliche europee si allontanano dall’avventurismo di Washington, ma i governi restano timidi e tardivi.
Il tramonto del soft power
Nel secolo scorso gli Stati Uniti hanno conquistato il mondo con cinema, scienza, innovazione e diplomazia. Oggi restano dazi, minacce e ricatti. Ma un missile virtuale non sostituisce la leadership reale: gli Stati Uniti stanno perdendo l’America Latina e, con l’intesa Xi-Putin-Modi, anche l’India. La bufala sul Venezuela non è un incidente: è la metafora di una potenza che sostituisce il dialogo con l’inganno, la forza con la messinscena, la leadership con l’isolamento.