FISE Assoambiente: "Emergenza rifiuti al Sud: necessari interventi per 5 miliardi"

- di: Daniele Minuti
 

FISE Assoambiente ha pubblicato l'analisi "Investimenti in economia circolare nel Mezzogiorno - Una grande opportunità per la crescita verde", con cui analizza l'attuale situazione per quanto riguarda i rifiuti nel Sud d'Italia.

FISE Assoambiente: "Investimenti da 5 miliardi per fermare l'emergenza rifiuti nel Mezzogiorno"

Nel report il focus è chiarissimo: la raccolta differenziata e il tasso di riciclo sono ancora distanti dagli obiettivi europei. Cose che, legate al basso livello dell'impiantistica e della valorizzazione energetica, porta il Mezzogiorno a perdere grandi opportunità di sviluppo, difetto che ricade sui propri cittadini. Gap che sarebbe colmabile solo con investimenti che arrivino a 5 miliardi di euro.

Nell'analisi si mostrano le grosse lacune del sistema di gestione dei rifiuti nelle regioni del Sud, come la necessità di annullare il gap a livello impiantistico e questo dislivello si riflette anche nelle mancate opportunità lavorative. "Il divario appare evidente già dal dato relativo alle raccolte differenziate" - spiega il report - "ferme al Sud al 51% contro il 61% della media italiana e il 70% del Nord. Un ritardo che appare ancora più preoccupante se si guarda agli obiettivi europei che fissano ambiziosi obiettivi al 2035 in materia di economia circolare: 65% di riciclo effettivo e 10% in discarica per i rifiuti urbani, con un conseguente innalzamento al 25% della percentuale di valorizzazione energetica dei rifiuti al fine di chiudere il ciclo".

Le regioni del Mezzogiorno raccolgono circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti organici, circa la metà della quota necessaria per centrare gli obiettivi europei. Inoltre, circa il 45% di questi rifiuti lascia ogni anno la regione per trovare il trattamento adeguato altrove nel Paese, con perdita di risorse per trasporto e gestione che ricadono sui residenti. Al Sud ci sono 75 impianti che trattano 1,3 milioni di tonnellate di materiali, 67 dei quali svolgono tradizionale attività di compostaggio e una sostanziale assenza di tecnologie più moderne che sfruttino gli scarti per biocarburanti ed energia elettrica. Per trattare i 4 milioni di tonnellate richiesti sono necessari 20-25 nuovi impianti di digestione anerobica.

"Il conferimento discarica resta ancora decisamente elevato al Sud" - prosegue l'analisi -  "con 2.850.000 tonnellate avviate a smaltimento (31% del totale gestito). Entro i prossimi 14 anni tale quota dovrà essere ridotta al 10% (circa 900.000 tonnellate). Un obiettivo fissato a livello europeo, ma anche un’esigenza strutturale; se non si imprime un deciso cambio di rotta, tra meno di 3 anni le discariche saranno sature e si rischierà di vivere una nuova fase acuta di emergenza rifiuti. L’opzione valorizzazione energetica è ancora residuale al Sud, dove operano solo 6 impianti (contro i 26 del Nord Italia e i 13 della sola Lombardia) che gestiscono circa 1 milione e 100mila tonnellate di materiali. Nei prossimi tre lustri, stando a quanto indicato a livello europeo, la quota di rifiuti avviati a termovalorizzazione dovrà salire al 25%, raggiungendo 2 milioni e 700mila tonnellate. Per poterle gestire sarà quindi necessario pianificare per tempo almeno 5-6 nuovi impianti di taglia medio-grande".

Il Presidente di FISE Assoambiente, Chicco Testa (nella foto), ha commentato: "Per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa al 2035 le Regioni del Sud Italia devono muoversi da subito lungo 3 direttrici: dotarsi di un sistema impiantistico adeguato al proprio fabbisogno, pianificando la realizzazione nei prossimi 14 anni di oltre 20 impianti di digestione anaerobica per il riciclo della frazione umida, di nuovi impianti che potenzino le filiere locali del riciclo e di almeno 6 termovalorizzatori; limitare l’export e il “turismo dei rifiuti” all’interno dei confini nazionali: una diseconomia che, per carenza di impianti, produce una perdita di materia ed energia; riconsiderare la gestione delle discariche, facendo riferimento solo a impianti moderni e sostenibili cui destinare esclusivamente le frazioni residuali opportunamente trattate. Come ormai ripetiamo da anni, fare economia circolare significa disporre degli impianti di gestione dei rifiuti con capacità e dimensioni adeguate alla domanda. Un investimento complessivo che richiederà al Sud, secondo le nostre stime, 5 mld di euro e che potrà rappresentare una grande opportunità per la crescita sostenibile del Mezzogiorno".

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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