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Fisco: Unimpresa, “Gli incentivi alle assunzioni moltiplicano per tre l’investimento pubblico”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Fisco: Unimpresa, “Gli incentivi alle assunzioni moltiplicano per tre l’investimento pubblico”

Per Unimpresa, gli incentivi alle assunzioni non sono solo uno strumento di welfare, ma rappresentano una vera e propria politica industriale capace di sostenere l’economia, il mercato del lavoro e la competitività del sistema produttivo italiano. L’organizzazione imprenditoriale sottolinea che ogni euro investito dallo Stato in sgravi e agevolazioni per l’occupazione genera un ritorno fino a tre volte superiore, grazie all’aumento dei posti di lavoro, del gettito fiscale e della capacità di spesa delle famiglie.

Fisco: Unimpresa, “Gli incentivi alle assunzioni moltiplicano per tre l’investimento pubblico”

“Gli incentivi alle assunzioni – spiega Marco Salustri, consigliere nazionale di Unimpresadevono essere considerati una leva essenziale per ridurre la disoccupazione, sostenere l’occupazione femminile e contrastare l’emergenza di manodopera che oggi penalizza molte imprese italiane, soprattutto nei settori a più alta intensità di lavoro.”

Secondo Salustri, la misura ha effetti diretti sulla produttività e sull’innovazione, incoraggiando le aziende ad assumere personale qualificato, a investire in nuove tecnologie e a consolidare la propria presenza sui mercati internazionali.

Un’economia in crescita moderata
Unimpresa evidenzia che il contesto macroeconomico italiano resta fragile: nel 2025 il Pil è atteso in aumento di appena +0,4%, mentre l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi intorno al 2,1%. Il tasso di disoccupazione è previsto al 6,4%, un livello ancora lontano dagli standard europei più virtuosi.

Le piccole e medie imprese (Pmi), che rappresentano oltre il 90% del tessuto imprenditoriale e impiegano il 66% della forza lavoro, restano il fulcro dell’economia italiana ma risentono di margini ridotti e difficoltà di accesso al credito. Nel 2024 le startup e le Pmi innovative censite erano circa 15.900, con un fatturato complessivo di 11,1 miliardi di euro.

Tuttavia, segnala Unimpresa, il comparto manifatturiero ha registrato a giugno un indice di 48,4 punti, sotto la soglia dei 50 che indica espansione, evidenziando una moderata contrazione e riflettendo le difficoltà legate al rallentamento della domanda globale e all’incertezza geopolitica.

Un’occasione per la manovra 2026
“In questo contesto – prosegue Salustri – il sostegno dello Stato alle imprese diventa cruciale. La prossima manovra di bilancio per il 2026 rappresenta un’occasione formidabile per rilanciare le politiche attive per il lavoro, incentivare le assunzioni stabili e rafforzare il capitale umano del Paese. È necessario andare oltre misure emergenziali e adottare strumenti strutturali, con un impatto duraturo sull’economia.”

L’associazione imprenditoriale insiste sulla necessità di combinare incentivi alle assunzioni con investimenti in formazione e innovazione, in modo da rispondere alla carenza di manodopera specializzata che oggi rappresenta un freno per molti comparti, in particolare nella manifattura avanzata e nei servizi digitali.

Impatto moltiplicatore e benefici di lungo periodo
Il ritorno economico degli incentivi, spiega Unimpresa, è legato non solo alla riduzione della disoccupazione ma anche all’ampliamento della base imponibile. Ogni nuovo posto di lavoro genera infatti nuovi contributi previdenziali, maggiori entrate fiscali e un aumento dei consumi interni, con benefici per l’intero sistema economico.

Per l’organizzazione, il successo di questa politica dipenderà dalla capacità del governo di garantire stabilità normativa e rapidità nelle procedure, evitando discontinuità che scoraggerebbero le imprese.

Un invito al governo
Conclude Salustri: “Per far crescere l’Italia servono certezze, strumenti stabili e risorse adeguate. Gli incentivi alle assunzioni non vanno considerati come un costo ma come un investimento strategico, in grado di generare un ritorno economico e sociale tre volte superiore. Solo così potremo rafforzare la competitività delle imprese, sostenere l’occupazione e garantire un futuro di crescita sostenibile al Paese.”

La posizione di Unimpresa entra così nel dibattito politico in vista della prossima legge di bilancio, segnalando che la sfida non è solo quella di rilanciare l’occupazione ma di farlo in un’ottica di politica industriale di lungo periodo, capace di coniugare inclusione, produttività e innovazione.

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