Lovaglio (foto) detta la linea: “Le dimensioni non sono più un’opzione”. Governance, integrazione e nuove mosse nel risiko con delisting nel 2026 nel mirino.
Montepaschi si è presa Mediobanca e non ha nessuna intenzione di frenare. Luigi Lovaglio usa parole senza reticenze: “Le dimensioni non sono più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi”. È la sintesi di una strategia che mira a trasformare Siena nel perno di un nuovo polo finanziario: banca commerciale più banca d’affari, ricchezza e credito al consumo, con un’agenda di integrazione rapida e una seconda ondata di aggregazioni all’orizzonte.
Perché la scala conta adesso
Il confronto con i colossi internazionali impone massa critica, investimenti tecnologici e attenzione al costo del capitale. In questa cornice l’operazione non è un colpo estemporaneo: è il passaggio che cambia la mappa del credito italiano, unendo la rete retail di Siena con la macchina investment e wealth di Piazzetta Cuccia.
Come si è arrivati al deal
Dopo i primi via libera regolamentari, la salita oltre la soglia qualificata ha consolidato il controllo e ha aperto la strada a un nuovo cda e a una governance orientata all’esecuzione. Il rientro dell’azionariato in mani private e l’allineamento dei soci hanno fatto il resto.
Nomine e governance
La cabina di regia prende forma con una presidenza di peso e un nuovo ceo focalizzato su wealth management e crescita internazionale. Compass è chiamata a spingere il credito al consumo anche oltre i confini, mentre il gruppo lavora a sinergie realistiche e a processi “one-bank”.
Le frizioni e il cambio di passo
Le resistenze si sono consumate in estate. I piani difensivi sono stati superati dall’esito della contesa e dal progressivo allineamento degli azionisti. Oggi la priorità è integrare piattaforme IT, armonizzare funding e capitale e trattenere i talenti chiave.
Impatto su Generali, wealth e mercato
Il cuore wealth si fonde con la distribuzione retail, allungando la catena del valore dal risparmio gestito al credito. Nell’investment banking l’accesso a clienti mid-corporate promette più fee e cross-selling. Le sinergie di ricavo diventano il mantra.
La fase due del risiko
Per Lovaglio “quello che stiamo vivendo è solo l’inizio”: con l’integrazione che avanza e un possibile delisting nel 2026, il gruppo si candida a guidare nuove aggregazioni mirate in Italia e a esplorare opportunità selettive all’estero, con l’obiettivo di creare valore sostenibile per tutti gli stakeholder.