Solo lo 0,063 % di adesioni al 12 agosto, ma fuochi d’artificio si accendono sul fronte conti, Generali e assemblee cruciali.
(Foto: fotomontaggio scontro Lovaglio-Nagel).
Un’adesione microscopica: cosa sta davvero accadendo
Al 12 agosto 2025 solo 527.425 domande di adesione sono state presentate all’Ops totalitaria volontaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) sulle azioni ordinarie di Mediobanca — pari a un misero 0,0633 % del capitale in offerta (che scende allo 0,0621 % considerando le 849.458.551 azioni previste in favore dei piani incentivanti).
L’offerta, avviata il 14 luglio 2025 e in scadenza l’8 settembre 2025, segna finora un riscontro davvero tiepido. Per confronto: al 28 luglio, l’adesione era appena allo 0,0314 %.
Cosa significa questo limite?
Questa performance evidenzia una risposta estremamente contenuta da parte degli azionisti Mediobanca, ben al di sotto di qualunque soglia significativa. Nemmeno una guerra lampo — se non addirittura un silenzio robotico — accoglie l’offerta MPS.
Le mosse parallele sullo scacchiere bancario
Mps in gran forma: utili da urlo
MPS ha presentato utile netto del secondo trimestre 2025 pari a 479 milioni €, ben oltre i 349 milioni attesi, con ricavi in crescita del 4 % e margini in aumento, grazie a proventi da trading e fee. L’indice di redditività core è al 19,6 %, uno dei migliori nel settore.
Generali apre all’alleanza con Mediobanca
Intanto Generali (azionista di maggioranza di Banca Generali) si dice disponibile a esaminare l’offerta di Mediobanca, che punta ad acquisire Banca Generali e intende finanziarla tramite la vendita della sua quota del 13 % in Generali stessa. Assemblea decisiva il 21 agosto, con approvazione attesa da Consob entro il 18 agosto.
La controffensiva di Mediobanca
Mediobanca respinge l’offerta MPS come ostile e sottovalutante del 32 %, basandosi su valutazioni di Centerview, Goldman Sachs ed Equita SIM. Per tentare il sorpasso, ha lanciato l’Ops su Banca Generali, cercando di rafforzare la propria posizione strategica.
Obiettivo nominale di MPS: abbattere il 35 %
L’obiettivo dichiarato di MPS è raggiungere o superare il 35–50 % del capitale di Mediobanca, considerato sufficiente per ottenere un’influenza dominante, anche senza arrivare a due terzi del capitale. Inoltre, il CEO Luigi Lovaglio ha spiegato che superare il 50 % sbloccherebbe 1,2 miliardi in crediti fiscali, rendendo l’offerta economicamente più efficace.
Via libera dell’Eurotower
Una spinta decisiva arriva dalla BCE, che ha autorizzato il bid di MPS per Mediobanca: un passo cruciale verso la realizzazione dell’offerta.
Opinioni dal mercato
Delfin, principale investitore di Mediobanca, definisce l’offerta di MPS “very interesting”, pur sottolineando che una revisione del prezzo in linea con il mercato la renderebbe più appetibile. Banco BPM, tramite l’investitore Davide Leone, afferma che una fusione tra BPM e MPS dovrà attendere la conclusione dell’Ops su Mediobanca, giudicando prematuro ogni discorso sul consolidamento ora.
Un compromesso in vista o un duello ancora incerto?
Scenario attuale
L’offerta di MPS è tecnicamente in corso, ma riscuote un supporto pressoché trascurabile. Il tempo scorre e si avvicina al termine: restano solo quattro settimane. Intanto, il contesto finanziario, rafforzato dai risultati solidi di MPS, conferisce credibilità alla sua offensiva.
Prospettive future
Se l’Ops di Mediobanca su Banca Generali venisse approvata (21 agosto), potrebbero cambiare i rapporti di forza.
L’ampiezza delle adesioni finali determinerà se MPS potrà davvero aspirare ad un controllo effettivo (35–50 %) e attivare i crediti fiscali.
Il sentiment degli investitori chiave (Delfin, Generali, altri fondi) e il bilanciamento di incorporatezze fra le due offerte restano decisivi.
Il quadro: l’offerta di MPS è partita, solida nei numeri e nell’autorizzazione, ma destinata a restare sulla corda se l’adesione resta pulverulenta. Sul fronte opposto, Mediobanca reagisce con attacchi sottili e aggregazioni strategiche. Il gioco è solo all’inizio... ma l’epicentro della tensione si percepisce già nei titoli dei prossimi giorni.