• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Filosa e le sfide di Stellantis: tra perdite record e scelte difficili

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Filosa e le sfide di Stellantis: tra perdite record e scelte difficili

Antonio Filosa ha preso in mano le redini di Stellantis in uno dei momenti più complicati dalla nascita del gruppo. Il primo semestre 2025 si è chiuso con una perdita di 2,3 miliardi di euro, effetto di un calo delle vendite a 2,8 milioni di veicoli (-8%) e di un contesto internazionale avverso. La flessione più grave è arrivata dagli Stati Uniti, tradizionalmente mercato chiave per la redditività. Qui Stellantis ha sofferto la concorrenza interna e il ritardo nel rinnovamento della gamma.

Filosa e le sfide di Stellantis: tra perdite record e scelte difficili

Per rilanciare le vendite oltreoceano, Filosa ha annunciato una “offensiva commerciale” con nuovi modelli mirati. Una leva fondamentale arriva dal cosiddetto One Big Beautiful Bill, la legge voluta da Donald Trump che ha eliminato le multe per le emissioni. Grazie a questo provvedimento, Stellantis potrà tornare a produrre e vendere pick-up e vetture a benzina ad alto consumo, messe da parte dal predecessore Carlos Tavares nel tentativo di accelerare sulla transizione elettrica. La mossa punta a intercettare i gusti del mercato americano, storicamente affezionato ai motori potenti e di grande cilindrata.

Le spine del contesto Usa
Se da un lato la Casa Bianca apre nuove opportunità, dall’altro le politiche economiche americane hanno già presentato un conto salato. La svalutazione del dollaro rispetto all’euro ha generato un impatto negativo vicino al miliardo, mentre i dazi commerciali hanno inciso per circa 1,5 miliardi. Secondo Boston Consulting Group, gli ultimi accordi siglati dagli Usa con Unione europea e Giappone rischiano addirittura di penalizzare Stellantis: le auto assemblate in America ma con componenti importate potrebbero subire tasse più alte rispetto ai veicoli europei o giapponesi importati direttamente.

Le difficoltà in Europa
Anche il Vecchio Continente si presenta come un campo minato. Filosa ha già cominciato a rivedere i piani lasciati in eredità da Tavares, a partire dal comparto dei veicoli commerciali. I furgoni, tradizionalmente una delle fonti di margini più consistenti per il gruppo, hanno registrato un brusco calo di domanda. Secondo il ceo, il rallentamento è dovuto all’incertezza economica e alle nuove normative ambientali in arrivo, che rischiano di cambiare radicalmente il mercato. Stellantis ha avviato un dialogo serrato con la Commissione europea e con i governi per provare ad alleggerire l’impatto delle regole.

Il peso dei 14 marchi
Gli analisti tornano a sollevare la questione dei marchi: 14 insegne da mantenere, sviluppare e promuovere, con investimenti ingenti in ricerca e marketing. Una pluralità che in passato veniva raccontata come una ricchezza, ma che oggi rischia di trasformarsi in un fardello. Alcuni esperti non escludono che Filosa possa valutare la cessione o la chiusura di brand meno redditizi, anche se per ora non ci sono segnali ufficiali in questo senso.

Le “decisioni difficili”
Cosa intende Filosa quando parla di “decisioni difficili”? Sul tavolo ci sono vari scenari: razionalizzazione della gamma, tagli alla produzione in alcuni stabilimenti, riduzione della forza lavoro, o perfino dismissioni di marchi. Tutto sarà più chiaro all’inizio del 2026, quando verrà presentato l’aggiornamento del piano industriale al 2030. Intanto, la questione più pressante resta quella della sovraccapacità produttiva in Europa, dove la domanda appare stagnante e le fabbriche rischiano di lavorare ben al di sotto delle loro potenzialità.

La sfida del rilancio
Il compito di Filosa è complesso: bilanciare la necessità di garantire margini nel breve periodo con la sfida di non tradire la spinta verso l’innovazione e l’elettrificazione, senza dimenticare la tenuta sociale e occupazionale dei territori dove Stellantis è radicata. Per il nuovo ceo italiano, la parola d’ordine sembra essere pragmatismo: tornare a vendere ciò che il mercato chiede, riorganizzare la struttura, ridurre i costi e preservare il più possibile il valore dei marchi storici. Un equilibrio fragile che determinerà il futuro del quarto costruttore automobilistico mondiale.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 4 record
02/12/2025
Italo Folonari è il nuovo Presidente di ANIASA
ANIASA: sarà Italo Folonari, AD di Mercury, il nuovo Presidente
01/12/2025
Mercato auto in affanno: transizione rallenta e “green” non colmano il divario
Il mercato automobilistico europeo si avvia alla fine del 2025 con un passo incerto
Trovati 4 record
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720